Mauricio Motta Paes Epicentr Podolyany
Foto Iran Volleyball Federation

Mauricio Motta Paes: “L’Iran darà tutto per andare alle Olimpiadi”

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Sapete cosa significa “kintsugi“? Letteralmente, riparare con l’oro. Avete mai visto quelle meravigliose tazze piene di venature dorate tanto irregolari quanto suggestive? Il kintsugi è proprio quello. Una tecnica di riparazione, ideata in Giappone e divenuta filosofia alla fine del 1400: il principio che una tazza, anche la più bella, la più preziosa, è destinata verosimilmente a rompersi per la sua natura fragile e precaria. Ma è nella sua riparazione, scrupolosa e precisa, che nasce il capolavoro: perché con lacca e oro, nasce un nuovo oggetto, unico nel mondo, e per questo stupendo. Dalle ferite, nasce l’amore. Dalle imperfezioni, nasce una meravigliosa forma di bellezza.

Non sappiamo se, quando ha lavorato in Giappone, l’allenatore franco-brasiliano Mauricio Motta Paes ha studiato i segreti del kintsugi, ma sicuramente quest’antica arte potrà essergli di ispirazione per affrontare la nuova sfida della sua carriera: centrare la qualificazione a Parigi 2024 con la nazionale maschile dell’Iran e soprattutto rimettere insieme i cocci dopo il disastroso torneo di qualificazione olimpica disputato a Rio de Janeiro a inizio ottobre.

Mauricio Motta Paes
Foto Iran Volleyball Federation

Mauricio, raccontaci cosa ti ha spinto ad accettare la proposta dell’Iran. Come hai capito che era la sfida giusta per te in questo momento della tua carriera?

Essere scelto per guidare la nazionale iraniana e cercare di portarla al più grande evento sportivo del mondo è un onore ma anche un’enorme responsabilità. Sono stato attratto dalla combinazione di due fattori: il talento dei giocatori e la portata della sfida. Viviamo la nostra passione per la pallavolo per avere un privilegio di questo tipo e non importa la fase della nostra vita o della nostra carriera. La cosa più importante è l’esperienza umana e sportiva che viviamo, e che rende la nostra professione così bella e… unica“.

In Iran c’è stata qualche critica per la tua nomina.

Sinceramente non mi interessano affatto queste critiche perché fanno parte del folclore locale. E poi la divergenza di opinioni è ciò che rende la vita più interessante e la sfida ancora più divertente“.

Come pensi di affrontare quest’estate? La VNL rappresenta l’ultima opportunità per l’Iran di accumulare punti nel ranking mondiale e qualificarsi alle Olimpiadi.

Le aspettative sono molto alte, e perciò non vediamo l’ora che questo torneo inizi. Sappiamo quanto sia importante raccogliere il maggior numero di punti per il ranking mondiale, ma prima di tutto dovremo mantenere il focus sul nostro obiettivo, credere nelle nostre qualità e creare i presupposti per essere competitivi. A mio parere, dare fiducia a tutti i giocatori sarà la chiave per centrare il nostro obiettivo“.

Come vedi il percorso dell’Iran in VNL? E cosa ne pensi delle vostre avversarie nella prima pool?

Rispetto alle nostre dirette avversarie, il calendario delle partite non è molto favorevole; tuttavia, quando vuoi qualificarti alle Olimpiadi, non devi aspettarti un percorso privo di difficoltà. Dunque, dovremo contare solo su noi stessi e guadagnarci le nostre chance. Tutti conoscono le qualità di squadre come Italia e Argentina. Non stiamo lottando per lo stesso spot perché siamo troppo indietro nel ranking mondiale, ma una vittoria contro di loro potrebbe aiutarci a fare un enorme salto in avanti. Cuba è una squadra che può contare su giocatori potenti, alcuni dei quali militano nei club dei migliori campionati al mondo. Poi c’è la Serbia, che affronteremo all’esordio e sarà già un match cruciale per entrambe. Anche loro hanno elementi esperti e dai nomi importanti. Conosciamo il valore di queste nazionali e abbiamo già iniziato a studiarle, anche se per ora diamo la priorità a noi stessi“.

Cosa ti dà fiducia nel tentativo di ottenere il pass olimpico?

La qualità della pallavolo iraniana, e l’amore e l’impegno dei giocatori per il proprio paese. Qui l’attaccamento alla maglia ha un significato unico e profondo. Certo, le abilità e le qualità dei giocatori sono determinanti, ma credo anche nella loro capacità di dare tutto per raggiungere l’obiettivo prefissato. Come noi, anche le altre squadre che puntano ad ottenere il pass olimpico hanno talento, quindi la fiducia nei nostri mezzi sarà fondamentale“.

Quanto sarebbe significativo per te partecipare alle Olimpiadi in Francia, un paese a cui sei molto legato?

Sono estremamente orgoglioso della vita che io e mia moglie abbiamo costruito per la nostra famiglia in Francia e di aver dato ai nostri figli l’opportunità di crescere in un paese così bello e importante senza mai dimenticare le nostre radici brasiliane. Sono stato vicino a partecipare a Parigi 2024 come assistente della nazionale francese e senza dubbio sarebbe stato incredibile; però, Bernardinho ha deciso di dimettersi. Ora mi si è presentata una nuova opportunità e sono fermamente intenzionato a dare tutto per raggiungere il nostro obiettivo perché partecipare alle Olimpiadi in Francia sarebbe un’esperienza impagabile“.

Cosa deve fare l’Iran per migliorare e raggiungere le migliori nazionali al mondo?

Dobbiamo capire che non c’è tempo per fare cambi radicali. Ottimizzare le nostre qualità ed eliminare i nostri difetti sarà uno dei punti chiave. Sono chiamato a fare un lavoro di 4 anni in 4 settimane; ecco perché il nostro focus è rivolto alla costruzione dello spirito di squadra e al lavoro su servizio float, difesa e attacco. I giocatori iraniani hanno una buonissima tecnica di base; quindi, dobbiamo mettere questa cosa al servizio della squadra. Il mio secondo obiettivo è di far capire ai giocatori quanto sia importante sfruttare la loro naturale aggressività a beneficio delle strategie della squadra“.

Foto La Voix du Nord

Puoi vantare ben 30 anni di carriera da allenatore alle spalle. Cosa ti rende più orgoglioso del tuo percorso? Hai qualche rimpianto o c’è qualcosa che avresti potuto fare meglio?

Avere una carriera così lunga non vuol dire necessariamente che abbia vinto tutto, ma i rimpianti hanno senso solo se ci fanno andare avanti e ci fanno migliorare. Si può sempre fare meglio, ma la mia filosofia è di puntare alla sfida successiva: la vittoria più importante è quella che deve ancora venire“.

Come si è evoluto il tuo approccio metodologico al coaching nel corso degli anni?

Il mondo è cambiato, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie; non sempre in meglio, ma la nostra capacità di adattamento è diventata più che mai un elemento fondamentale. Ad alti livelli siamo ormai chiamati a gestire giocatori dall’ego smisurato, che spesso trascorrono più tempo osservando se stessi sui social network piuttosto che concentrarsi su quello che conta veramente. Bisogna ricordare loro quali sono i veri valori dello sport e della vita, e l’impatto che possono avere queste distrazioni sulle prestazioni individuali e collettive.

Oggi ormai tutti fanno buoni allenamenti, analisi video, preparazioni atletiche, ecc. Ma creare una vera squadra e trasmettere i veri valori della vita sono gli elementi chiave per ottenere buoni risultati e gestire al meglio un gruppo. A mio parere, prendersi cura dei giocatori e interessarsi ai loro dubbi e alle loro esigenze è il miglior modo per farli diventare grandi giocatori, buoni compagni di squadra e persone migliori. Il nostro obiettivo non quello di creare ‘un rapporto di dipendenza’, ma aiutarli a prendere controllo della propria carriera e a farli sentire responsabili delle proprie prestazioni“.

Dopo gli ottimi risultati in Francia e in Giappone, quest’anno hai vinto la Coppa di Ucraina e raggiunto la finale del campionato da allenatore dell’Epicentr-Podolyany. Com’è stata questa esperienza?

È stata un’esperienza di vita straordinaria. Ho avuto l’opportunità di incontrare persone incredibili, dentro e fuori dal campo, che si sono dimostrate immensamente generose nonostante la situazione complicata che sta attraversando il loro paese. Poi, dal punto di vista sportivo, quando si giocano le finali, non importa dove si è o a che livello si gioca, perché le motivazioni, le emozioni e il desiderio di vincere non cambiano. Abbiamo dato tutto per l’Epicentr-Podolyany e posso dire di essere molto orgoglioso dei miei giocatori, del mio staff e di quello che abbiamo fatto“.

Mauricio Paes Woori Card
Foto Woori Card

Per concludere, quale club allenerai nella prossima stagione?

Sono molto felice e motivato di iniziare una nuova sfida in Corea del Sud con il Woori Card“.

di Alessandro Garotta

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