Foto Federazione Italiana Pallavolo

Prima edizione del Premio Maltinti: tra i vincitori anche Michele Zanin

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Si è svolta oggi alla Sala Macconi di Palazzo Vecchio a Firenze la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio Maltinti, dedicato allo storico dirigente della Folgore Pallavolo San Miniato Mario Maltinti, che per oltre 50 anni non ha mai fatto mancare il suo impegno per il mondo della pallavolo. Il riconoscimento è stato assegnato ad allenatori e dirigenti che hanno contribuito allo sviluppo della pallavolo giovanile, distinguendosi per competenza tecnica e attenzione ai valori umani: nella categoria allenatori Michele Zanin (Volley Treviso) a livello nazionale e Stefano Orti (Volley Livorno) per la Toscana, tra i dirigenti Armando Monini (Volleyrò Casal de’ Pazzi) e Stefano Berlincioni (Cerretese Pallavolo).

I vincitori hanno ricevuto un quadro realizzato con il vecchio metodo di stampa di cui Maltinti era appassionato, un cuore di Parmigiano Reggiano e un libro sui giovani. Menzioni d’onore sono andate al dirigente Rodolfo “Giobbe” Giovenzana e all’allenatore Luca Poggetti.

Ha introdotto l’evento Roberto Ghiretti, motivandone il significato: “Siamo in tanti perché ognuno vuole ricordare Mario ed essergli vicino; non è mai stato presidente della società in cui lavorava, ma ne è sempre stato l’anima, con la sua straordinaria capacità di idee. Era un esempio, di una pallavolo che era, un altro mondo, nemici amici avversari ma sempre pronti a mangiare e a ridere insieme; il mondo cambia ma la memoria è qualcosa di importante. Si sentiva l’esigenza di organizzare un premio per chi opera nel mondo giovanile, riconoscere una dignità di chi bene opera per provare a far crescere i giovani sportivamente e umanamente. Questo premio vuole essere un bel solco per riconoscere i meriti a chi ha dato ai giovani. Grazie alla FIPAV che ha dato subito il patrocinio, grazie al Comune che ci ospita e a voi che siete in tanti. Mario era un ‘entusiasmatore’ e noi oggi siamo entusiasti di poterlo ricordare“.

La parola è poi passata al padrone di casa Cosimo Guccione, assessore allo Sport, Politiche Giovanili, Città della notte, Beni Comuni del Comune di Firenze: “Ringrazio per la scelta di Firenze come sede di questa prima edizione, cogliendo anche l’occasione delle gare femminili degli Europei. Spesso nello sport ricordiamo chi ha ottenuto risultati eccezionali, chi ha saputo con le proprie gesta sportive rappresentare una città, un paese una Nazione, ma poco spesso ricordiamo i dirigenti nel mondo della sport, che sono quelli che fanno la differenza nella quotidianità, il mondo dello sport ha sempre bisogno di dirigenti che con animo puro si mettono a disposizione dei giovani con competenza. È importante formare costantemente nuovi dirigenti sportivi perché senza di loro non ci sarebbero le società e ragazzi e le ragazze che praticano sport“.

Gli interventi istituzionali sono proseguiti con Giammarco Modi, presidente del Comitato Regionale FIPAV Toscana: “Mi fa piacere davvero vedere una sala così gremita che dimostra quanto Mario si sia fatto voler bene. Ho aderito con il patrocinio al premio come FIPAV Toscana perché è un premio che ricorda un grande dirigente, dal momento che proprio nei settori giovanili abbiamo necessità di persone capaci che abbiano la voglia di far bene e credo che i messaggi di Maltinti siano utili per la crescita e la formazione di un mondo dirigenziale che è in continua evoluzione. Oggi iniziano gli ottavi di finale degli Europei, la prima di tre giornate che si concluderanno martedì 29 coi quarti; un’organizzazione molto impegnativa e ringrazio il Comune la Città Metropolitana che ci sono sempre molto vicini.  Oggi avremo il sold out una grande soddisfazione. Complimenti a Matteo perché oltre al ricordo del padre ha aperto un percorso verso la valorizzazione di allenatori e dirigenti assai utile per la crescita del nostro movimento“.

Marco Bracci
Foto Federazione Italiana Pallavolo

È quindi intervenuto con un ricordo di Maltinti Marco Bracci: “Io ho sempre pensato che gli allenatori del settore giovanile siano fondamentali per la crescita dei nostri ragazzi e ragazze, devono insegnare a crescere a stare insieme; per quanto concerne i dirigenti spesso si ritrovano a discutere in famiglia perché tolgono del tempo ai propri cri per seguire le società e vanno aiutati. Mario era un mio avversario io giocavo a Castelfranco e lui era un dirigente della Folgore, spesso giocavamo i derby. Un giorno mi chiamò dicendomi che mi avrebbe presentato un dirigente di una società di serie A1, il nome era Roberto Ghiretti e io andai a Parma, firmai e da lì è iniziata la mia avventura. Ha dimostrato cosa significa occuparsi di atleti non suoi, considerandone le potenzialità a prescindere da dove giocassero“.

Ha concluso la parte precedente le premiazioni Matteo Maltinti, figlio di Mario: “Grazie per la numerosa e, confesso, inaspettata partecipazione e grazie a tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione di questo premio. Da mio padre dobbiamo prendere spunto per portare sempre avanti le nostre idee e soprattutto per condividerle, non dobbiamo fare solo un percorso di memoria. Io mio padre lo ricordo come dirigente sportivo, ma soprattutto lo ricordo come una persona passionale e appassionata, una persona che prendeva una posizione e la difendeva a spada tratta; questa capacità l’aveva su qualunque cosa, non solo nello sport. Chi ha un’idea ha la responsabilità di condividerla e credo che questo sarebbe stato il pensiero che avrebbe voluto che ciascuno di voi oggi portasse a casa“.

Presenti in sala e intervenuti con un breve ricordo di Matteo Maltinti anche Gianni Taccetti, delegato provinciale CONI Firenze, Franco Morabito, Presidente USSI Toscana e Francesco Conforti, Presidente Ansmes. 

Tutti nei loro interventi hanno ricordato Mario Maltinti come un entusiasta, un uomo che credeva nella condivisione delle idee, un pensiero riassunto benissimo da Giobbe Giovenzana nel suo intervento: “Due cose dette da Mario per me sono diventate un mantra. La prima: più condividi più hai; sono le idee che fanno grandi le cose e le persone, una idea non condivisa è un’idea sterile, se condivisa ti ritorna ampliata a migliorata. La seconda: se un giorno farai una società non crearla su misura, cerca di creare un ambiente, perché da quello nascerà il risultato. Che sia un ambiente educante così la società vivrà a prescindere dai risultati“.

(fonte: Comunicato stampa)

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