Foto Facebook Fabio Casali

La Beach Volley University scalpita: “Sblocchiamo lo sport all’aperto”

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Di Redazione

C’è grande voglia di ripartire nel settore del Beach Volley, disciplina forse meno a rischio di altre dal punto di vista del contagio da coronavirus, ma come tutte le altre bloccata (anche per gli allenamenti) dai decreti per il contenimento dell’emergenza. A Cesenatico, come sottolinea Il Resto del Carlino Rimini, sono già saltati l’atteso meeting di Pasqua e il Trofeo delle Regioni in programma a luglio, mentre Cervia ha dovuto rinunciare a una tappa del World Tour, oltre a tante manifestazioni collaterali. Un grosso danno economico se si pensa che il Beach in Riviera, secondo il quotidiano romagnolo, muove ogni anno almeno 10mila persone per un giro d’affari di circa 5 milioni d’euro.

A lanciare il grido d’allarme è Thomas Casali, patron della Beach Volley University: “Stiamo perdendo tante iniziative molto attese e che avrebbero portato migliaia di sportivi in Riviera, con benefici per tutti gli operatori turistici. Viviamo una situazione drammatica a causa della miopia completa da parte di chi sta governando il Paese e lo sport“.

La protesta di Casali si estende oltre il panorama del Beach Volley: “L’Italia è l’unico Stato dove siamo ancora costretti a rimanere chiusi in casa, con limitazioni anche per gli sport all’aria aperta, praticati in condizioni molto più salubri delle mura di una casa. In altre nazioni stanno seguendo l’emergenza in modo completamente diverso. Io capisco le scelte iniziali, ma adesso basta. Non possiamo cancellare gli eventi sportivi di luglio, impedire gli sport di squadra per tutta l’estate è una follia. Stanno facendo un danno micidiale alla nostra salute e all’economia, mentre l’Oms, in
tutti i contesti, promuove lo sport all’aria aperta
“.

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