Stefano Lavarini, nuovo coach dell’Uyba: "Busto è qualità organizzativa, si lavora bene"

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Di Redazione

Stefano Lavarini, che tornerà in Italia per guidare Busto Arsizio nella prossima stagione, intervistato da Andrea Anzani de “La Prealpina“, racconta del perché ha scelto proprio l’UYBA.

Sono 9.100 i chilometri che separano il National Training Center di Jincheon in Corea del Sud da viale Gabardi a Busto Arsizio, ma decisamente meno distanza c’è tra Stefano Lavarini e l’Uyba. Impegnato nella sua avventura alla guida della nazionale coreana, il nuovo tecnico biancorosso ha comunque nella sua giornata uno spazio da dedicare alle farfalle anche quando si tratta della prima intervista da successore di Mencarelli.

Due anni di corteggiamento prima della conquista: cosa ti ha fatto dire sì in questa stagione? «È cambiato il momento. Lo scorso anno in Brasile c’era la prospettiva di giocare il Mondiale per club mentre ora ho sentito che il capitolo era chiuso. Nonostante mi volessero confermare, la volontà di guidare una Nazionale e la prospettiva di dover stare lontano da casa due anni e mezzo mi ha riavvicinato all’Italia dove sarei in ogni caso tornato. Perché l’Uyba? Perché Busto è qualità organizzativa, si lavora bene».

C’è stata grande fibrillazione nel tifo quando è spuntato il tuo nome e c’è tanta attesa per il tuo lavoro. Sei considerato alla stregua di una top player: che effetto fa? «La gente di Busto mi ha dimostrato affetto anche quando allenavo Bergamo. Alle aspettative occorrerà dare risposte: arrivo consapevole di tutto questo e del credito che mi offrono».

Quali sono le tue aspettative per la stagione che verrà? «Sono curioso. Voglio tornare a sentire la temperatura del campionato italiano. Lo scorso anno l’Uyba ha ampiamente risposto alle attese e questa è la base di partenza per puntare a una bella stagione».

Orro, Bonifacio, Leonardi, Herbots, Gennari e hai parlato di un opposto incisivo (sarà Lowe, ndr): per arrivare dove? «Bisogna essere razionali: una buona stagione non dà garanzie per la successiva ma qui c’è l’equilibrio di squadra nel quale inserire due pedine: saremo una buona formazione. Quanto potremo salire con gli innesti? Se il punto di partenza è confermare l’ultima stagione, abbiamo prospettiva di alta competitività. Gennari giocando solo nel club ha un rendimento molto alto, Herbots ha avuto un impatto ottimo, Bonifacio ha dimostrato di essere in grande crescita, Leonardi è molto forte e Orro, che arrivava da un periodo difficile, ha mostrato quanto ha di buono. Ricordiamo però che cambieranno anche le avversarie».

Che differenze ci sono tra il Lavarini che ha lasciato l’Italia due anni fa e quello che torna? «A detta di chi mi conosce sono cambiato sotto l’aspetto emozionale. Sono una persona più consapevole: sono andato via perché avevo la necessità di testarmi fuori dalla comfort zone. Sotto il profilo tecnico e tattico un allenatore impara ed evolve sempre».

L’Uyba ti ha fortemente voluto anche se l’impegno con la Corea ti farà arrivare in ritardo: sarà un problema arrivare a stagione ormai imminente? «Non nascondiamoci che sarebbe stato meglio esserci da subito, ma sarà un handicap controllato. Il mio ritardo sarà lo stesso di un buon numero di giocataci nostre e altrui ma, soprattutto, sarà Busto ad attenuare il disagio perché ha uno staff che conosce squadre e ambiente. Quello nuovo sono io: chi deve sostituirmi conosce già tutto. Io ho garantito massima disponibilità e a giugno in occasione della VNL incontrerò Musso per entrare nei dettagli anche se ci sentiamo già costantemente»

La piazza vuole ritrovare un po’ dell’entusiasmo perso: la tua ricetta? «Non sono un top player, le protagoniste sono in campo e a me sta di allenarle il meglio possibile. Determinanti sono risultati e prestazioni».

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