Il Pagellone di Paolo Cozzi – I voti ai campioni d’Italia: Simon e Bruno da 10

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Di Paolo Cozzi

E’ stata una Gara 5 al cardiopalma quella andata in scena a Perugia, con i padroni di casa indiavolati nei primi due set, e una Civitanova bravissima a restare centrata sulla partita mentalmente, a non mollare e a sfoderare tre set perfetti per portarsi a casa il quinto scudetto della sua storia.

Perugia domina fino a quando la battuta le entra, ma dimostra che non è preparata ad un piano B, a giocarsela punto su punto. Al contrario la Lube soffre, sbuffa, sfiora il baratro prima di trovare le contromisure giuste e dimostrare che con palla dentro i metri è la squadra che gioca meglio a pallavolo.

È la rivincita di Bruno, che nel momento in cui può contare su una ricezione migliore sprigiona fiamme dalle sue mani trovando velocità e altezza, smarcando in continuazione i suoi uomini in un crescendo di alzate perfette e finte che disorientano il muro perugino.

È la sera di Juantorena, che dopo 7 finali perse lo vede finalmente tornare sul gradino più alto del podio, là dove meritano di essere i grandi fenomeni

È la sera di Simon, forse il più bel Simon di sempre, che al servizio apre voragini nella linea di ricezione umbra, che in attacco mulinella il braccio come un moderno Thor indiavolato, che a muro trova la bellezza di 7 punti in un fondamentale in cui spesso in stagione non gli si è accesa la luce, ma che ieri ha invece illuminato il cuore dei tifosi marchigiani.

Ma veniamo alle pagelle per i nuovi Campioni d’Italia.

Simon voto 10. Che un centrale riesca ancora a spaccare una partita nella pallavolo tutta potenza del 2019 fa notizia, ma ieri davvero quando ha scaldato il braccione è risultato infermabile. Bravo anche a sfruttare qualche scintilla sotto rete per caricarsi a dovere; è a muro che fa la differenza, leggendo bene De Cecco, volando poco negli spostamenti laterali ed essendo sempre invadente sulla rete. GRANITICO

Juantorena voto 9. È da metà campionato che lavora con le interviste sull’ambiente di Civitanova, predicando fiducia e positività intorno alla squadra per scacciare l’incubo delle 7 finali perse; e anche ieri, sotto 2-0, era l’unico a prodigarsi in campo con i compagni nel rimanere di testa nel match. Poco contano i 7 ace subiti: è in battuta e attacco che prende la squadra per mano e la tira fuori dalle sabbie mobili trascinandola sul gradino più alto del podio. LEADER

Bruno voto 10. Vince la sfida con De Cecco, in un derby sudamericano dai tocchi sopraffini. In più ci mette pure due ace e un muro, e tanto cuore. In difficoltà nei primi due set, gioca da manuale i restanti tre, cambiando sempre modulo e scelte, privilegiando ora il gioco al centro e subito dopo quello veloce sulle bande. E più di una volta si permette, in una Finale Scudetto, di mettere quasi muro a zero i suoi uomini. INGIOCABILE

Sokolov voto 9,5. Ultima partita in Italia per l’opposto bulgaro che dall’anno prossimo giocherà nelle file di Kazan. Che dire, in attacco è semplicemente mostruoso,chiude con il 71% e una sola murata subita. A muro non ha timore delle altezze a cui colpisce Leon, e si toglie lo sfizio di due muratone verticali. Sarà un peccato non vederlo più sui nostri taraflex. INSOSTITUIBILE

Leal voto 8,5. Ho sempre detto che la sua prestazione era l’ago della bilancia per Civitanova, e ieri questo ago ha puntato decisamente verso l’oro! Anche se in ricezione resta molto falloso, ha il merito di restare lucido in attacco e rimanere con la testa dentro il match. DETERMINANTE

Cester voto 5. Giornata difficile per il centralone italiano, che in attacco trova bei colpi ma sempre difesi dai perugini, e ha la sfortuna di giocare nei primi due set in cui nel campo di Civitanova aleggia lo spettro della débacle. SFORTUNATO

Diamantini voto 8,5. Entrare in una finale scudetto e nel momento in cui tutto va a rotoli non è facile per niente. Invece lui fa il suo, portando equilibrio e centimetri importanti a muro e facendosi trovare pronto in attacco quando serve. PERFORMANTE

Balaso voto 7,5. Nove ace subiti, percentuali di ricezione da profondo rosso, eppure quando i perugini smettono di sparare battute ad alzo zero lui c’è, pronto anche a coprire i compagni e a immolarsi per la causa. Meglio in difesa, dove trova bei recuperi soprattutto in parallela. TENACE

De Giorgi voto 9. Risollevare gli umori di una piazza e di una squadra dopo tante finali perse non era facile, soprattutto in una squadra infarcita di tanti campioni, ma anche da molte potenziali prime donne. Per il Fefè nazionale un altro importante tassello aggiunto alla sua lunga lista.

Su Perugia… oggi preferisco non infierire con le pagelle, la sconfitta fa male e brucia, ma servirà ai ragazzi di Bernardi per trovare nuove energie e nuovi stimoli per la prossima stagione. La squadra ha girato bene fino a quando la battuta è entrata, ma si è sciolta come neve al sole quando si è trattato di giocarla punto a punto. Tanti errori gratuiti in attacco e tante murate subite, simbolo di una certezza che è andata via via sgretolandosi con gli uomini deputati a mettere a terra i palloni chiave che si sono spenti uno dopo l’altro, lasciando il solo Lanza a lottare fino all’ultima palla.

Doveva essere la stagione del triplete, ma Perugia ha fallito i due obiettivi principali: Champions e scudetto. Le grandi sconfitte fanno sempre molto rumore, producono sul breve scossoni e tensioni, ma la sensazione è che la Perugia di Bernardi abbia nel DNA la possibilità di risorgere come l’Araba Fenice e tornare a sollevare trofei importanti.

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