Ora parla Abbondanza: "Pentito di essere ritornato in Italia"

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione

Un ritorno in Italia amaro, che ha portato delusione per un’avventura chiusa forse troppo in fretta. A 48 ore dall’esonero, torna a parlare l’ormai ex tecnico della Pomì Casalmaggiore, Marcello Abbondanza.
Riportiamo infatti le sue parole rilasciate in un’intervista alla Prealpina, nell’edizione odierna, in cui affronta per la prima volta il discorso relativo al suo allontanamento, ma non solo. L’attuale tecnico della Nazionale Canadese si è soffermato anche sul rapporto con il nuovo tecnico della squadra cremonese ed ex vice, Cristiano Lucchi, e sul suo futuro.
La scorsa estate Marcello Abbondanza, ex tecnico di Villa Cortese dove ha vinto due coppe Italia centrando tre finali scudetto, aveva scelto Casalmaggiore per il suo come back nel campionato italiano dopo cinque stagioni e tre scudetti vinti all’estero tra Azerbaigian e Turchia. Ma l’avventura sulla panchina della Pomì è durata poco più di un mese.

Cosa è successo?
«Da parte mia nulla. Non ho mai avuto alcun problema con società, staff, giocatrici o pubblico. Sono arrivato il 6 ottobre e poco dopo ho diretto il primo allenamento ma tra infortuni e giocatrici impegnate agli Europei non ho mai avuto a disposizione la squadra al completo. Poi lunedì la società ha scelto di non continuare più con me».

Pentito di essere tornato in Italia?
«Si, ma lo dico senza polemica né rancore; la società ha fatto la sua scelta e io devo solo prenderne atto, non sta a me giudicare il perché. Sono pentito perché è la mentalità ad essere sbagliata e non mi riferisco al mio esonero ma è un discorso più generale. Mi sarebbe solo piaciuto provare a giocare per lo scudetto visto che sono otto anni consecutivi in tre nazioni diverse che ci arrivo, anche se l’annata è lunga e può succedere di tutto… ».

Che tipo di pallavolo ha trovato dopo cinque anni di assenza?
«In generale un volley in crescita per qualità delle giocatrici. Mi hanno impressionato Scandicci, Conegliano e Novara ma credo che la Pomì possa essere tra le prime quattro».

Ritiene che l’impegno da tecnico della Nazionale canadese, possa averla danneggiata?
«Si potrebbe pensare. Non è però il mio primo doppio incarico e non sono nuovo ad entrare in corsa; ho però riscontrato più difficoltà nella costruzione delle squadra e poi un pochino di sfortuna ma quella fa parte del gioco. Affrontare subito Conegliano e Scandicci non ci ha aiutato a trovare il ritmo gara; resto del parere che le squadre si creano in palestra, col lavoro ma purtroppo non c’è stata la possibilità di farlo».

Non ha avuto il tempo…

«Non sta a me dirlo; posso solo con estrema serenità prenderne atto. Non mi sono sentito tradito da nessuno».

Si aspettava la promozione a primo allenatore di Lucchi?
«Con Cristiano ho un bellissimo rapporto di amicizia e credo che debba cominciare a fare il suo percorso; posso solo fargli il mio in bocca al lupo. Molti dicono che avrebbe dovuto venire via con me; ognuno è libero di scegliere che strada fare ma da parte mia non c’è nessun rancore».

Le voci di qualche frizione dopo la gara con Bergamo sono vere?
«Assolutamente no. Siamo tornati a casa in auto assieme e ci siamo fermati a mangiare».

Cosa vede nel suo futuro?
«Ad oggi ho un biennale con la Pomì. Dovrò capire che strada prendere: mi sono sposato sabato scorso, ho un bimbo di 6 mesi e potrei anche decidere di fare una lunga luna di miele. Oppure risolvere la situazione, mettermi in gioco e se c’è qualcosa di interessante prenderla, però al di fuori del territorio italiano. Per dimostrare il mio valore devo essere messo nelle condizioni di poterlo fare ed ho sempre un Mondiale da giocare con il Canada».

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Perugia, Sirressi fiduciosa: “L’obiettivo primario resta la salvezza, ma sognare non costa nulla”

A1 Femminile

Nel cuore dell’estate pugliese, tra il caldo di Sant’Eramo in Colle, tranquillo borgo in provincia di Bari, e le giornate divise tra allenamenti in palestra, relax e un po’ di mare, Imma Sirressi si prepara alla sua quarta stagione con la maglia della Bartoccini MC Restauri Perugia, la terza consecutiva con alle spalle sempre i gradi di capitano. Libero di esperienza, carismatica guida in campo e fuori, Sirressi rappresenta un punto fermo per la formazione perugina.

Nelle ultime due stagioni ha collezionato un altissimo numero di presenze, ben 61 in gare ufficiali, confermandosi una colonna difensiva imprescindibile per le Black Angels. Nel suo palmarès figurano, oltre la Coppa Italia di A2 conquistata a Perugia, anche una Supercoppa Italiana, uno Scudetto e una Champions League. Sono dunque diverse le stagioni da protagonista nella massima serie, a testimonianza di una carriera solida e vincente. Nel frattempo, il libero e capitano della squadra del Presidente Antonio Bartoccini si divide tra attività quotidiane in palestra e tempo libero da spendere in famiglia:

"Mi sto godendo un po’ di riposo, ma non trascuro l’allenamento – afferma Imma –. Vado tutti i giorni in palestra e do una mano a mia madre (Chiara Marsico, ex pallavolista, ndr) che allena una squadra di ragazze under 15. Spesso alleniamo insieme. Lei è stata la mia prima allenatrice e ancora oggi è un punto di riferimento".

Ma il pensiero di Imma è già rivolto alla prossima stagione e all’ambiente di Perugia: "Non è una questione solo di campo. Il mio lavoro è anche quello di tenere unito il gruppo, trasmettere la cultura del lavoro, dell’impegno quotidiano, dell’identità delle Black Angels. È una filosofia, un modo di essere, non solo una maglia".

Il suo compito sarà anche quello di fare da collante tra le veterane e le nuove arrivate: "Cercherò di fare quello che lo scorso anno è stato fatto con successo: accogliere e accompagnare le nuove, spiegare cosa significa giocare a Perugia. Una città 'frizzicarina', come mi piace dire, che chiede tanto, ma sa anche dare tanto".

Sul nuovo gruppo che sta nascendo, Sirressi mostra fiducia e lucidità: "Mi sembra che sia stata costruita una squadra molto consapevole. Un bel mix tra esperienza e gioventù. Conosco bene Perinelli, l’ho affrontata spesso, so delle qualità di Fiesoli e ho visto spezzoni video delle straniere: ci sono capacità e consapevolezza. L’obiettivo primario resta la salvezza, ma sognare non costa nulla. Un sogno vero sarebbe vincere lo scudetto a Perugia, ma il sogno praticabile è quello di entrare nei playoff. Sarebbe bellissimo poter vivere un’appendice stagionale del genere".

Tra i momenti più emozionanti dello scorso anno, Imma ricorda il calore del PalaBarton: "È stato incredibile giocare lì. L’atmosfera che si è creata è stata qualcosa di unico. Non mi aspettavo un pubblico così numeroso. Rispetto all’anno in A2 ho visto una crescita enorme. Tifo organizzato, affezionato e coinvolgente".

E anche il suo paese ha sentito questo legame: "I miei compaesani hanno organizzato un pullman per venire a vedere una partita. Si sono emozionati. Da allora mi fermano per chiedere notizie su di noi: chi arriva, chi parte, come sarà la squadra… È nato un legame forte anche lì, tra Sant’Eramo in Colle e Perugia". Una stagione calda, dentro e fuori dal campo, è ormai alle porte. E con un capitano come Imma Sirressi, che unisce tecnica, leadership e cuore, le Black Angels possono guardare con fiducia al futuro.

(fonte: Bartoccini MC Restauri Perugia)