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Piacenza non decolla, ma Bernardi resta al suo posto. Fiducia a tempo?

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Di Redazione

Per creare un piatto stellato servono ingredienti di prima qualità, ma pure uno chef in grado di combinarli nel giusto modo con la sua arte e la sua creatività. Nello sport funziona allo stesso modo e quando una società interviene sul mercato comprando fior fior di campioni si aspetta un solo risultato: l’eccellenza. Quando questa non viene raggiunta, in discussione viene messo lo chef, ovvero l’allenatore. Così è e così sarà sempre.

Ed è quello che sta accadendo anche a Piacenza, dove in estate la società ha costruito un roster di primissimo livello per puntare allo scudetto, e forse non solo a quello, ma dopo nove giornate il bilancio non sta rispettando queste attese: 13 punti conquistati, meno della metà della capolista Perugia con cui si sarebbe dovuto lottare ad armi pari, più sconfitte (5) che vittorie (4) e una posizione in campionato (ottava) che ancora non mette in ghiaccio la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia.

L’ultima gara giocata, poi, ha riportato sotto gli occhi di tutti quei limiti che hanno caratterizzato in negativo la passata stagione e che quest’anno, cambiando la maggior parte degli interpreti, si pensava d’aver risolto. Ovvero i black-out improvvisi nei momenti cruciali dei match. Contro Civitanova la luce si è spenta nel quarto set quando si doveva lottare per vincere da tre punti (erano avanti due set a uno), ma pure nel tie-break, perso nonostante un vantaggio di +4.

A confermarlo è anche Giuseppe Bongiorni, vicepresidente biancorosso: “Non è facile trovare la soluzione – commenta sulle colonne della Libertà. Pur avendo cambiato tanti atleti, certe situazioni a cui assistevamo nella passata stagione si stanno ripetendo anche oggi. Il gruppo deve ancora compiere il salto di qualità dal punto di vista mentale. È un discorso di serenità, fiducia, consapevolezza nei propri mezzi, ma allo stesso tempo di umiltà”.

Ciò nonostante, al momento la società pare voglia continuare con gli stessi uomini, in primis con Lorenzo Bernardi. “In questo momento sposiamo la linea della continuità – taglia corto Bongiorni -. Ci attendono settimane molto intense tra campionato e coppe, le valutazioni le faremo a fine anno, anche in base a dove saremo riusciti ad arrivare”. Non specifica però cosa intenda per fine anno: se fine della stagione oppure fine di questo anno solare. Di certo un’eventuale mancata qualificazione ai quarti di Coppa Italia, ma pure alle Final Four, potrebbe costringere ad accelerare certe valutazioni.

O magari no. Se l’obiettivo è quello di arrivare ai playoff con una squadra che nel frattempo sarà diventata stellare, come la dirigenza si aspetta che accada, allora la Lube dell’ultimo scudetto ha insegnato che la posizione in griglia alla fine conta poco se poi si taglia il traguardo per primi. Per ora, però, i musi sono lunghi, questo è fuori discussione, e servirà fare qualcosa, e in fretta, per ritrovare il sorriso. Tradotto, nell’immediato servirà fare 6 punti nelle prossime due giornate contro Padova e Cisterna. Non uno di meno, perché la classifica è cortissima e potrebbe lasciare l’amaro in bocca.

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