Il coraggio di Alessia dopo lo stalking: "Non abbiate paura di denunciare" (video)

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Di Eugenio Peralta

Sollievo per la fine di una brutta avventura, gratitudine verso chi l’ha aiutata, ma anche preoccupazione per un fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti e che scuote il mondo in apparenza dorato della pallavolo femminile. Queste le sensazioni di Alessia Orro dopo la vicenda di stalking di cui è stata vittima; ma ad emergere è soprattutto il grande coraggio della 21enne palleggiatrice di Narbolia, non solo nella scelta di denunciare il suo molestatore alle autorità, ma anche nell’esporsi in pubblico e di fronte alle telecamere delle principali tv nazionali.

L’alzatrice della Unet E-Work Busto Arsizio ha parlato oggi alla stampa in una conferenza organizzata nella sede del club, mentre la vicenda giudiziaria che la riguarda è in pieno svolgimento: l’uomo accusato di stalking, Angelo Persico, è stato interrogato in carcere e domani il gip Nicoletta Guerrero deciderà se concedergli gli arresti domiciliari.

Ho deciso di parlare – ha spiegato Alessia – perché penso che possa fare solo bene, sia a me sia a tutte le persone che hanno questa tipologia di problemi. Mi sento sollevata e sono fortunata ad avere una società che mi è stata vicina, ma penso anche alle persone che non ce l’hanno e che devono fare da sole“.

Orro ha riepilogato così i contorni della sua storia: “Tutto è iniziato quest’estate, pensavo fosse uno dei tanti ammiratori. Poi sono arrivati messaggi sempre più pesanti, e soprattutto lo vedevo dovunque, mi sentivo seguita. A un certo punto ho pensato fosse finita, poi me lo sono vista davanti dopo un allenamento a Busto e lì ho capito che stava ricominciando tutto da capo: quello è stato il momento peggiore“.

Anche scendere in campo è stato difficile – ha rivelato l’alzatrice – perché nelle amichevoli di Piacenza e Olbia lo vedevo sempre a bordocampo, che mi fissava: c’era un po’ di agitazione e non riuscivo a concentrarmi sul gioco. Per fortuna la società mi è sempre stata vicina: hanno controllato la situazione durante gli allenamenti, mi hanno accompagnato in macchina fino a casa, sono stati meravigliosi. E poi c’era il mio ragazzo, che è stato il primo a cui ho parlato della situazione“.

Il messaggio che Alessia vuole lanciare è chiaro: “La cosa migliore in questi casi è non chiudersi in se stessi e andare a chiedere aiuto. Molte volte non si dà peso a certi dettagli, ma bisogna sempre fare attenzione: a ogni minimo indizio si deve andare a denunciare alle forze dell’ordine, altrimenti si rischia davvero. Io ho provato disagio e anche paura, nei pochi momenti in cui ero sola, ma la parola che rappresenta di più questa vicenda è ‘schifo’. Ora la cosa più importante è impedire che succeda ancora“.

Questa vicenda non deve incidere però sul rapporto molto stretto che i tifosi della pallavolo hanno con le loro beniamine, come ha sottolineato il direttore generale della UYBA Enzo Barbaro: “Non cambia nulla, è un episodio isolato. Il bello del nostro sport è proprio il contatto e la vicinanza con chi ci segue. I tifosi veri sanno che non devono andare oltre e, anzi, abbiamo chiesto aiuto anche a loro per darci una mano a tenere d’occhio lo stalker. Certo, d’ora in poi terremo gli occhi molto più aperti, in particolare per quanto riguarda il web e i social network“. E anche Orro ha aggiunto: “Ci penserò dieci volte prima di rispondere a una persona che non conosco, ma con i fan di Busto non cambierà nulla, perché c’è un bellissimo rapporto“.

Alla conferenza è intervenuta anche Consuelo Mangifesta, Responsabile Relazioni Esterne della Lega Pallavolo Serie A Femminile, che ha svelato: “Anch’io da atleta ho vissuto una situazione analoga, anche se allora non c’erano i social che rendono tutto più difficile. La pallavolo ha la caratteristica di accogliere i tifosi e creare un contatto molto stretto, ma il limite è veramente molto sottile. Invito tutte le ragazze a fare particolarmente attenzione alle manifestazioni d’affetto eccessive: è una battaglia davvero grande che dobbiamo portare avanti per non lasciare che questo brutto fenomeno continui“.

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Bergamo conferma lo staff di coach Parisi per ricominciare da dove è arrivata

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Bergamo blinda anche il suo staff tecnico. Dopo quella di Carlo Parisi, arriva la conferma anche dei suoi più stretti collaboratori: il vice, Marcello Cervellin, il preparatore atletico Luca Rossini e lo scoutman Alessandro Bianciardi. E, con loro, anche per lo staff medico si proseguirà il percorso nel segno della continuità con i medici Alberto Baldi e Maurizio Gelfi, la nutrizionista Marta Gamba e i fisioterapisti Matteo Gandolfi e Matteo Bonfanti. E come Team Manager ci sarà ancora Ludovico Carminati.

Così, mentre Rossini condivide l’avventura in Nazionale con Parisi e lo Staff di Velasco, Cervellin lavora in palestra per tenere in allenamento Linda Manfredini, rimasta a Bergamo per terminare l’anno scolastico.

Ed è proprio il secondo allenatore rossoblù a tirare le somme di un’annata speciale, provando a spiegarne i segreti: “Si è creato subito un buon rapporto tra i componenti dello staff, la squadra e la società. Poi abbiamo avuto l’abilità di sfruttare un inizio di campionato senza big in molte delle squadre avversarie che ci ha permesso di andare in fiducia per il resto della stagione. Forse avremmo potuto fare un po’ meglio nella parte finale dell'anno, anche se bisogna riconoscere che ci sono stati degli scontri con squadre di caratura superiore. A Bergamo ho trovato un ambiente dinamico in un campionato in cui è andato tutto bene, un contesto che ha dimostrato cultura sportiva anche nei piccoli momenti di difficoltà. Perché quando le cose vanno bene è tutto più semplice, ma nei momenti in cui i risultati non venivano, la società ci ha messo in condizione di tranquillità e organizzazione per fare il meglio possibile”.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare in modo diverso?

“Avrei voluto fare qualche risultato in più alla fine della stagione che ci avrebbe permesso di fare una partita di più in casa nella fase dei Play Off e di avere qualche possibilità in più per allungare il nostro percorso. Ma non si può chiedere tanto di più a questa stagione”.

E ora?

“Ora dobbiamo lavorare per ricreare situazioni simili di fiducia della squadra e di fiducia reciproca da parte di tutti noi e poi limare ogni piccolo particolare in cui tutti possiamo migliorare. E’ utopico pensare che si possano ricreare le stesse situazioni dello scorso anno, in cui siamo stati bravi ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Quella fortuna che forse non avremo, potremo aggiustarla migliorando ogni dettaglio con l’obiettivo di confermare ciò che abbiamo fatto, che sarebbe un grandissimo risultato. Se poi venisse anche qualcosa in più…”.