Le tre ricette di Hugh McCutcheon per cambiare la pallavolo

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Di Redazione

Ha condotto la nazionale maschile degli USA allo storico oro olimpico di Pechino 2008 e quella femminile all’argento di Londra 2012. Hugh McCutcheon, recentemente inserito nella Volleyball Hall of Fame, da ormai 7 anni si dedica alla pallavolo universitaria alla guida delle Minnesota Golden Gophers (arrivate due volte alle semifinali nazionali NCAA). Ma il coach nato in Nuova Zelanda continua a seguire con grande interesse il volley internazionale, e in un’intervista a Lee Feinswog per VolleyballMag ha svelato le sue tre idee per migliorare le regole della pallavolo.

La prima ricetta riguarda il servizio nel settore maschile: “Vedere partite con il 20%-30% di errori in battuta è davvero un problema, che non aiuta il coinvolgimento degli spettatori né a far crescere questo sport. Forse si potrebbe provare a eliminare la ricezione in palleggio? Forzare i giocatori a ricevere in bagher, invece di gestire il servizio avversario con le mani, potrebbe portare i coach a chiedere ai propri giocatori più servizi in salto float. O comunque a fare qualcosa di diverso rispetto alla semplice “bomba” dai nove metri“.

Il secondo suggerimento è invece relativo all’attacco: “Penso che sarebbe interessante – sostiene McCutcheon – eliminare il pallonetto ‘puro’ (effettuato toccando la palla con le dita, n.d.r.) da tutte le discipline. Come nel Beach, anche nell’indoor bisognerebbe vincolare i giocatori a colpire soltanto con il palmo in rotazione (la classica “piazzata”) o con le nocche, anziché con la punta delle dita. Penso che questo tipo di tocco non aiuti granché il gioco: escluderlo ci porterebbe ad avere scambi di maggior qualità e obbligherebbe gli atleti a prendere decisioni migliori“.

Infine, l’ex CT della nazionali USA invita a riconsiderare il regolamento sul fallo di doppia: “Nel nostro campionato, il Big Ten, certe volte sembra di tornare indietro nel tempo all’AVP del 1982 (il più famoso circuito di Beach degli USA, n.d.r.), in cui qualsiasi tipo di rotazione veniva fischiata. In altre serate, invece, ti senti come se ci fossero una griglia nell’angolo della palestra e una corda tesa tra i due pali, dato che vale davvero tutto!“.

Il grado di soggettività nel giudizio sulle doppie – conclude McCutcheon – è davvero troppo ampio, varrebbe la pena sbarazzarsene. Non è come quando si parla di accompagnate: quelle, certo, vanno fischiate tutte. Ma è raro che qualcuno riesca veramente a migliorare la palla con una doppia“.

(fonte: VolleyballMag.com)

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