Lega, Alessandra Marzari sul programma di Mosna: "No allo scontro con CEV e FIVB"

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Di Redazione

La Lega Pallavolo Serie A maschile sta per scegliere il suo nuovo presidente: in novembre si terrà l’assemblea che eleggerà il sostituto di Paola De Micheli, politica e oggi ministro del governo Conte.

L’unica candidatura finora resa nota è quella di Diego Mosna, già presidente dell’Itas Trentino, che ha ricevuto l’investitura di gran parte dei club del Consorzio.

I punti del programma elettorale di Mosna, che sarebbe al suo terzo mandato nella carica, hanno però suscitato qualche discussione tra dirigenti e addetti ai lavori. Alessandra Marzari, Presidente del Consorzio Vero Volley di Monza, è tra coloro che hanno manifestato più di una perplessità sui contenuti e le proposte del possibile futuro numero uno di Lega; il tema più “caldo” è sicuramente quello dei calendari internazionali, da cui siamo partiti nel nostro approfondimento direttamente con lei.

Mosna, com’è noto, ha proposto di disputare i campionati da maggio a settembre anche in assenza dei giocatori convocati in nazionale. Cosa ne pensa?

“Innanzitutto non condivido questa modalità di relazione con le istituzioni internazionali: qualunque lotta interna e forma di chiusura indebolisce in maniera significativa il nostro movimento. Serve un atteggiamento fermo, questo sì, per ottenere quello che CEV e FIVB ci devono: un calendario che permetta ai club di lavorare nel modo migliore con i nostri atleti, i nostri fan, i partner e le nostre venue. Altrimenti, più che giocare con formazioni incomplete e senza i giocatori più rappresentativi del campionato, potremmo prendere in considerazione l’ipotesi di non iscrivere le nostre squadre alle competizioni internazionali”.

La proposta prevederebbe anche di ridurre i compensi degli atleti che non possono scendere in campo perché impegnati con le nazionali.

“Ho qualche dubbio che possa funzionare. Ci vorrebbe un autentico gentlemen’s agreement tra le società per garantire la lealtà di tutti i club… vi immaginate il rispetto di questo accordo, mentre i presidenti si contendono a suon di ingaggi un opposto o un qualunque altro giocatore?”.

Per quanto riguarda i campionati, Mosna propone di tornare a una SuperLega senza retrocessioni e a 12 squadre.

“Credo che 12 squadre siano poche, soprattutto in previsione di un calendario lungo come quello che ci si propone di ottenere: 14 potrebbe essere un numero più corretto, mantenendo una retrocessione. Questo perché da anni è impossibile garantire quel ‘rigore meritocratico’ di cui Mosna parla nel suo programma, e risulta quindi difficile stabilire e rispettare dei criteri per far entrare una squadra in SuperLega, se non il diritto sportivo legato a una promozione”.

Il nuovo presidente vorrebbe anche confermare la Serie A2 a 12 squadre e l’attuale Serie A3, che diventerebbe un campionato sempre più “giovane”, con la partecipazione delle squadre Under dei club di SuperLega.

La Serie A2 dovrebbe essere a sua volta a 14 squadre, con una promozione ogni anno: eliminarla diminuisce di molto la competitività della categoria e le motivazioni delle formazioni. Dovrebbero esserci significative agevolazioni e valorizzazioni per chi schiera un certo numero di giocatori Under 21. Per quanto riguarda la A3, ho votato contro la sua istituzione e resto di questo parere. Troppe società di questa categoria non hanno uno standard qualitativo adeguato, per molti versi, a vantare il brand della Lega di Serie A, che è una ricchezza, rappresenta e deve sempre di più caratterizzare un’eccellenza e, di conseguenza, non va sminuito”.

Tra i punti del programma c’è anche la riorganizzazione della Lega, con l’istituzione di un Comitato Esecutivo che si occupi, tra l’altro, dei rapporti con le Federazioni e del presidio delle Commissioni.

Sono d’accordo con questa proposta, ma nell’organigramma manca ancora, a mio avviso, un responsabile del digital marketing, che si dedichi in primis alla trasformazione digitale in prospettiva futura della nostra struttura. Questa figura sarebbe indispensabile anche per la creazione di una piattaforma multimediale per la distribuzione dei contenuti media, un’esigenza che lo stesso Mosna indica come una priorità. Un altro obiettivo dovrebbe essere la creazione di un CRM, una piattaforma di gestione delle relazioni con gli utenti, che ci permetta di conoscere meglio i nostri fan e di trasformare in servizi e in potenziali ricavi anche la nostra attività agonistica, oltre che una maggiore attenzione per gli aspetti di comunicazione e di cura del nostro marchio di Lega”.

In passato la Lega Pallavolo Serie A Femminile, di cui lei è vicepresidente, si era detta disponibile a una maggiore sinergia con il settore maschile. E’ d’accordo?

Certo, e avrei gradito che se ne fosse parlato nel programma. Auspico perlomeno un incontro per il coordinamento sui calendari, ma non solo. Relazionarsi in maniera differente con la Lega femminile potrebbe essere una soluzione ideale proprio per creare quella piattaforma di gestione dei diritti media di cui parlavamo in precedenza. Le leghe, insieme, potrebbero sicuramente avere più forza e voce per dettare delle regole, piuttosto che dover accettare singolarmente dei difficili compromessi”.

Un ultimo punto del programma riguarda la partecipazione, da parte della Lega, a bandi e progetti europei, per ottenere risorse da investire nella pallavolo di vertice.

“Con la struttura che presiedo abbiamo partecipato a tre bandi europei per lo sport e li ho seguiti personalmente: è un’attività che richiede parecchie risorse e prevede sempre la collaborazione con altri paesi. Si tratta di una procedura complessa, che per essere curata con la dovuta attenzione necessiterebbe di un supporto esterno”.

Ha fatto presenti alla Lega queste sue osservazioni?

Le ho comunicate alcune settimane fa sia a Mosna, sia all’amministratore delegato Massimo Righi, anche in forma scritta, ma non ho mai ricevuto alcun riscontro in merito”.

Altri presidenti sono invece intervenuti spesso su questi e anche su altri temi con apparizioni e dichiarazioni pubbliche che, a volte, propongono dei toni un po’ sopra le righe. Cosa ne pensa di queste esternazioni e di questo attuale fenomeno?

“Credo che tutti dovremmo avere ben chiara la responsabilità che abbiamo nel rivolgerci non solo ai nostri tifosi o entourage, ma a tutto il movimento della pallavolo italiana e anche ai giovani che ci guardano e colgono con attenzione i messaggi che trasmettiamo. Per questo dovremmo fare attenzione a quello che diciamo e a come lo facciamo…”.

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