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Julio Velasco compie 70 anni: auguri al Fenomeno della panchina

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Di Redazione

La pallavolo italiana e mondiale festeggia oggi uno dei suoi uomini simbolo: Julio Velasco taglia l’importante traguardo dei 70 anni. Il grande allenatore azzurro della Generazione di Fenomeni, oggi direttore tecnico delle nazionali giovanili, per uno scherzo del destino è nato nello stesso giorno in cui si festeggia anche il “compleannodella pallavolo, in ricordo di quel 9 febbraio 1895 in cui William Morgan diede vita negli USA al suo (e nostro sport).

Nato a La Plata nel 1952, Velasco vive le prime esperienze con il volley negli anni dell’università e inizia la sua carriera da tecnico al Ferro Carril Oeste. Nel 1983 il primo trasferimento in Italia a Jesi, in Serie A2; ma la svolta arriva nel 1985, quando si trasferisce alla Panini Modena di Cantagalli, Bernardi e Lucchetta, dando vita a un ciclo di vittorie straordinario. Nel 1989 diventa il CT della nazionale italiana ed entra nella leggenda: con lui gli azzurri vincono subito il primo titolo europeo della loro storia, a cui seguiranno in breve, sotto la guida dell’allenatore argentino, altri due titoli continentali, due Mondiali, 5 World League, l’argento olimpico di Atlanta 1996 e una serie di altri titoli.

Chiuso il ciclo con la nazionale maschile guida per un biennio (1997-98) quella femminile, e da una sua intuizione nasce il Club Italia, fucina di grandi campionesse. Seguiranno poi altre esperienze al timone della Repubblica Ceca, di Piacenza, Modena e Montichiari. Torna alle nazionali con la Spagna e con l’Iran, che porta alla prima vittoria del Campionato Asiatico nel 2011, ripetendosi due anni dopo. Nel 2014 viene scelto per la prima volta come CT dell’Argentina, che guida per 4 anni; dal 2018 al 2019 l’ultima volta su una panchina di club a Modena (con una Supercoppa Italiana), prima di rientrare in Federazione facendo da “deus ex machina” per le storiche vittorie ai Mondiali Under 19 e Under 21.

Festeggiamenti sobri per Julio, che in una bella intervista rilasciata a Doriano Rabotti per Il Resto del Carlino spiega: “Andrò a pranzo con mia figlia Lucrezia, che vive a Bologna. Con l’altra, Veronica, che sta a Milano, ci siamo già visti. I 70 anni non me li sento, ma ci sono… Ma non mi posso lamentare, la salute mi assiste, lavoro e motivazioni anche. Ho l’energia di sempre, mi serve solo più tempo per recuperare. È la vita“.

Il traguardo raggiunto è anche l’occasione per un bilancio personale: “Sono contento di aver avuto il più grande privilegio che può toccare a una persona, fare quello che mi piace. Ringrazio la vita per avermi dato questa opportunità. Non era scontato quando ho dovuto mollare l’università in Argentina, volevo fare il professore. Un rimpianto? Non aver dedicato più tempo a mia madre, quando sono andato via e lei è rimasta sola. Ai giovani dico di passare più tempo con i loro cari“.

(fonte: Il Resto del Carlino)

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