Hit Parade: lo scherzo di Wolosz, il baby fenomeno Arina e le mille “bolle”

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Di Stefano Benzi

Torna l’appuntamento con la nostra Hit Parade, la rubrica dai toni canori che racconta del mondo della pallavolo, abbinando alle notizie della settimana un brano musicale. Nella nostra selezione di questa settimana spicca l’ultima prodezza dell’alzatrice polacca dell’Imoco Volley Conegliano. Uno spunto anche per la giovane Arina Fedorovtseva, stella emergente della Dinamo Kazan.

1)  Il colpo di testa di Asia

Come non si fa a volere bene ad Asia Wolosz? L’alzatrice dell’Imoco Volley Conegliano ha il gusto del sensazionale tipico delle giovanissime: e siamo convinti resterà così per sempre. Per fortuna sua e nostra. Così potremo ammirare le sue bizzarre foto ‘osé’ dopo ogni trofeo, le sue curiose esclamazioni che sintetizzano italiano, veneto e polacco, gli scherzi che è solita combinare nello spogliatoio e le marachelle ai danni del povero Daniele Santarelli. L’ultima delle quali è andata in scena pochi giorni fa al termine di un allenamento quando la palleggiatrici, all’ultima combinazione della seduta, ha pensato bene di appoggiare il pallone di testa a Robin De Kruijf per una fast con la testa. Tempi e misure perfette.

Siamo convinti che sotto sotto anche Santarelli abbia sorriso, malcelando il buon umore dietro i mugugni. Perché quando si hanno atleti così, che sanno sempre come accompagnare le compagne con un sorriso in modo serio ma mai serioso, bisogna tenerseli stretti. Anche se a volte vanno sopportati. Attenzione ad Asia, che con i piedi è anche più brava che con la testa: chissà che in uno dei prossimi allenamenti dopo il colpo di testa non voglia provare anche il colpo di tacco.

Asia sarebbe perfetta per le Go-Go’s, gruppo punk femminile californiano di enorme successo negli anni ’80 composto da fuoriclasse assolute e capitanato dalla splendida Belinda Carlisle e dalle chitarre di Charlotte Caffey (qui alle tastiere) e Jane Wiedlin. Le Go-Go’s erano proprio come Asia: sembravano uscite da un cartone animato. Belle, brave e sfrontate. In “Head over Heels” (che letteralmente significherebbe testa sui talloni, ma per gli americani vuole dire ‘a rotta di collo’, ‘perduramente’ , ‘senza tregua’) Belinda Carlisle canta: “A rotta di collo, non so dove andare e non riesco a fermarmi, sono fuori controllo. Sono fuori controllo, non c’è tempo per pensare e il mondo non mi sembra sincronizzato”.

2) Giovanissimi, ma con il tempo di crescere

Qualche giorno fa è passato da Novara lo straordinario talento di Arina Fedorovtseva, 16 anni (ne compirà 17 tra un mese), una potenzialità immensa, il DNA della fuoriclasse. In un torneo di Champions League che ha visto la Dinamo Kazan raccogliere una sola vittoria in tre gare, l’unica buona notizia è stata rappresentata proprio da questa giocatrice che in campo si comporta come una veterana ma che fuori dal terreno di gioco ha tutte le timidezze di una ragazzina della sua età. Sguardo basso, sorriso appena accennato se le si fa un complimento che coincide con un rossore improvviso. Sulla borsa da gioco penzola un piccolo pupazzetto. Un orsacchiotto.

Arina sarà costretta a diventare grande in fretta: da più parti si dice che la squadra russa per le Olimpiadi non potrà rinunciare al suo immenso talento. E allora le regaliamo una canzone che probabilmente non conosce e che è nata una ventina d’anni prima di lei. Si intitola “Winter”: l’ha scritta Tori Amos, meravigliosa cantante americana capace di creare capolavori solo con un piano e la sua voce cristallina.

“Winter” è nata come omaggio a un papà un po’ ingombrante quando Tori era giovanissima: “Sento una voce che mi dice che devo imparare ad alzari da sola e che non posso essere sempre in giro. Mi dice ‘quando deciderai ti amerai tanto quanto ti amo io? Sbrigati, le cose cambieranno così velocemente, l’inverno si scioglie e i fiori si svelano chiedendo il sole…”. Una splendida chiave di lettura per raccontare il passaggio tra un’infanzia che finisce, un’adolescenza che si affaccia e una maturità che si avvicina. Sperando che Arina, da fuoriclasse, abbia tempo e modo di non perdere nessuna di queste fasi.

3) Vivere in una bolla

Le hanno definite “bolle” e sono un buon compromesso per cercare di salvaguardare non solo le competizioni ma anche le squadre che in questa maniera possono ridurre i costi, evitare troppe trasferte e cercare di sopravvivere in una stagione difficilissima dal punto di vista agonistico ed economico. Le “bolle”, pur con mille difficoltà – inutile sottolineare che anche questi piccoli tornei quadrangolari stanno subendo ritardi e rinvii – hanno portato una piccola riflessione anche in termini musicali consentendoci di valorizzare una band straordinaria, i Biffy Clyro.

Scozzesi di Kilmarnock, capitanati dal geniale Simon Neil, i Biffy Clyro sono una delle più belle novità del rock di questi ultimi tempi anche se ormai sono attivi da quasi venticinque anni. La loro “Bubbles” è un paradosso: le bolle sono le idee – non sempre nobilissime – che si liberano dalla nostra testa. A volte possono essere pesanti come macigni e quelle bolle ci restano sopra il capo fino a quando non siamo in grado di farle volare via.

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