Marco Pierotti a scuola da Urnaut: "Da lui posso sicuramente imparare tanto"

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Di Redazione

Classe 1996, Marco Pierotti si appresta a vivere una stagione che molti giovani pallavolisti vorrebbero vivere, in una delle formazioni della massima serie più titolate della storia: Modena Volley. Per lo schiacciatore di Fano sarà un’annata importante sotto ogni punto di vista, per crescere e imparare dai “senatori” come lui stesso ha raccontato alla “Gazzetta di Modena”.

Continua ad allenarsi l’Azimut Modena al Pala Panini agli ordini di Cantagalli, con l’obiettivo di arrivare pronta per la Supercoppa italiana. Marco Pierotti si appresta a vivere la sua prima stagione nel Tempio e ha un solo desiderio: «Non vedo l’ora che inizi il campionato perché voglio vedere il Pala Panini strapieno. Intanto noi continuiamo a dare il massimo in allenamento in attesa dell’arrivo degli altri compagni. Non vedo l’ora di vedere all’opera Urnaut perché è un giocatore completo e mi piace tantissimo il suo modo di attaccare la palla. Devo lavorare tanto sul fondamentale dell’attacco e da lui posso sicuramente imparare tanto. Il mio giocatore preferito? Samuele Papi, se lo ricordano tutti per quello che ha dato al movimento italiano. Il giocatore ideale dovrebbe avere l’attacco di Juantorena, il muro di Volkov, la ricezione di Tillie e la battuta di Russell».

Pierotti conclude raccontando la sua storia. «Ho iniziato a giocare a volley a Fano quando avevo 10 anni. Ho giocato nella squadra della mia città fino alla serie C nell’anno della maturità, poi sono andato in A2 per giocare con Potenza Picena. Infine ho fatto due anni a Bergamo, sempre in serie A2. Ho iniziato a giocare a pallavolo perché la maestra delle elementari mi aveva chiesto di provare a giocare con la sua squadra, alla fine mi è piaciuto subito così ho deciso di continuare. La svolta della mia carriera? Sicuramente quando ho ricevuto la chiamata della nazionale per il Mondiale Under 21, fino a quel momento avevo giocato solamente in serie C. È stata una gioia indescrivibile».

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