Foto Rubin/LVF

Imma Sirressi ritrova il sorriso: “A Casalmaggiore mi sento a casa”

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Di Redazione

Paura e depressione durante il lockdown, emozione e felicità nel ritrovare la sua VBC èpiù Casalmaggiore. Sono emozioni forti quelle che racconta Imma Sirressi, tornata a vestire la maglia del libero nella squadra casalasca, in una bella intervista di Matteo Ferrari pubblicata da La Provincia. “Quando il procuratore mi ha chiamato dicendomi che sarei tornata a Casalmaggiore – ammette la giocatrice pugliese – mi sono messa a ridere. Non pensavo che dopo aver chiuso un ciclo di cinque anni sarei rientrata così presto. E invece il presidente Boselli mi ha chiamato dicendomi che gli ero mancata e gli era mancato quell’attaccamento alla maglia, quell’empatia che avevamo provato negli anni in cui ero stata qui“.

Sulla strada per Casalmaggiore – aggiunge Sirressi – si sono riaperti i cassetti della memoria e sono riaffiorate sensazioni uniche degli anni che ho vissuto qui. I punti di riferimento, le zone che conosco come fossero casa, il primo abbraccio commosso con Pino (Storti, factotum della Vbc) sono stati davvero un tuffo al cuore. Poi mi sono ambientata, ed è stato come se non me ne fossi mai andata. Le novità sono tante, ripartiamo da un gruppo nuovo, da un nuovo main sponsor,da una stagione che già di per sé sarà particolare. Non c’è spazio per l’amarcord, serve guardare avanti“.

Toccante la testimonianza sul periodo di quarantena: “È stato un momento davvero tremendo. Ho vissuto sola, in una Bergamo surreale,popolata
da due soli rumori: quello del silenzio e quello, snervante, delle ambulanze. Non scorderò mai la solitudine e la tristezza provate in quelle settimane di terrore nelle quali avevo attacchi di panico, tachicardia e preoccupazione crescente. Peraltro, per un paio di settimane ho sofferto di anosmia, pertanto il timore di aver contratto il Covid era alto, anche se i sierologici hanno dato esito negativo. Poi sono intervenute le videochiamate, i tik
tok, stupidaggini che sono servite, però, a staccare un po’ il cervello da quella che posso definire depressione
“.

(fonte: Comunicato stampa)

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