Roma Volley Club

“La Bolla” di Valeria Papa: il percorso per diventare allenatore

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Di Redazione

Torna l’appuntamento con “La Bolla” di Valeria Papa, giocatrice dell’Acqua & Sapone Roma Volley Club.

Ogni volta che sento parlare della mia squadra o mi viene posta qualche domanda il dettaglio che incuriosisce di più è quale sia il rapporto che ci unisce e quali siano gli aspetti positivi e complicati di un gruppo così eterogeneo, per età ed esperienza. In questo periodo, visto che non sono abbastanza impegnata, ho deciso di intraprendere il percorso per diventare allenatore e uno dei concetti sui quali ci si sofferma durante il corso, è quello dell’attenzione e del rispetto delle tempistiche di apprendimento, sia a livello individuale che di gruppo. Alla fine si torna sempre li: il rispetto.

Lo saper stare all’interno di un gruppo, qualunque esso sia, necessita di una forte capacità di supportare, sopportare, comprendere, ma soprattutto di saper condividere. Un gruppo funziona ed è vincente se si trova il modo giusto di rispettarsi l’un l’altro pur nelle profonde differenze che ci contraddistinguono. In una recente intervista mi è stato chiesto se in una squadra sia più importante il legame di amicizia o la motivazione, io credo che il vero collante sia quello di avere un obiettivo comune da perseguire. Identificato quello tutto il resto sparisce, differenza d’età compresa, perché, se viene realmente condiviso, diventa più forte di ogni tipo di collante. Allenare un gruppo come il nostro non deve essere semplice proprio per il fatto che i tempi e le necessità sono profondamente diverse, così come trovare compromessi quotidiani tra di noi può essere a volte complicato.

E allora si pensa all’obiettivo, perché c’è un valore che ritengo fondamentale per un atleta, a prescindere dal livello che affronta ed è l’attitudine al lavoro e quella è mossa nel suo profondo dalle risposte a domande quali: chi sono? chi voglio essere? cosa voglio ottenere? Ognuno ovviamente ha una sua risposta personale, ma di fronte all’obbiettivo sparisce ogni differenza perché potrò essere più o meno esperto, più o meno capace, più o meno talentuoso, ma se approccerò il mio allenamento con lo spirito giusto posso avere diciotto anni come trenta che correrò dietro a un pallone per non farlo cadere, perché ho compreso che dal prendere o meno un singola palla potrà cambiare una stagione intera. Inoltre potrai avere diciotto anni come trenta ma se sei sul pullman, dopo una bella e sudata vittoria, e parte il Gioca Jouer si ritorna tutti un po’ bambini.

(Fonte: comunicato stampa)

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