Sport dilettantistico e compensi sportivi: istruzioni per l’uso

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Di Redazione

Lo Stato italiano non propone un’ottimale ed esplicativa definizione di attività sportiva dilettantistica, bensì solo dell’attività professionistica, ovvero quell’attività sportiva che viene svolta abitualmente a titolo oneroso in una delle discipline tutelate da una Federazione. Possiamo quindi dire che le attività sportive dilettantistiche sono tutte le attività che non vengono considerate professionistiche. Ma come possiamo allora gestire i compensi sportivi, ad esempio per gli istruttori o i coordinatori degli eventi?

Dobbiamo premettere che districarsi nel sistema italiano dei contratti di lavoro non è molto semplice e, ad oggi, le tipologie dei contratti riguardanti le associazioni che operano nel settore dello sport sono i seguenti: volontariato, lavoro subordinato, collaborazione coordinata e continuativa, e lavoro autonomo occasionale.
Per svolgere le proprie attività, tutte le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche (ASD e SSD) devono avvalersi di persone che svolgano la mansione di atleti, giudici di gara, tecnici, commissari, dirigenti e così via. A queste figure devono essere ovviamente corrisposti dei compensi, utili per rimborsare i costi di trasferta o altre spese relative alle operazioni svolte a favore dell’associazione.
I compensi sportivi che derivano da attività sportive dilettantistiche vengono riconosciuti come “redditi diversi” e assoggettati a un regime fiscale agevolato. Chi percepisce questo compenso deve sapere che esso non rientra nel reddito imponibile IRPEF, a patto che non superi i 10.000 euro (questa cifra è stata aumentata con la nuova legge di bilancio, in quanto fino al 2017 i compensi non dovevano eccedere i 7.500 euro).

Per quanto riguarda le collaborazioni che non superano i 10.000 euro annui di compensi, le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche non sono tenute a comunicare l’esistenza della collaborazione ai centri dell’impiego. Inoltre, non hanno l’obbligo di versare i contributi previdenziali né di pagare l’assicurazione antinfortunistica, e la collaborazione non necessita di essere registrata sul Libro Unico del Lavoro.
Tuttavia, relativamente ai compensi sportivi di un valore superiore ai 10.000 euro, è opportuno considerare che sulla cifra eccedente si applicherà un’imposta IRPEF del 23%, a patto che tali compensi non superino i 30.658,28 euro. Nel caso si dovesse superare quest’ultimo importo, verrà operata una ritenuta a titolo di acconto del 23% e, successivamente, questi redditi verranno assoggettati all’imposta IRPEF in sede di dichiarazione dei redditi.

Tutti i collaboratori delle ASD e delle SSD devono fornire un’autocertificazione dei redditi percepiti grazie alle proprie prestazioni, direttamente all’Associazione o Società Sportiva Dilettantistica con la quale collaborano. In questo documento, sarà necessario tenere conto anche dei compensi percepiti da altre associazioni o società, in modo da calcolare correttamente la ritenuta da applicare. Sarà necessario persino rilasciare una ricevuta fiscale, con applicata una marca da bollo da 2 euro. Tale ricevuta non sarà soggetta a IVA.
Per ottenere dei rimborsi per la partecipazione a manifestazioni o attività sportive fuori dal proprio comune di residenza, sì dovrà presentare all’associazione una richiesta, allegando gli scontrini e le eventuali ricevute annesse alla trasferta. Come nel caso dell’autocertificazione, anche per questa richiesta sarà doveroso applicare una marca da bollo da 2 euro.

Se dalla parte dei collaboratori non sembra altamente complicato gestire la parte fiscale dei compensi sportivi, sicuramente per le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche è molto diverso: per questi enti, è necessario capire come gestire i compensi sportivi di tutti i collaboratori. Fortunatamente, ad oggi, esistono software in grado di facilitare e di ottimizzare notevolmente tutte le operazioni. Uno di questi è certamente Athletis. Quest’ultimo è un programma che aiuta a comprendere il funzionamento dei compensi sportivi e a gestirli in maniera completa. Infatti, permette di determinare tutti i compensi sulla base dei contratti di collaborazione stipulati con i vari collaboratori; di registrare l’anagrafica di ognuno di loro; e di stampare ricevute di pagamento e contratti, avvalendosi di modelli preimpostati.

Oltre a questo, consente di migliorare la gestione delle presenze degli istruttori e di calcolare automaticamente tutte le eventuali ritenute fiscali per compensi sportivi che superano i 10.000 euro. Queste sono solamente alcune delle funzioni proposte, che si uniscono creando un gestionale completo, adatto in particolare alle ASD e SSD e da non sottovalutare quando si necessita di gestire le collaborazioni in modo preciso e semplificato.

(Fonte: sportbusinessmanagement.it)

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