Konnichiwa Tokyo, arrivano le Azzurre: Orange spremute in tre set

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Di Redazione

Missione compiuta: l’Italia batte l’Olanda 3-0 (25-23-25-17, 25-22) e conquistano l’accesso alle Olimpiadi di Tokyo del 2020. Una serata davvero splendida per merito di una squadra capace di giocare, di divertire ma anche di soffrire e di rimediare ai propri errori e di un pubblico assolutamente impressionante che a tratti ha saputo fare la differenza. Una vittoria tuttavia non semplice con le Azzurre in affanno sia nel primo che nel terzo set quando l’Italia aveva un ampio margine di vantaggio e si sono fatte rimettere in discussione dalle avversarie.

In fondo questa è l’unica partita che conta dopo i due netti successi contro il Kenya e il Belgio; l’Olanda è una squadra ben conosciuta e ha un percorso netto identico a quello delle azzurre con due vittorie per 3-0 e appena quattro punti in meno. Una partita che fin dall’inizio si sapeva sarebbe stata decisiva e che Mazzanti ha preparato nei minimi dettagli recuperando ad esempio in modo definitivo Raphaela Folie. Nel primo set l’Italia offre nello spazio di pochi scambi tutto e il contrario di tutto: parte benissimo con un paio di break che forzano fino al 7-3, allunga fino al 10-4 con grande punto di Folie poi su un punto che deve essere rigiocato l’Italia subisce un break pesantissimo di cinque punti che finisce per inacidire la solidità della squadra. Si torna al punto a punto e le Azzurre fanno molta fatica per riconquistare un margine di sicurezza di quattro punti che arriva sul 21-17 con un altro muro strepitoso di Folie. Sembra fatta ma l’Italia subisce un minibreak e regala un punto su errore al servizio di Sorokaite; Sylla riporta al set ball la squadra con un diagonale dinamitardo ma non basta, l’Olanda annulla ben due palle set e alla fine la responsabilità se la prende Paola Egonu che dopo un errore di Sylla chiude i conti. Un set che per ben due volte sembrava poter essere dominato… (25-23).

Davide Mazzanti richiama la squadra: “La partita è questa, non si può dare niente per scontato, non si può concedere nulla” dice più volte alle ragazze urlando sopra al clamore del PalaCatania. Il primo break del secondo set favorevole all’Italia arriva dopo sedici scambi e porta l’Italia sul 10-6, quattro punti sono un margine di sicurezza che nella prima frazione non è nemmeno stato sufficiente. Dall’altra parte alle incertezze in palleggio della Bongaerts che nel primo set aveva preso il posto di Dijkema, spicca la grande combattività di Buijs sia a muro che in attacco. Un ace di Paola Egonu consente all’Italia di riallungare e giocare con maggiore regolarità spostando il peso del pallone sulle avversarie: arriva un altro muro strepitoso della Folie e poi un punto di Egonu al termine di uno scambio rabbioso. Altri muri di Folie che fruttano due punti, 23-16. Stavolta l’Olanda è al tappeto proprio nel momento più complicato quando Lucia Bosetti deve restare in panchina per un problema alla spalla e al suo posto a freddo entra Elena Pietrini. Il set ball va a buon fine al secondo tentativo al termine di uno scambio straordinario che offre due ricezioni di De Gennaro, altrettanti muri di Egonu e l’Olanda che, sotto pressione, spedisce fuori un comodo attacco dal lato (25-17).

Nel terzo set Bosetti resta a testare la spalla che le fa male e in campo rimane con il suo sorridente entusiasmo Elena Pietrini, una delle più amate dal pubblico tra le giovani della next generation. Divertente il siparietto di qualche giorno fa (a destra) quando un tifoso la chiede in sposa con un banner e lei a fine gara va a farsi fare una foto con il fan innamorato. Pietrini è uno dei simboli di come Mazzanti sta facendo crescere questa squadra: positiva, con prospettiva. Non ha paura la ragazzina, forza la palla di servizio, va sempre a cercare il punto con grande responsabilità. L’Olanda va completamente in angoscia: in pochi scambi le Orange sono sotto di sei e Sloetjes viene rimessa in panchina favorendo un ingresso, forse tardivo di Plak. L’Italia ha il merito di non scomporsi: arrivano tra le tante gemme due ace (Folie e Pietrini) e la solita difesa totale e incondizionata di De Gennaro, davvero strepitosa. Ma in un set che sembrava già chiuso le azzurre riescono a complicarsi la vita anche perché Plak alza notevolmente l’intensità delle offensive avversarie: i quattro punti di vantaggio si dimezzano e poi vengono annullati e si soffre punto a punto fino alla fine. La capacità delle azzurre – come detto – è anche questa: sapersi tirare fuori dalle difficoltà che magari per ingenuità si sono cercate da sole. Egonu sale in cattedra nel finale quando, da fuoriclasse, si prende la responsabilità di fare la differenza davanti o al servizio. Sylla con una grande diagonale e poi il muro di Chirichella offrono due match point sulla palla di servizio di Folie. La prima volta è quella buona: arriva  l’ace più bello per la giocatrice che forse se lo meritava di più dopo il durissimo lavoro che ha fatto. Si va alle Olimpiadi, con pieno merito e con un minimo di giusta insicurezza e di sofferenza necessario. Dopo il Mondiale inseguito e perso al termine di una competizione meravigliosa, era quello che ci voleva.

Ciao Tokyo, Konnichiwa. Ci si vede tra un anno.

ITALIA-OLANDA 3-0 (25-23-25-17, 25-22)

Italia: Sorokaite 2, Malinov, De Gennaro (L), Folie 10, Orro NE, Chirichella 5, Danesi NE, Fahr NE, Pietrini NE, Nwakalor NE, Bosetti 3, Sylla 8, Egonu 28, Parrocchiale (L) NE. Allenatore: Davide Mazzanti.

Olanda: Knip (L), Belien 3, Plak 7, De Kruijf 13, Balkenstein 1, Lohuis, Schoot (L), Sloetjes 8, Buijs 7, Dijkema, Daalderop, Koolhaas NE. Allenatore: Jamie Morrison.

Arbitri: Paulo Turci (Brasile) e Pedro Fabian Concia (Argentina)

Spettatori: Catania, PalaCatania, 4500.

Timing: 33’, 27’, 29’. Total Time: 1.29’.

Ace: 4-3

Muri: 6-5

Attacchi: 50-35.

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