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Stop agli sport di contatto: la pallavolo si ferma in tutta Italia

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Di Redazione

[AGGIORNATO ALLE 1.05 DEL 19 OTTOBRE]

Dopo la Lombardia tocca all’Italia intera. Il nuovo DPCM annunciato oggi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte segue la strada aperta due giorni fa dalla Regione Lombardia: tra le altre misure per il contenimento della pandemia di coronavirus c’è la sospensione di tutte le attività degli sport di contatto a livello dilettantistico, sull’intero territorio nazionale. Il decreto è in vigore da oggi (19 ottobre) fino al prossimo 13 novembre.

Il testo definitivo del DPCM introduce infatti due modifiche rispetto al decreto pubblicato pochi giorni fa, lo scorso 13 ottobre. La lettera e) dell’articolo 1, comma 6 ora recita: “Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali” (rimangono invece invariati i limiti all’accesso del pubblico indicati nel precedente decreto).

La lettera g) viene invece così riformulata: “Lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport, è consentito nei limiti di cui alla precedente lettera e). L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale“.

In attesa di un’interpretazione definitiva da parte della Federazione Italiana Pallavolo, il DPCM sembra dunque lasciare aperta la possibilità di disputare, oltre ai campionati nazionali, anche quelli regionali di Serie C e Serie D (eccetto che in Lombardia, dove sono stati esplicitamente fermati); non è ancora chiaro come verranno considerati i campionati giovanili, alcuni dei quali hanno anche fasi regionali e nazionali. Le altre competizioni, come i campionati territoriali, dovranno certamente fermarsi ed è ancora da chiarire in quale forma potranno essere svolti gli allenamenti delle squadre che vi partecipano.

Per la pallavolo resta comunque uno stop drammatico in un periodo già molto difficile, in cui le società di base avevano impiegato mesi per conformarsi ai rigidi protocolli sanitari ed effettuato anche investimenti importanti per prepararsi a una ripartenza che diventa ora impossibile. Il movimento di base, inteso come campionati territoriali ma soprattutto come settore giovanile, si avvia a una seconda stagione consecutiva di stop che avrà inevitabili riflessi, diretti e indiretti, anche sull’attività di vertice.

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