(Foto Tokyo2020)

Hit Parade: tre brani “Olimpici” da dedicare alle nostre nazionali

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Di Stefano Benzi

Ormai manca meno di un mese alle Olimpiadi: cinque anni di attesa mettendoci di mezzo anche la pandemia per riabbracciare le nostre nazionali al massimo livello e poter sognare in grande.

Quattro anni fa, a Rio, Volleynews non era ancora nato. Quindi le prossime saranno le prime Olimpiadi anche per noi. Arrivano dopo un lungo allenamento fatto di campionato, mercato, tornei internazionali, giovanili, semiprofessionistici e amatoriali… il termine minore proprio non ci piace.

Per cui visto che le nostre rappresentative stanno abbandonando la modalità Volleyball Nations League per passare a quella olimpica e cominciare a pensare in grande, ecco qualche inserimento nella nostra playlist settimanale che si occupa proprio del sogno olimpico. In ambito maschile La ferita di Rio de Janeiro è ancora aperta e i motivi di interesse sono moltissimi: a cominciare dalla nomina di Fefé De Giorgi al ruolo di CT maschile. Le nostre ragazze sono reduci da una Volleyball Nations League non straordinaria, ma il clima è buono: e le azzurre, belle al bagno, sono pronte a viaggiare verso Tokyo con tante ambizioni.

Inno delle Olimpiadi di Londra del 2012 “Survival” è forse la canzone più adatta al periodo che stiamo vivendo. Usciamo da un dramma mondiale e ci sentiamo tutti, chi più chi meno, in qualche modo dei sopravvissuti.

Composta dai britannici Muse “Survival” è un inno alla sopravvivenza e all’autoaffermazione. La compose il cantante della band Matt Bellamy in un momento molto particolare in cui il gruppo era in grande difficoltà: “Uscivamo da un periodo di lavoro tremendo ed eravamo stremati, io avevo appena avuto mio figlio, dal quale vivevo lontano, Chris Wolstenholme stava attraversando una fase buia e difficile e ho voluto comporre qualcosa che rappresentasse il nostro momento di trasformazione, cercando di trasferire ai miei compagni della band una nuova ambizione, la voglia di raggiungere un livello più alto”.

Bellamy compone il brano al pianoforte: poi con una tastiera e un computer arrangia una serie di linee orchestrali molto ampie, grandiose, quasi operistiche. Ci lavora per sei giorni e sei notti senza fare sentire una sola nota agli altri componenti della band. Il comitato olimpico gli aveva anticipato il desiderio di un suo brano per le Olimpiadi, e lui non era sicuro di avere scritto la cosa adatta.

Il primo che ascolta la traccia base è Elton John. Bellamy ha tirato giù solo alcune linee del testo… “É una dannata gara e la vincerò, accenderò la miccia perché non posso perdere, ho scelto di correre, di sopravvivere a ogni costo, io terrò il mio ritmo e rivelerò la mia forza a tutta l’umanità e vincerò, perché ho scelto di correre e di vincere”.

Il testo sarà ampliato e cambiato in minima parte. Elton John ascoltandolo dirà… “è una delle cose più grandiose che abbia mai sentito in via mia” e su suggerimento del collega Bellamy si esporrà nella più esplosiva estensione vocale mai tentata. Da un Sol# seconda a un Do# sesta: tre ottave e mezzo. La canzone verrà eseguita alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2012 dalla band accompagnata dall’Orchestra e dal Coro della Filarmonica di Londra.

“Survival” eseguita dal vivo allo Stadio Olimpico di Londra per l’inaugurazione dei Giochi del 2012.

Dave Grohl, fondatore leader e cantante dei Foo Fighters compose “My Hero” quando la sua seconda vita artistica era agli albori. Kurt Cobain si era ucciso da pochi mesi e lui, senza sapere di preciso che direzione avrebbe preso la sua vita, prese un anno di vacanza da tutto e da tutti girando il mondo in incognito.

In Australia affitta un motorino e se ne va su una spiaggia isolata in compagnia di un block notes e due birre. C’è mare grosso. Un ragazzino che fa surf si allontana e va in difficoltà. Un signore non più giovanissimo, non un bagnino professionista, si getta senza esitazioni e lo va a ripescare. La canzone nasce da uno spunto semplicissimo: persone ordinarie che fanno cose straordinarie. “Siamo circondati da presunti supereroi, ma alla fine la gente che va le cose più incredibili è assolutamente normale. La notizia dovrebbe essere questa…” disse Grohl in una delle rare occasioni in cui volle spiegare il senso del suo brano. Che secondo molti si riferiva a Cobain. Cosa del tutto inventata. 

Esistono diverse versione video di questa canzone: la più famosa è quella in cui un ragazzo misterioso che non si vede mai in volto si getta in un condominio in fiamme per realizzare una serie di bizzarri salvataggi. Mentre all’interno dell’appartamento la band si esibisce tra le fiamme. É un video girato in piano sequenza, dall’inizio alla fine, senza interruzioni e con qualche errore. Ma geniale.

Nel pieno spirito della band i diritti raccolti da questa canzone e ogni sua visualizzazione di You Tube finiscono in beneficenza al NIVA emergency fund, un’associazione che si sta preoccupando di rimettere in piedi decine di piccole aziende che producono musica dal vivo a livello locale, tutte al collasso dopo la pandemia.

“The Voice” fu composta dai britannici Ultravox per l’album “Rage in Eden” ma ottenne il grande successo con “Monument”, il tour mondiale seguito da un lungo documentario che impose la band a livello mondiale grazie al successo di “Vienna”. La canzone offre immagini molto oniriche a proposito di una voce, che risuona dentro l’anima del protagonista del brano… “qualcuno che piange per me e mi smuove, lo sguardo e il suono di questa voce mi accendono, mi spingono, è la voce che ho dentro che smuove il mio essere….” si legge nei primi appunti della stesura del brano. L’autore è James (Midge) Ure, scozzese, leader fondatore della band, uno degli autori di maggior successo del mondo. Sua è “Breathe”, uno dei brani pubblicitari più famosi del mondo così come “Do they know it’s Christmas”.

La canzone è stata utilizzata per anni da atleti inglesi come ‘motivational push’ per via del suo lunghissimo preludio di sapore quasi operistico e del lungo finale in un crescendo che culmina con una serie di percussioni elettroniche che concludono il brano dopo lunghi cori evocativi. Midge Ure considera questa canzone uno dei suoi capolavori… “ho molti amici che hanno fatto sport a livello professionistico e sono lusingato del fatto che mi abbiano detto che questa canzone tirava fuori il meglio di loro. Ho sempre scritto per me stesso, ma quando ho dovuto scrivere qualcosa per altri, a cominciare dal progetto BandAid, è venuto fuori il meglio di me. Forse dovremmo essere tutti meno egoisti. Gli atleti dedicano tutta la loro vita a qualcosa che li renda indimenticabili, anche loro sono degli artisti”.

La band è ancora attiva e dal vivo chiude ogni sua esibizione con “The Voice” il cui coro è uno dei più amati negli stadi e nelle arene inglesi.

Questa la versione del tour “Return to Eden” trent’anni dopo la sua pubblicazione originale.

Nativo queste parole mi sembrano
Tutti i discorsi diretti a me
Li ho già sentiti una volta
so come ci si sente
Emozioni più strane in mente
Cambiando i contorni trovo
Li ho visti una volta prima
Qualcuno piange per me
Lo sguardo e il suono della voce
Ci provano, ci provano
La forma e la potenza della voce
In toni bassi forti

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