“Palla al centro” di Paolo Cozzi – 13 giugno 2017

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Di Paolo Cozzi*

Radiomercato trasmette frequenze dagli Usa.
Con Pajenk approdato a Verona, a mio avviso un grande acquisto per la squadra di Grbic, anche se forse per il modo di giocare delle squadre dell’allenatore serbo sarà un po’ sacrificato in attacco, rimane da capire chi fra Birarelli e Piano andrà a formare la coppia titolare con lui. Certo che per come sta giocando l’azzurro in Nazionale… e visto anche il costo del cartellino decisamente alto (si dice circa 100000 euro il prezzo d’uscita), si prevede una lunga trattativa tra Verona e Modena. Per il resto, si aspetta di capire se Kovacevic andrà a Trento, e se partirà il giro di valzer degli schiacciatori  dopo Cebulj, da ieri sera a Milano e che rappresenterà sicuramente un tassello importante per il team del “Giangio” nazionale. Dando una occhiata più in generale sia al mercato maschile che a quello femminile, si nota che dagli Stati Uniti stanno arrivando numerosi giocatori a rinforzare i roster nostrani: giovani alla prima esperienza fuori dalle università americane come Patch, neo acquisto di Vibo e mattatore con l’Italia in World League, e veterani del taraflex come Sander a Macerata. Mi fa molto piacere questa invasione ”Stars and Stripes”, perché oltre ad arricchire ed alzare il tasso tecnico dei campionati, ho sempre ammirato i giocatori americani con i quali ho giocato (Lloy Ball e Donald Suxho su tutti) per la loro professionalità e per la loro dedizione in sala pesi, dove portano spesso una mentalità molto diversa dalla nostra, con molti esercizi a corpo libero e in propriocettiva che ho sempre trovato validi e innovativi. Spero che questo input possa essere uno spunto di riflessione e di crescita per tutto il movimento.

La linea verde dei palleggiatori.
Oltre alla invasione di statunitensi, soprattutto nel campionato femminile respireremo una ventata di gioventù nel ruolo di palleggiatrice, con una serie di giocatrici (Orro Malinov, Bosio e Cambi) chiamate alla prova del nove e finalmente protagoniste con continuità sul campo. Spesso si punta sui giovani perché costano poco o pochissimo (capita con i centrali in SuperLega e con certi stranieri in entrambi i campionati) ma qua stiamo parlando di quattro giovani che con impegno, atteggiamento e sudore si sono guadagnate la prova di maturità sul campo. Due di loro le conosco bene, in particolare ho dato spesso una mano al Club Italia e ho avuto modo di seguire la crescita di Alessia e Ofelia. Ofelia, che da quando è piccola si porta sulle spalle il non indifferente peso di essere la “predestinata”, mi ha colpito da subito per il suo atteggiamento, per la sua mentalità da vincente, di quella che non vuol perdere neanche un parziale in allenamento. Molto regolare nelle alzate sui laterali e forte in battuta, l’ho vista decisamente cresciuta nel feeling con i centrali in queste prime uscite con la Nazionale. Direi che potrebbe ricordarmi un Nikola Grbic con l’atteggiamento da vincente di Valerio Vermiglio. Alessia, talento puro al servizio delle compagne, sarà chiamata quest’anno al primo campionato senza la protezione di “mamma Fipav”. Per lei sarà Busto, e sono sicuro che con la sua velocità di palla regalerà molte giocate alla brasiliana. Polsi che spingono bene la palla per i centrali, buona visione di gioco e carattere solare i suoi punti di forza, e a solo 19 anni è già al suo terzo campionato in massima serie. Sulle palle insidiose è il talento a pilotarla con sicurezza. E a mio avviso sta crescendo molto, trovando precisione anche nelle situazioni dove il talento passa in secondo piano, facendo subentrare la precisione e la continuità. Per lei un palleggio alla Rafael unito alla serenità che mette in campo degna del miglior Tofoli. Alla sua prima esperienza in serie A, Francesca Bosio ci arriva dopo una cavalcata trionfale con la sua Filottrano, culminata con una Coppa Italia e la promozione al termine della regular season di serie A2. A dispetto dei suoi vent’anni, dimostra già una notevole capacità di gestione di compagne ben più esperte e una ottima visione di gioco. Molto brava sul gioco veloce, con una buona palla dietro e una palla alta da cecchina, è chiamata a fare il salto di qualità con la palla spinta di posto 4. Direi che per lei vedo bene un accostamento con il mitico Meoni. Dopo aver contribuito allo storico scudetto di Novara, rivelandosi una ottima alternativa alla Dijkema, è giunto anche il momento per Carlotta Cambi di prendere in mano una squadra, Pesaro, e pilotarla nel suo primo anno di serie A. Per lei, inserita anche nelle 18 della Nazionale di Mazzanti, la prossima potrebbe essere la stagione giusta per spiccare il salto della maturità definitiva!

Le regole del gioco.
Se ne sta parlando tanto e sarà così, probabilmente, anche in futuro. Alcuni sport, soprattutto quelli di durata variabile come il tennis (dove si passa da match di un’ora a “maratone” di quattro) e la pallavolo, stanno cercando nuove formule per rendere il proprio prodotto sempre più appetibile alle televisioni e ai grandi sponsor. Nella pallavolo, come abbiamo visto settimana scorsa, ci si concentra maggiormente su set più corti ed equilibrati, a rischio di rendere il tutto una lunga serie di battute tirate a tutto braccio per creare il break vincente. Questa soluzione porterebbe, a mio avviso, ad una esasperazione della componente fisica a discapito del lavoro tattico-tecnico e alla lenta scomparsa dei centrali che, nati come specialisti di attacco e dal cambio palla garantito, diventerebbero sempre più dei “lungagnoni” specializzati solo in battuta e al muro su palla alta, limitandoli ancora di più nel loro ruolo in squadra. Anche nei palleggiatori si rischierebbe di subire una involuzione con giocatori sempre meno fantasiosi e talentuosi, in cambio di atleti costruiti e “distributori”. Io resto propenso che se qualche cambiamento è necessario farlo, bisognerebbe accettare che la pallavolo moderna, sempre più fisica e potente, ha bisogno di una rete più alta e di una linea dei tre metri spostata. Questo sicuramente aiuterebbe un po’ di più le difese e la continuità del gioco, aumentando la spettacolarità di certe azioni. Questa idea rischierebbe tuttavia di allungare le partite andando in direzione contraria a quella intrapresa dai vertici FIVB. Purtroppo, ormai, sono le televisioni a farla da padrone, e un po’ mi spaventa quello che potranno inventarsi in un futuro neanche troppo lontano per rendere la pallavolo appetibile e più fruibile ai telespettatori. Comunque, all’interno di un movimento mondiale come il nostro, trovo positiva l’idea di base che ci si guardi dentro e si cerchi di migliorarsi e restare al passo con i tempi e con gli altri sport.

Nazionale italiana, facciamoci delle domande.
Mentre la Nazionale femminile, dopo aver conquistato la qualificazione ai Mondiali 2018, si è concessa una settimana prima di riprendere ieri il lavoro a Cavalese, la Nazionale di Blengini continua, invece, a tentennare, con un cappotto di tre sconfitte su tre in quel di Pau. Non sono tanto le sconfitte a preoccupare: la World League, infatti, serve a fare esperimenti e provare giovani, tuttavia, mentre Russia ed Usa schierano tanti volti nuovi “super-fisicati” e freschi, noi con una squadra “datata” zoppichiamo parecchio, senza giovani dietro da far crescere e giocare. Se uno dei migliori in campo è Iacopo Botto (nella foto), che adoro come giocatore e sono molto felice di come abbia sfruttato al meglio le sue chance con 37 punti in due partite, che di anni ne ha 29, e non ci sono giovani da provare, tutto il movimento dovrebbe fermarsi un attimo e farsi qualche domanda. È vero che sono infortunati lo “Zar” e Lanza, ma è anche vero che alternative fresche scarseggiano tremendamente. La sensazione è che a livello fisico non riusciamo a produrre giocatori come gli altri top team mondiali, perciò, non ci resta che recuperare il gap con una ottima preparazione tecnico tattica… Ma in questo periodo particolare del volley italiano, c’è ancora questa capacità che ci ha visto leader per anni? O si sono portate avanti molte figure professionali non per le loro effettive capacità? A questo, poi, possiamo aggiungere un Vettori che fatica in una squadra dove gli si richiede una maggior presenza in attacco su palle scontate, con un Giannelli che giustamente comincia a mostrare segni di stanchezza fisica e mentale dopo tre anni senza possibilità di recuperare un attimo. In vista dell’ultimo week end, anche se  la qualificazione alla Final Six non è preclusa, io punterei su un sestetto diverso (Spirito-Sabbi, Botto-Randazzo, Ricci-Candellaro, Balaso), da far crescere e a cui far fare esperienza, senza l’ansia del risultato sul breve periodo. E, poi, poche vacanze e tanto sudore da fine luglio fino all’Europeo perché è l’unica medicina, questa, con la sicurezza di poter dare risultati!

*Paolo Cozzi, a 35 anni, ha da poco chiuso la sua carriera di atleta nella quale ha vestito la maglia della Nazionale italiana ben 107 volte e quella dei club più importanti in serie A1 come Milano, Modena, Cuneo, Piacenza, Vibo Valentia, Taranto, Castellana Grotte, San Giustino e Monza.

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