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Julia Bergmann: “Negli USA sono cresciuta come persona e come giocatrice”

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Di Alessandro Garotta

Quando un nuovo talento si affaccia sul panorama mondiale, è quasi la prassi che si crei un circolo immediato di hype. Se un giornalista dice che una giocatrice è brava, il successivo deve dire che è forte. Se un addetto ai lavori dice che è molto forte, quello dopo ancora non può ripetere la stessa cosa, e deve alzare l’asticella un po’ più in su, dicendo che è fortissima. E via così, mettendo in moto un treno che rischia di far deragliare anzitempo qualunque carriera.

Nel caso della schiacciatrice brasiliana Julia Bergmann, però, la scorsa estate abbiamo assistito a qualcosa di fuori scala. Che fosse un talento come se ne vedono pochi in giro lo sapevano in tanti già da tempo, specialmente dall’altra parte dell’oceano, dove già da anni si vociferava di lei e in cui le sue scelte di carriera, come quella di rinviare il debutto da professionista andando a giocare in NCAA, sono state ampiamente commentate. Ma da quando si è mostrata con la maglia della nazionale verdeoro e si è resa protagonista di una serie di ottime prestazioni alla VNL, il treno dell’hype si è trasformato in uno space shuttle che è detonato verso la stratosfera.

Volley NEWS vuole dunque farvi conoscere meglio questa giocatrice di Georgia Tech, ormai pronta al grande salto nel professionismo (e oggetto dell’appetito di molti club internazionali).

Foto Volleyball World

Julia, per cominciare raccontaci qualcosa di te.

Sono nata a Monaco di Baviera, in Germania, dove ho vissuto fino a quando avevo quasi 11 anni. Invece, mio padre è originario di una piccola cittadina vicino a Wurzburg, se questo vi può dire qualcosa. Nel 2011 i miei genitori hanno deciso di trasferirsi a Toledo, una città nel sud del Brasile, vicino alle cascate dell’Iguazu. 

Ho sempre avuto una grande passione per lo sport: pallamano, golf, ma soprattutto nuoto. In questa disciplina ho anche conquistato un record statale: non so se nel frattempo sia stato battuto o meno. La pallavolo è stata parte della mia vita fin dall’inizio. A questo proposito è curioso come si siano conosciuti i miei genitori: giocando a pallavolo nel centro di Monaco. Hanno condiviso la loro passione per questo sport anche con me e mio fratello, portandoci ai loro tornei, che si giocavano principalmente su campi in erba. 

Così, a un certo punto, per me è stato naturale entrare a far parte della squadra della mia scuola e ho finito per innamorarmi di questo sport. Per alcuni anni sono riuscita a gestire gli impegni di nuoto e pallavolo, ma poi è arrivato il punto in cui le competizioni delle due discipline si sovrapponevano ed era difficile conciliare gli impegni. Alla fine, ho deciso di smettere di fare nuoto. Successivamente ho capito di voler diventare una giocatrice di pallavolo e anche così ho trovato la mia strada, che mi ha portato al college negli Stati Uniti“.

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Cosa ti ha spinto a scegliere la pallavolo tra le varie discipline che hai provato?

Come ho detto, mi è sempre piaciuto fare sport, ma ho scelto il volley semplicemente perché lo trovavo divertente. Guardare i miei genitori giocare a pallavolo sull’erba quando vivevamo in Germania e seguire partite internazionali ha fatto crescere in me la voglia di migliorare. Inoltre, mi è sempre piaciuto l’aspetto della squadra: grazie alla pallavolo ho trovato alcune delle mie migliori amiche“.

Come ti descriveresti come giocatrice?

Se mi avessero fatto questa domanda tre anni fa, credo che la risposta sarebbe stata completamente diversa. Durante la mia esperienza a Georgia Tech, ho sempre considerato tra i miei obiettivi principali quelli di rendere le persone intorno a me migliori ed essere qualcuno su cui la gente si potesse fidare dentro e fuori dal campo“.

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Come è nata la decisione di trasferirti negli USA e giocare con Georgia Tech?

Desideravo fortemente raggiungere il traguardo della laurea e, considerando che in Brasile è difficile giocare e proseguire gli studi allo stesso tempo, l’opzione della NCAA era ideale per me; penso che poi tutti sanno quanto gli sport universitari negli USA siano iconici. Inoltre, Mariana Brambilla – una delle mie più care amiche – era venuta a Georgia Tech un anno prima di me, dunque questo è stato un ulteriore elemento che mi ha convinto. Durante l’ultimo anno di liceo, ho avuto l’opportunità di visitare Georgia Tech e fin da subito sono stata particolarmente colpita dal campus, dall’atmosfera dell’ateneo e dai servizi“.

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Come valuti il tuo percorso personale e quello della tua squadra? Qual è stato il momento più bello?

Sono davvero orgogliosa dei traguardi che ha raggiunto la mia squadra. Eravamo fuori dalle migliori 150 nella classifica nazionale del 2018 e siamo entrate nella Elite 8 nel giro di tre anni. Durante questa esperienza negli Stati Uniti sono cresciuta molto sia come giocatrice sia come persona: non solo ho migliorato le mie statistiche stagione dopo stagione ma ho imparato anche ad affrontare la pressione in determinate situazioni. Uno dei momenti che non dimenticherò mai della mia carriera in NCAA l’ho vissuto l’anno scorso quando durante il ‘selection show’ è stato annunciato il nome di Georgia Tech come ottava testa di serie del torneo nazionale. Sapevamo di essere una delle migliori squadre, ma vivere quel momento insieme alle mie compagne mi ha fatto provare emozioni incredibili“.

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Com’è andata la tua ultima stagione con Georgia Tech?

Direi che è stata una fall season impegnativa, con tanti alti e bassi. Alla fine non abbiamo raggiunto il risultato a cui puntavamo, però è stata una stagione in cui sono cresciuta molto dal punto di vista individuale. Fin dall’inizio sapevo di avere una grande responsabilità sulle mie spalle e penso che questa cosa mi abbia aiutato a raggiungere una nuova dimensione come persona e come giocatrice“.

Nella stagione 2023-2024 inizierà la tua carriera da professionista. Cosa ti aspetti da questo percorso?

Sono davvero contenta di avere la possibilità di diventare professionista dalla prossima stagione, e non vedo l’ora di giocare ai massimi livelli e affrontare nuove sfide. Sono sicura che ci saranno momenti positivi e altri più difficili, ma finalmente ho raggiunto un traguardo che ho sempre sognato e penso di arrivarci pronta dopo l’esperienza qui a Georgia Tech. Sarà bello incontrare alcune delle mie amiche durante questo percorso, giocare al loro fianco o affrontarle dall’altra parte della rete“.

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La scorsa estate hai dato un contributo importante al secondo posto del Brasile nella Volleyball Nations League. Com’è stata la tua prima volta con la Seleção?

È stata un’esperienza straordinaria e sono davvero felice di far parte di una squadra fantastica. Affrontare le migliori nazionali e confrontarmi con le giocatrici più forti al mondo mi ha spinto a sfruttare al meglio la mia intelligenza e la mia fisicità. È stata sicuramente una bella sfida gestire la pressione che deriva dall’indossare la maglia della nazionale“.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto da Ze Roberto?

Ze non mi ha trasmesso soltanto insegnamenti sul gioco e sulla tecnica, ma anche su come migliorare, come ascoltare e quanto sia importante l’aspetto della squadra: tutti devono lavorare per lo stesso obiettivo“.

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Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Il mio sogno più grande da pallavolista è di prendere parte alle Olimpiadi: spero di riuscire a guadagnarmi un posto nel roster di Parigi 2024. Dal punto di vista personale, vorrei offrire la vita migliore possibile alla mia famiglia perché sono la ragione per cui sono qui adesso“.

Un’ultima curiosità: chi è Julia Bergmann fuori dal campo e quali sono i suoi hobby preferiti? 

Mi piace andare alla scoperta di posti nuovi. Per esempio, anche in questo semestre, sto visitando e conoscendo nuovi angoli di Atlanta. Inoltre, mi piace dipingere, scattare ed ‘editare’ fotografie dei luoghi in cui vado“. 

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