Massimo Gaspari al centro della rete per Grottazzolina

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Foto: Grottazzolina
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Di Redazione

Parafrasando il titolo di un celebre film del 2008 diretto da David Fincher, la storia di Massimo Gaspari nel mondo del volley trova un interessante e fantasioso parallelo con quella del protagonista della pellicola, impersonato da Brad Pitt. Benjamin Button, infatti, ha una dote unica, che è quella di ringiovanire col passare degli anni. Stessa sorte che è toccata al centralone ascolano classe ’80, più o meno.

La storia di Massimo nel mondo del volley è di quelle belle, senz’altro da raccontare. Una storia intrisa di quei famosi “corsi e ricorsi” storici di cui sono piene le pagine della vita di ciascuno di noi. Nato e cresciuto ad Ascoli Piceno, infatti, Massimo cresce nelle fila della squadra più importante del capoluogo piceno, sotto le mani accorte e sapienti di uno che coi giovani ci sapeva fare, ovvero quel Alessandro Brutti che abbiamo tra l’altro ritrovato con piacere qualche settimana fa nell’ambito di Videx Heroes, trasmissione che “in tempi di Covid” sta tenendo compagnia ai tifosi grottesi con l’intento di ritrovare, man mano, i protagonisti della cinquantennale storia del club grottese.

Ed è stato proprio coach Alessandro Brutti ad aprire a Massimo Gaspari le porte del palasport di Grottazzolina, introducendolo per la prima volta nel volley di Serie A.
Da lì è iniziato un percorso, simile a quello di tanti altri sportivi, che ha visto “Gas” girare parecchio per l’Italia tra Marche, Abruzzo, Puglia e Sardegna. La cosa curiosa, tuttavia, è che proprio quando la strada percorsa da Massimo sembrava volgere, pian piano negli anni, verso la sua naturale conclusione agonistica, arriva nel 2017 la [ri]chiamata inaspettata: a 37 anni, infatti, coach Ortenzi gli chiede di tornare a far parte dell’organico della Serie A targata Videx.

E questo suo rientro nell’Olimpo del volley, in quella stessa porta dove tutto iniziò vent’anni prima, ha messo in mostra un Massimo Gaspari gradualmente di nuovo protagonista, in un crescendo che davvero dimostra come quando una persona fa le cose con la testa, ma soprattutto con il cuore, nulla è davvero precluso. Sarà che l’esperienza ti insegna, negli anni, la capacità di saperti gestire; sarà che quello di Grotta è e rimane un ambiente “a trazione familiare”, fatto sta che quest’ultimo triennio ha messo in mostra un atleta serio, sempre disponibile nel dare una mano agli altri e, addirittura, quasi ringiovanito. Più Benjamin Button di così?

Veniamo da una stagione che purtroppo si è interrotta sul più bello – le parole del centrale ascolano – ma per quanto possa dispiacere la beffa subìta credo che vada considerata la ragione per cui ci si è dovuti fermare, e di fronte a ciò tutto passa in secondo piano. Personalmente sono sicuro che ripartiremo più carichi che mai, certi che la società allestirà una squadra comunque di livello e che, aldilà di tutto, continueremo sicuramente a puntare in alto.”

Parole sagge, di chi ha sempre dato il giusto peso allo sport senza mai perderne la dimensione ludica, aldilà dei risultati (ottimi) raggiunti in carriera. Quella che sta per iniziare, peraltro, sarà una stagione speciale per Gaspari, come ci tiene lui stesso a sottolineare: “La prossima sarà la mia decima stagione in Serie A, quindi ha per me un significato particolare e ci tengo tantissimo a far bene.”

Decima stagione in Serie A proprio nell’anniversario dei cinquant’anni della pallavolo a Grottazzolina, la società che lo ha lanciato nel top del volley. Davvero un “curioso caso”, non c’è che dire…

(Fonte: comunicato stampa)

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Campobasso conferma il suo bomber Morelli: “Potrete vedere all’opera il vero Michele”

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Il suo apporto – soprattutto nei playout – è stato determinante e decisivo. Ma anche, dal suo arrivo in corsa, è cresciuto sempre più, ritrovando intesa e sintonia sul campo. Di fatto, così, la conferma era già in rampa di lancio da prima della conclusione del torneo. Michele Morelli, il bomber degli EnergyTime Spike Devils Campobasso, sarà uno dei riferimenti assoluti del gruppo rossoblù anche per la prossima stagione.

Quello che, per molti tifosi ed addetti ai lavori, era un ‘atto dovuto’ è accolto con grande soddisfazione dal diretto interessato.

"Era un aspetto pronosticato – ci scherza su il laterale – ed una decisione arrivata già da un po’, di fatto era una notizia ormai nell’aria. Che dire, sono orgoglioso e particolarmente felice di far parte di una realtà che per me, a tutti gli effetti, è una famiglia, un posto dove mi trovo bene ed in cui volevo rimanere con tutte le mie forze".

Poi, il giocatore entra su quella che è stata l’ultima stagione. "L’avvio è stato segnato dalla ripresa perché era da un anno e mezzo che avevo smesso e ripartire non è mai semplice, a maggior ragione quando ci sono delle situazioni intricate a livello di risultato. Ma Peppe (il tecnico Bua, ndr) con me è stato fantastico. Mi ha voluto e mi diceva in ogni momento di stare tranquillo e che sarei venuto fuori, rivelandomi decisivo ai playout".

"Me l’avrà ripetuto un milione di volte e dentro di me questo discorso ha fatto breccia e mi ha reso particolarmente fiducioso, anche perché salivo man mano di rendimento e le prestazioni erano costanti, tanto che l’ho sentito io per primo ed il momento in cui è venuto fuori con ancora più forza è stato in occasione del primo set perso con Brugherio. Lì mi sono detto che non potevamo cedere anche in quella gara in esterna e che dovevamo cominciare a vincere lontano da Campobasso e mi sono messo la squadra sulle spalle e questo ci ha consentito di arrivare alla salvezza prima possibile in un’annata con tante situazioni sospese per via di dinamiche e vicende ben conosciute alla piazza".

A Campobasso, tra l’altro, si è visto un giocatore che – per considerare quello che è stato il periodo trentino di Morelli – aveva le qualità di bomber del calibro di Štokr o Sokolov, ossia elementi in grado di realizzare tanti punti, ma pronti a calamitare ancora più palloni su di sé.

"Quando ricevi tanti palloni – la teoria di Morelli – è anche più facile giocare bene e, personalmente, ringrazio chi mi ha dato tanta fiducia. Per mia indole e caratteristica poter attaccare tanto mi carica, e non poco. E direi che, alla fine, ci siamo presi il doppio delle soddisfazioni perché il risultato ottenuto vale il doppio, a fronte anche di tanti che ci davano spacciati nel girone di ritorno in cui venivamo guardati con sufficienza, tante volte, da altri competitor. Abbiamo dimostrato di avere qualità, di saper uscire fuori dalle difficoltà perché magari perdi e soffri, ma quando esulti lo fai doppiamente. E, in prospettiva, si sta lavorando per allestire qualcosa di buon livello per non avere sofferenze come in parte della scorsa stagione".

Del resto, Campobasso è nel cuore del giocatore pugliese, che ha creato un legame solido ed indissolubile con la tifoseria di fede rossoblù. "La gente del capoluogo è speciale e si è creata una sintonia unica con loro e questo mi fa molto piacere. Caratterialmente, so bene di non essere una persona semplice, però aver ricevuto così tanto affetto ed una benevolenza unica e sentire il pubblico così legato a me mi ha trasmesso emozioni uniche e a loro faccio una promessa. Quello della scorsa stagione era un Michele in ripresa, nel 2025/26 potrete vedere all’opera il vero Michele".

Un giocatore in grado di ‘stare in Paradiso a dispetto dei santi’, ossia – fuor di metafora – di essere un opposto in grado di passare con continuità al di là di un’altezza da ‘normotipo’ (195 centimetri) nel regno dei ‘picchiatori’ alti oltre i due metri.

"Il mantra di quella che è stata una davvero felice carriera per me è stato quello, ossia saltare più in alto e lavorare con continuità, anche sfruttando le mani del muro avversario senza perdermi d’animo mai. Personalmente, poi, mi sento ancora di dover dare tanto a questo universo. Personalmente, non invidio nulla ai bomber di duecento e passa centimetri perché, con la gestione mentale e con la manualità dei colpi impari tanto ed i 34 anni mi hanno insegnato questo ed altro".

"In tal senso – prosegue con un’efficace ‘freddura’ – voglio ringraziare coach Bua che ha parlato di squadra giovane come caratteristica base per il torneo che verrà".

Poi, in merito agli obiettivi da raggiungere, chiosa: "Non mi va di fare grandi proclami, però posso dire che faremo di tutto per recitare un ruolo da outsider. Abbiamo una buona squadra ed un club che ha investito con oculatezza sul mercato per riuscire a fare il salto di qualità. Da parte mia, come sempre, posso promettere il massimo impegno e poi questa sarà una stagione diversa anche perché, senza nulla togliere al 77, torno al mio numero di maglia abituale (ossia l’1, ndr). Poi, come sempre, sarà il campo a parlare. In estate si sentono tanti proclami di grandi squadre e di team con tanta organizzazione, ma solo i risultati e le partite poi ti restituiscono la misura di quanto fatto in fase di programmazione".

(fonte: EnergyTime Spike Devils Campobasso)