Thaisa, all’inferno e ritorno

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione 

Per lei hanno fatto il tifo migliaia di tifosi di volley di ogni parte del mondo: le immagini del suo infortunio avevano fatto il giro del mondo ed erano state davvero molto impressionanti. Una torsione innaturale, un urlo lancinante, la barella: la corsa in ospedale e dal solita diagnosi di Tac e risonanza magnetica…. Lesione ai legamenti della caviglia e distorsione del ginocchio con interessamento di legamenti e menisco. Thaisa era in Turchia, all’Eczacibasi; e quando compagne e avversarie l’hanno vista cadere pesantemente a terra con il visto stravolto dal dolore molte non hanno trattenuto le lacrime.

Thaisa invece si è fatta forte: “Ero rientrata in forma e stavo finalmente giocando con continuità dopo un brutto infortunio al ginocchio sinistro – racconta oggi, a distanza di oltre un anno – quando ho capito che il danno era grave, e l’ho capito subito non appena sono piombata a terra, mi è caduto il mondo addosso. Non riuscivo a muovere il piede, se cercavo anche solo di spostarlo provavo un dolore lancinante: solo chi l’ha provato può capire di che cosa parlo”.

Thaisa è tornata in Brasile con il benestare dell’Eczacibasi e ha iniziato un lunghissimo e sofferto percorso di rieducazione. Da sottolineare il fatto, non così scontato, che il club turco le abbia pagato tutto: viaggi, cure, stipendio. In Brasile Thaisa ha impiegato quattro mesi per appoggiare il piede a terra senza stampelle: sei per fare una corsetta, otto per saltare e dieci per saltare. Nel frattempo l’Eczacibasi l’ha gira in prestito all’Hinode Barueri: a febbraio finalmente la prima partita… “Il mio stato d’animo era quello di chi fa un gestaccio a tutti quelli che sostenevano che non avrei mai più giocato a pallavolo – dice – non i medici, non i fisioterapisti, non i miei allenatori ma parecchi tifosi, alcuni giornalisti… gente che diceva che non sarei mai tornata quella di un tempo. Ora sono di nuovo me stessa e ringrazio chi mi ha sostenuto ma soprattutto la mia testa che mi ha reso cocciuta, ostinata e caparbia anche nei momenti più difficili”.

Tre settimane fa Thaisa riceve una telefonata alla quale non si può non rispondere: “Zé Roberto mi ha chiesto come stavo e se me la sentissi di fare parte della nazionale. Mi sono molto emozionata e non sono quasi riuscita a rispondere, ma lui ha capito che era un sì. Non sono ancora al 100%, so che devo lavorare ancora molto per tornare al massimo delle mie condizioni ma oggi sono felice e grata all’Eczacibasi e al Barueri per avermi messo a disposizione il massimo delle professionalità che mi hanno consentito di tornare in campo”.

All’inferno e ritorno: prossima tappa il Mondiale.

ARGOMENTI CORRELATI

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI