Swan Ngapeth, l’anno delle conferme: "A Vibo per continuare il mio percorso"

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Di Roberto Zucca

L’anno della conferma. Perché quello della maturità lo ha già attraversato lo scorso anno a Latina, quando ha fatto capire al mondo della pallavolo di essere semplicemente Swan Ngapeth, e non il fratello minore di Earvin. Il palcoscenico nel quale si esibirà quest’anno è cambiato, perché ci siamo spostati un po’ più a sud, precisamente a Vibo Valentia, ma la voglia di fare è la stessa dello scorso anno:

Sono arrivato a Vibo con la convinzione di poter proseguire il percorso iniziato a Latina lo scorso anno. È una squadra che ha tanto da dire e che nel mio reparto ha nomi interessanti, molto giovani e spumeggianti”.

Il suo connazionale Timothée Carle è del 1995. Potrebbe essere la sorpresa?

Potrebbe fare molto bene. Contiamo molto su Aboubacar (Drame Neto ndr) e Hirsch, che potrebbero alzare il livello della competizione. È un bel roster. Assortito in ogni reparto”.

Baranowicz è il regista. Come ha trovato Michele?

Maturo. Ci conosciamo da quando giocava con Earvin a Cuneo. Ha fatto un bel percorso e ha determinazione e carattere da vendere. Poi è diventato papà, e ci siamo detti pochi giorni fa che tutto questo lo ha profondamente cambiato. Ha ridato ordine a tutto”.

Suo fratello Earvin rappresenta l’estro di ogni squadra in cui gioca. Mi consente di dire che lei ne rappresenta l’equilibrio?

È un obiettivo. Anche perché, senza un equilibrio misto all’estro, ogni squadra farebbe fatica. Cichello mi ha chiesto di dare certezze, di giocare in maniera responsabile. Tradotto in soldoni, è un po’ un derivato dell’equilibrio”.

Dove può arrivare Vibo?

Lo vedremo dall’esordio di domenica contro Padova. Potrà togliersi delle soddisfazioni e non dovrà essere una squadra cuscinetto. Voglio pensare alla Callipo come ad un’autentica sorpresa”.

La provincia calabrese può avere qualche somiglianza con l’ambiente raccolto di Poitiers, la città dove è cresciuto?

Ho vissuto in grandi città, ma sono tornato sempre a casa, dove sto bene. Quindi Vibo è un po’ quella sensazione di casa, di piccola realtà che mi fa star bene. Io sono uno che si accontenta di poco. Mi bastano la pallavolo, gli amici e la tranquillità”.

Chi è Swan Ngapeth oggi?

Un ragazzo che sa quello che vuole e soprattutto che sa cosa non vuole. Mio papà dice che mi sto un po’ italianizzando e che ho trovato una mia strada. Mi piace immaginarmi così. Forse è questo il mio bello”.

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