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Noumory Keita: “Le mie esultanze non sono provocazioni. Si fa anche in NBA…”

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Di Redazione

Le sue esultanze colorite ed esuberanti hanno esaltato i tifosi della WithU Verona, ma anche suscitato più di una perplessità tra gli avversari e i commentatori: per l’ambiente della pallavolo italiana, evidentemente, non è facile digerire un personaggio estroverso come Noumory Keita. Il giovane bomber maliano, però, tiene a sottolineare che nei suoi gesti non c’è nulla di malizioso: “Mi piace festeggiare per me, per i compagni e per i tifosi – spiega in un’intervista a L’Arenanon lo faccio mai rivolto verso gli avversari, mai. Non voglio provocare nessuno“.

Non mi piace provocare – ribadisce Keita – non sono il tipo. Mi piace lo spettacolo, fare lo show come nella NBA. Perché non si può fare nella pallavolo? Si tratta di divertirsi e fare divertirsi i tifosi. Tutto qui“. Anche l’esultanza in cui mima il gesto del volo, assicura lo schiacciatore, non ha nulla di derisorio nei confronti del muro avversario: “Mi chiamano Aquila. E cosa fanno le aquile? Volano“. E pure per la mano davanti al viso, altra mimica ricorrente, c’è una spiegazione: “L’ho preso dal wrestler John Cena, significa ‘You can’t see me’, non puoi vedermi. Un gesto famosissimo nella WWE“.

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