Foto Federazione Italiana Pallavolo

Le visite mediche tengono “in sospeso” diversi arbitri di Serie A

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Si apre con un campanello d’allarme la stagione degli arbitri italiani. Il raduno degli ufficiali di gara tenutosi la scorsa settimana al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma – al di là di qualche contestazione per la scelta della location e per la decisione di accorpare gli arbitri di ruolo A con quelli di primo gruppo ruolo B – ha infatti fatto emergere un dato preoccupante: secondo fonti interne, un certo numero di direttori di gara non avrebbe superato le visite mediche di idoneità sanitaria.

Per poter esercitare la loro attività, gli arbitri devono presentare un certificato di idoneità sportiva agonistica ed essere in regola con i parametri biometrici stabiliti da CEV e FIVB. Quest’ultimo, in particolare, è un tema notoriamente delicato, soprattutto dopo l’esplosione della vicenda di Martina Scavelli, l’arbitra di Serie B che si era dimessa a febbraio in polemica con la sua “retrocessione”, dovuta proprio al superamento dei limiti di massa corporea e circonferenza addominale. Il caso era poi approdato anche in tv a Uno Mattina e Le Iene, creando più di un problema di immagine al movimento.

La Fipav (vincolata, d’altra parte, al rispetto dei regolamenti internazionali) ha scelto la linea dura sulla questione, anche per togliere di mezzo i dubbi su possibili “trattamenti di favore” ad arbitri di alto livello adombrati dalla stessa Scavelli. E così, ad agosto, a tutti i fischietti è giunta una circolare in cui si ricordavano i parametri fisici da rispettare per essere considerati idonei all’arbitraggio (BMI, circonferenza addominale, valori di pressione), con un’aggiunta importante: “gli arbitri che a inizio stagione non rispetteranno anche solamente uno dei parametri saranno sospesi dal piano delle designazioni fino al momento di avvenuto rientro in tali parametri“.

Il problema è che gli accertamenti per la verifica del rientro nei parametri si terranno solamente nel mese di gennaio 2024 a Roma (indicativamente dall’8 al 21 gennaio) presso una struttura federale o ambulatori convenzionati. Di conseguenza, fino ad allora gli arbitri coinvolti rischiano di dover sospendere l’attività e non essere disponibili per l’inizio dei campionati di Serie A, che prenderanno il via a ottobre.

Diversa, invece, è la situazione degli arbitri a cui non è stata concessa l’idoneità sportiva, che dovranno eseguire ulteriori accertamenti medici per scongiurare problematiche sanitarie di diverso genere. In questo caso, una volta ottenuto il certificato, il direttore di gara potrebbe tornare ad arbitrare subito, senza attendere la scadenza di gennaio. Al momento non esiste però un dato ufficiale sul numero degli arbitri “in sospeso”: la Fipav, interpellata sull’argomento, non ha rilasciato alcun commento per ragioni di privacy.

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