Christenson: "Ho sempre sperato di giocare in un clima come quello del PalaPanini"

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Di Redazione

Neanche il tempo di arrivare a Modena ed è già diventato un idolo. Micah Christenson, palleggiatore di Modena, è già il beniamino dei tifosi dopo aver vinto la Supercoppa italiana e il titolo di MVP della manifestazione. L’alzatore a stelle e strisce si è raccontato in una bella intervista della “Gazzetta di Modena”.

Micah come è stata la tua prima settimana a Modena? «Sono arrivato in città proprio mercoledì scorso e, quando ho vestito per la prima volta la maglia gialla, ho provato grandissime emozioni. Sono felice di essere a Modena e voglio nuovamente ringraziare Catia per avermi portato qua. Sono entusiasta e so che sarà un’annata bellissima».

La tua prima partita in gialloblù è stata contro la Lube. «Io gioco sempre per vincere, ogni volta che scendo in campo, se dall’altra parte della rete c’è la Lube oppure Sora è uguale. Io voglio vincere per i miei compagni e per me stesso. Non ho tanto altro da dire su questo argomento».

Domenica esordirai all’interno del Pala Panini, sei emozionato? «Non vedo l’ora di vedere tanti tifosi dentro il nostro palazzetto. Sicuramente sarà molto diverso dalle mie precedenti esperienze al Pala Panini, anche se ho sempre pensato quando ero all’interno di questo palazzetto che mi sarebbe piaciuto giocare in un clima così caldo».

Come hai fatto a trovare immediatamente l’intesa con i tuoi nuovi compagni? «Perché ho dei compagni di squadra fortissimi, non è difficile trovare l’intesa con campioni di questo calibro. Sono tutti forti. Per me giocare a volley è sempre una gioia, sia che lo pratichi con i miei amici o che lo pratichi con i miei compagni di squadra. Mi diverto sempre».

In semifinale dopo due match point sbagliati ti sei affidato a Holt. «Pensavo proprio questo in quei momenti concitati contro la Lube: “Max in questo momento è inarrestabile e la palla la do a lui”. Era così semplice, soprattutto perché Max stava giocando un match di altissimo livello».

Stai conquistando trofei e premi personali, ti senti arrivato? «Assolutamente no, non posso fermarmi mai nella mia carriera. Anche se vinco tutto, non posso dire che sono arrivato. Se penso questa cosa poi mi fermerò subito. Ho sempre voglia di migliorarmi, e so bene che posso migliorare ancora tanto. Voglio pensare che sono lo stesso ragazzino che ha iniziato a giocare a volley all’età di 10 anni».

Dopo la Supercoppa cambiano le gerarchie della Superlega? «Sappiamo molto bene che non esiste una favorita, non vince la più forte sulla carta. Siamo in Italia, dove c’è il campionato più forte del mondo, quindi tutte le squadre possono vincere. “Dobbiamo vincere” è una cosa che non dobbiamo mai dire. Daremo il nostro massimo ogni partita».

Com’è il rapporto con Velasco? «Stiamo lavorando e parlando tanto. Lui ha in testa un preciso sistema di gioco, ma è un allenatore che ti ascolta e che capisce che, se c’è un giocatore particolarmente in forma, bisogna cambiare tattica anche a gara in corso. E’ un piacere allenarsi con lui, parliamo molto di pallavolo».

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