La prima volta di Andrea Giani: “Prima o poi la tua occasione arriva…” (VIDEO)

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
meno di 5 minuti
SHARE
Foto Volleyball World
SHARE
TEMPO DI LETTURA
meno di 5 minuti

Di Eugenio Peralta

Fa sorridere parlare di “prima volta” riferendosi ad Andrea Giani, senza ombra di dubbio uno dei pallavolisti più titolati di tutti i tempi. Eppure, nella sua carriera di allenatore cominciata ormai 15 anni fa, non c’era ancora il suggello della grande vittoria: certo, c’erano due Challenge Cup conquistate con Modena e Verona, una Golden League alla guida della Slovenia, ma un oro “pesante” mancava all’appello. Adesso quella lacuna è colmata, grazie alla VNL vinta con la Francia, nella sua prima esperienza ufficiale sulla panchina dei Bleus: un successo che per Giani, ovviamente, è anche una bella soddisfazione personale.

Sono molto contento – ammette Giani dopo i festeggiamenti – un allenatore si prepara a lungo e si tiene pronto, come ho fatto io in questi anni con la Slovenia e la Germania, e prima o poi la tua occasione arriva. Se riesci ad arrivare a giocare queste partite vuol dire che la possibilità di vincere ce l’hai, e con questo gruppo si può arrivare in fondo alle manifestazioni. C’è il potenziale tecnico, quello fisico, ci sono atleti che hanno le giocate giuste; però le vittorie si costruiscono, e per arrivarci bisogna lavorare insieme“.

Abbiamo giocato molto bene – dice il CT della Francia parlando della finale – i primi due set sono stati fantastici, poi gli Stati Uniti hanno fatto vedere qual è il loro valore. Noi siamo stati bravi a tornare ad accenderci nel quarto set, ci è servito poi per il tie break, in cui siamo stati sempre avanti. Questo è un gruppo straordinario, che vive come una famiglia“.

Ora il grande obiettivo, dopo le Olimpiadi e la VNL, è quello dei Mondiali: “Un traguardo difficile – ammonisce Giani – perché questa squadra non ha costanza nei risultati, basta vedere gli Europei dello scorso anno. Dobbiamo trovare questa continuità e abbiamo le potenzialità per farlo. Adesso ci diamo 10 giorni di stop, poi la preparazione fisica e tecnica che partirà anche dalla nostra testa, da quello che vogliamo ottenere. Sappiamo che ai Mondiali ci sono 7 squadre di livello, e già il girone non sarà facile: dobbiamo lavorare per arrivare più avanti possibile. Poi la vittoria è frutto del lavoro e dobbiamo saperla costruire giorno dopo giorno“.

ARGOMENTI CORRELATI

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Fedrizzi torna da Dubai con l’Emirates Cup: “Una realtà profondamente diversa dalla nostra”

Mondo

Un autentico pilastro della squadra ma anche e soprattutto un idolo dei tifosi della Yuasa Battery Grottazzolina che ha vissuto una splendida esperienza di vita a Dubai, subito dopo la fine della stagione regolare. Parliamo di Michele Fedrizzi, schiacciatore e leader della Yuasa che nella post season ha giocato insieme ai propri compagni il Torneo Internazionale di Dubai, anche per preparare i playoff per il quinto posto.

Proprio l’esperienza del Torneo di Dubai (chiusa con il secondo posto dietro la Dynamo Mosca) è stata galeotta perché proprio Fedrizzi è stato contattato, tramite il suo agente, per disputare l’ultima parte di stagione con la maglia dell’Al Nasr di Dubai, nel campionato degli Emirati Arabi Uniti. Otto squadre al via per un livello di volley che la Yuasa ha incrociato in occasione del torneo. Insomma un’avventura che ha visto la luce proprio in quei giorni, unico italiano in quel campionato dove però la componente straniera (atleti europei e soprattutto brasiliani) è molto numerosa anche se il livello non è assolutamente paragonabile a quello italiano. 

“Siamo tornati da Dubai venerdì 22 marzo insieme alla squadra – racconta Fedrizzi – ma in realtà io sono ripartito il lunedì successivo, giusto il tempo di preparare il tutto anche dal punto di vista burocratico. Una realtà certo profondamente diversa dalla nostra e in cui è necessario adattarsi giustamente nel loro modo di vivere e intendere lo sport”.

Il ritorno in Italia avvenuto nelle ultime ore, dopo due mesi ma ben tre competizioni disputate di cui una vinta. “Prima abbiamo disputato i playoff: in finale siamo stati battuti per 2-0. In quella fase la società ha optato per il cambio di allenatore e non è stato semplice adeguarsi per preparare l’imminente Supercoppa, un torneo che infatti è andato male. Poi però ci siamo rifatti con l’Emirates Cup, la seconda competizione più importante dopo i playoff: qui ho potuto alzare il trofeo. E la squadra per l’occasione è stata ricevuta nel Palazzo presidenziale il sabato successivo alla vittoria, peccato io fossi ripartito 24 ore prima e non sia riuscito a vivere quell’esperienza da favola”

Dicevamo un mondo diverso in tutti i sensi in cui occorre adattarsi rapidamente. “Solo Dubai ha quattro squadre, tutte con propri centri sportivi. Tante gare si giocano in campo neutro e in generale la presenza dei tifosi era ridotta. Di certo qui siamo abituati diversamente. La tv locale, la stessa che ha trasmesso le gare del Torneo giocato con la Yuasa, ha trasmessio tutte le fasi finali”

Il racconto degli allenamenti: “Una seduta atletico-tecnica al giorno seguendo anche le loro tradizioni: durante il Ramadam ci si allenava anche in tarda serata, aspettavano il tramonto per permettere loro di non essere digiuni nello scendere in campo. Personalmente oltre all’allenamento tecnico con la squadra, al mattino andavo in palestra per tenere la condizione fisica. Dovevo soprattutto farmi trovare pronto per la Superlega e la Yuasa, anche evitando situazioni eventuali legate ad infortuni”

Ma poi si vivono queste esperienze sia in campo e nello sport ma anche fuori, dove ti trovi a vivere un ambiente e un mondo profondamente differente. “Ho vissuto quasi due mesi in maniera professionale in campo, ma poi ho avuto anche modo di fare il turista perché l’occasione era indubbiamente imperdibile nonostante un caldo incredibile, stabilmente sopra i quaranta gradi. Guai ad uscire nelle ore calde della giornata anche se poi Dubai è bellissima e c’è tutto quello che si può pensare o sognare. Tornare in futuro? Difficile pensare di andare a giocarci stagione intere, sarebbe poi difficile riprendere il ritmo europeo e italiano. Ma una parentesi di qualche settimana o qualche mese merita di essere fatta per quello che lascia anche dal punto di vista umano”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)