La Tecnoteam Albese Como, dopo la retrocessione al termine dell’ultimo campionato di serie A2, è pronta anche a rinunciare al titolo di serie B1 e alla sua partecipazione alla terza categoria nazionale: “Dopo tanti anni di pallavolo ho deciso di tirarmi da parte, perché sono stanco. Non mi diverto più…”, sono state alcune delle parole pronunciate da Graziano Crimella, da più di 40 anni presidente della società di Albese con Cassano nel corso di un’attesa assemblea pubblica che si è tenuta a Tavernerio, in provincia di Como, davanti a più di un centinaio di persone.
“Avrei voluto che la pallavolo rimanesse un piacere – ha spiegato Crimella –, ma è un mondo che sta vivendo un cambiamento epocale. Sicuramente quello che è successo quest’anno ha contributo a questa situazione, ma anche i costi sono diventati insostenibili per una società della nostra dimensione. Sono disposto a cedere gratuitamente il nostro titolo di serie B1 a una società di Como che fosse interessata e si dovesse fare avanti, perché non è certo guadagnare qualche migliaio di euro dalla cessione dei diritti quello che mi interessa, questo nella maniera più assoluta. Negli anni di A2 gran parte del supporto economico alla squadra è arrivato dalla mia azienda e da amici fornitori, clienti legati alla stessa. Ho lanciato più appelli, ma il territorio, nonostante più di 400 aziende che fatturano oltre 10 milioni, non ha mai risposto. La realtà è che non mi diverto più, ma non solo per i costi diventati folli”.
Problematiche, poi, si sono rivelate anche le relazioni con l’amministrazione comunale di Albese con Cassano: “Per giocare al Palafrancescucci di Casnate con Bernate (stesso campo di gara della Libertas Cantù in serie A2 maschile per la prolungata chiusura del Palazzetto Parini, ormai dal 2020, a conferma di una reale problematica sull’impiantistica sportiva in provincia di Como, Ndr) abbiamo dovuto spostare la sede legale della società, però, nel nostro nome Albese è rimasta, così come è rimasto il simbolo del Comune sulle maglie. Siamo a tutti gli effetti una società del paese, eppure l’attuale amministrazione ci ha sempre considerati come esterni e ha deciso di applicarci le tariffe di una società non di Albese con Cassano: per far giocare le ragazze del settore giovanile per quattro mesi, abbiamo una fattura da 17mila e 600 euro”.
Ma c’è ancora altro, un campanello d’allarme che Crimella, tra le righe delle sue parole, fa suonare non solo per la sua realtà: “Quello del volley è diventato un mondo che in un certo senso non mi appartiene più. Io faccio l’imprenditore e sono abituato ad avere delle certezze, per cui se firmo un contratto è un contratto, se prendo un impegno sulla parola è un impegno… mi dispiace, è una decisione che mi è costata tanto, anche dal punto di vista personale, però, penso che sia arrivato il momento di lasciare e vediamo se qualcun altro vuole prendere il mio posto. Perché, la pallavolo a questi livelli non mi interessa più e non la voglio più fare, resterò a dare una mano con le giovanili…”.
In chiusura, quindi, i ringraziamenti a “tutti quelli che hanno partecipato all’incontro. Sono sicuro che la maggior parte degli intervenuti abbiano capito e compreso le mie argomentazioni. Ancora un grosso ringraziamento a tutte le persone che mi sono state vicine in questi meravigliosi anni”, ha concluso Crimella.
Detta così, la storia sembra chiusa… chissà se, invece, qualcuno si farà avanti per raccogliere l’eredità dell’Alba e del suo Presidente, in un territorio, quello della provincia di Como, che come denunciato da Crimella (e non solo) mostra un certo “immobilismo” e poca capacità di contribuire ai progetti sportivi.
QUI, dal canale Youtube della società, il video completo dell’intervento del presidente Graziano Crimella.