La Lube ci crede e ci illude: ma è lo Zenit Kazan ad alzare la Champions

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Di Redazione

È finita nel modo più amaro, con lo Zenit Kazan che conquista la sua quarta Champions League consecutiva al termine di una sfida estenuante, durissima che la Lube Civitanova ha davvero avuto la possibilità di vincere. È finita 2-3 (27-29, 25-18, 25-23, 23-25, 15-17)…

Alla Lube resta l’amara soddisfazione di essere stata l’unica formazione che  ha davvero messo in difficoltà la squadra campione del mondo.

L’impresa d’altronde era mastodontica: vincere contro la squadra che al momento è universalmente considerata la più forte in assoluto. Lo Zenitdifendeva il titolo europeo per la terza volta, dopo aver vinto il titolo mondiale al termine di un lungo duello contro il Sada Cruzeiro. Da settimane si è confermata squadra campione di Russia e si è potuta concentrare solo su questo evento…

Ci siamo preparati e abbiamo fatto due conti: se escludiamo i preliminari della Superleague russa questa è la cinquantesima partita stagionale dello Zenit che ne ha perse solo due: con lo Zenit San Pietroburgo e con il Belgorod, in trasferta in campionato. In casa è imbattuto: è una squadra a volte un po’ incostante, che concede qualcosa, ma i set lasciati agli avversari sono pochi e cosa più importante lo Zenit non sa perdere le partite che contano.

La Lube parte con estrema concentrazione e nel primo set concede pochissimo: il pezzo forte è il muro, ora Sokolov ora soprattutto  Stankovic riescono ad arginare i devastanti attacchi di Mihaylov e di Leon. La Lube ha il merito di non mollare nemmeno quando un break sembra spalancare ai padroni di casa le porte del set: prima Stankovic stampa Leon, poi è Sokolov a trovare un ace quindi è Cester a conquistare la palla set con un altro muro. Sembra tutto perfetto: ma non basta. Due set point Lube, poi uno Kazan e in una fase molto confusa alla fine è Leon, fino a quel momento abbastanza impreciso, a fare la differenza. Ace sul terzo set point per lo Zenit.

Nel secondo set la Lube parte ancora una volta con maggiore spinta e convinzione: lo Zenit è quasi sorpreso dal temperamento di Sokolov e compagni. Lube sempre avanti fino al 27esimo scambio ma lo Zenit in questo braccio di ferro non dà mai l’impressione di riuscire da staccare: i break si alternano, un po’ da una parte e un po’ dall’altra. Sul 17-19 Civitanova alza la testa, sfrutta gli errori avversari incassa i punti di Christenson (con un ace) e con un muro back to back di Sokolov da antologia chiude il parziale (25-18).

La vittoria nel secondo set fa bene a Civitanova che gioca con un’autorevolezza straordinaria: partenza di nuovo a razzo con break da tre-quattro punti. Civitanova concede qualcosa ma va a riprendersi i punti con gli interessi: sul 12-8 Alekno comincia ad agitarsi in panchina, lo Zenit sbaglia troppo, sembra svagato. Lube straordinaria nel tenere la pressione e sopportare anche l’ambiente che certo non è facile da sostenere: i punti di vantaggio rimangono quattro per la Lube, poi diventano addirittura cinque (21-16). Quando lo Zenit si fa sotto è ormai troppo tardi. Prima Sokolov, con una schiacciata da posizione impossibile e poi Stankovic chiudono il set (25-23).

Il quarto set probabilmente è il più equilibrato e inteso: le due squadre giocano molto di cuore e moltissimo di stomaco cercando di prendersi meno rischi possibili. Nessuna delle due formazioni riesce ad accumulare un gap superiore ai due punti: si gioca sull’onda del momento e dell’occasione. Il gioco non è straordinariamente bello dal punto di vista tecnico ma i palloni pesano una tonnellata. Lo Zenit, in un momento di sostanziale equilibrio, ha il merito di prendersi il cambio palla e un minibreak che non molla più. Gli ultimi due palloni, quelli decisivi, vengono affidati da Butko a Leon che cerca un mani out con il minimo rischio. Lo Zenit chiude 23-25 e si va al quinto.

Il tie break assume il contesto di un terno al lotto: lo Zenit parte cattivo, la Lube risponde cattivissima… 5-2 per i cucinieri dopo una difesa incredibile di Grebennikov messa in banca da Sokolov poi arriva anche il muro di Stankovic stampato su Mikhaylov. Leon trova due punti di fila, il secondo dei quali su un attacco bucato da Stankovic. Lube sempre avanti… ma che angoscia. Cambio campo con Lube a +2: Sokolov sfodera una diagonale principesca, roba da puntamento GPS (9-6). Alla Lube basta giocare sul cambio palla, senza strafare: Anderson spedisce oltre la linea bianca una schiacciata perfettibile. Lube a +4 sullo Zenit e -4 dalla Coppa. Butko batte forte e salva la giornata con un ace pescato dal cielo (11-9); Samoylenko vince un corpo a corpo con Juantorena sotto rete, non finisce più (11-10). Una mostruosa schiacciata da fuori di Leon mette il risultato in parità: Sokolov riprende un punticino, 12-11. Di nuovo parità con Mikhaylov. Sul 25esimo scambio, frenetico e folle, arriva una schiacciata di Sokolov che finisce in curva, Lube chiama il challenge e fa bene perché un dito a muro sfiora la palla…  Ancora Leon, di nuovo parità (13-13): lo Zenit capace di rimontare quattro punti ha dato una grande prova di forza. Sokolov schiaccia per prendersi il primo match ball: Leon, cui ormai chiedono di andare a schiacciare anche dal secondo anello qualsiasi pallone, lo annulla. Nuova schiacciata di Sander dirottata al videochallenge: la consultazione è un parto, dura non meno di quattro minuti. Niente tocco: è match point Kazan. Ma quello che conta è quello successivo, conquistato da Leon e sfruttato dal numero 9 con un ace. Il più pesante di questa final four…

Lo Zenit è di nuovo campione d’Europa. Alla Lube il merito di averci provato sul serio e di esserci quasi riuscita.

 

Lube Civitanova-Zenit Kazan 2-3 (27-29, 25-18, 25-23, 23-25, 15-17)

Lube Civitanova: Sokolov 20, Sander 15, Juantorena 8, Stankovic 19, Kovar 2, Grebennikov (L), Christenson 3, Cester 6, Zhukouski. Non entrati: Candellaro, Marchisio, Casadei, Milan, Storani (L). Allenatore Giampaolo Medei.

Zenit Kazan: Anderson 11, Volvich 9, Panteleymonenko, Leon 33, Butko  2, Samoylenko 5, Gutsayluk 1, Verbov (L), Mikhaylov 24. Non entrati: Alekno, Yudin, Alekseev, Kononov, Krotkov. Allenatore Vladimir Alekno.

Arbitri: Epaminondas Gerothodoros (Grecia), Fabrice Colladis (Francia),

Spettatori: 7000

Timings: 36’, 27’, 30’, 29’, 26’. Totale 2.28’.

Ace: 5-9

Muri: 12-10

 

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