Hit Parade: come dire addio e come dare coraggio

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Di Stefano Benzi

Consueto appuntamento settimanale conla nostra Hit Parade: ecco alcuni spunti musicali su alcune delle notizie di pallavolo più interessanti e curiose delle ultime settimane.

1) Il momento di dire addio

Anticipando quelli che sono i tempi abituali, con una stagione ancora in corso e che deve giocare la sua fase più importante – con i play off e i titoli nazionali ed europei ancora in ballo – sia Atanasijevic che Leal hanno annunciato anticipatamente la loro intenzione di lasciare rispettivamente Perugia e Civitanova.

Ormai è un dato di fatto: a fronte di molti arrivi importanti ci sarà sempre qualche partenza che finirà per generare un certo malumore e dei rimpianti. Quello che è successo per Zaytsev l’anno scorso a Modena quest’anno verrà replicato. Ma poi… è una questione di tempo. Chi parte spesso è destinato a tornare. In questi giorni si fa un gran parlare del rientro in Italia di Ngapeth, che dalla Russia potrebbe rientrare proprio a Modena. Lo stesso francese dice che l’accordo è vicinissimo.

Staremo a vedere: intanto la cosa ci riporta alla memoria un paio di canzoni che parlano di addio. Una, rabbiosa e risentita, la scrisse Jon Waite, che ebbe un enorme successo con “Missing You“, un brano che gli consentì poi di vivere di vivere di rendita. Un successo pagato a caro prezzo. Jon, inglese di Lancaster, si sposa giovanissimo con una compagna di scuola. Ha un discreto successo, viene chiamato negli Stati Uniti per una produzione. L’album non sfonda, lui torna in Inghilterra prima di essere di nuovo richiamato a New York. La moglie lo pone di fronte all’eterno dilemma: “O me o la musica”. Waite sceglie la musica e alla moglie, che nel frattempo lo lascia, dedica la sua canzone più famosa: “Non mi manchi neanche un po’, da quando te ne sei andata, non mi manchi e c’è questo messaggio come mando alla tua anima, come con un telegrafo. Non mi manchi ma questa distanza non si colma e non riesco a fermare questo sovraccarico di sofferenza”.

Una versione live di “Missing You” del 2007, al Jay Leno Show con Jon Wait e Alison Krauss

Meno risentita ma molto più sarcastica è Good Riddance (Time of your life)dei Green Day. Un brano molto curioso, scritto da Billy Joe Armstrong, che il cantante posiziona come una ghost-track al termine di “Nimrod”, uno dei loro album migliori, estremamente aggressivo e dissacrante. Il brano nasce come una ninna nanna. Billy Joe non aveva mai scritto una ballata ma decide di lasciare un messaggio alla sua fidanzata di allora – era il 1993 – che lo aveva appena mollato per trasferirsi in Ecuador. Il testo è una vera e propria invettiva… “Porta via le foto e conserva gli scatti per la tua mente. Appoggiale su uno scaffale sperando che tu resti in salute e felice. Sotto i tatuaggi dei bei ricordi, pelle morta. Per quello che vale me è vale la pena, almeno per me. É una scelta imprevedibile, ma visto che decidi così diciamo che è giusto. Spero solo che per te sia stato davvero speciale…”

“Good Riddance” è il brano più suonato alle feste di divorzio: che in Italia non usano ma negli Stati Uniti e in Australia sono un must, il ritorno alla vita pubblica di chi si è separato. E molto spesso è anche il brano di chiusura della band nei suoi splendidi concerti dal vivo.

Tour di “American Idiot”, 2005: Billy Joe Armstrong canta per due sere di fila al National Bowl di Nilton Keynes davanti a 80mila persone “Good Riddance (Time of Your Life)” alla fine di uno show di quasi tre ore

2) Terzic e i tifosi del Fenerbahce

Nonostante la stagione sia nel pieno e tutto debba ancora essere deciso, i tifosi del Fenerbahce hanno deciso di dimostrare in modo estremamente eloquente quello che è il loro pensiero. A loro Zoran Terzic, allenatore commissario tecnico della Serbia e che da tre anni ormai è sulla panchina della squadra di Istanbul, non piace. La società non riesce a superare la concorrenza del VakifBank di Guidetti, si piazza sempre ma non vince mai.

Le ultime dichiarazioni di Terzic, non più di due mesi fa, avevano scatenato forse fin troppe speranze nei tifosi turchi alle quali era stato ventilato il possibile arrivo di stelle come Egonu e Boskovic. In realtà, solo pochi giorni fa, il club ha annunciato Anna Lazareva, sicuramente una fuoriclasse. Ma evidentemente non abbastanza per le ambizioni della squadra e dei tifosi che in poche settimane si sono organizzati con una massiccia campagna di sensibilizzazione social il cui hashtag è #zoranterzicistifa ovvero… vattene. Terzic ha appena rinnovato per altri tre anni e a dimettersi non ci pensa nemmeno.

“Twisted Transistor” è una delle canzoni più tetre e inquietanti di un gruppo decisamente molto fuori dal comune che si chiama Korn. Un brano che parla di proprio di incomunicabilità, di rapporti destinati a chiudersi perché una delle due parti ha deciso che non si può andare avanti: “Ehi, ormai l’hai capito, il mondo ti sbrana se glielo permetti. E quando le tue lacrime sporcheranno il tuo vestito, ormai è tardi. E sei nei guai”. Della serie mettetevi in salvo: se potete.

La versione live di “Twisted Transistor” registrata al Rock Am Ring Festival del 2006

3) Chiamatela Wonder Woman

Ci siamo già occupati di Arina Fedorovtseva, la ragazzina che ha già da tempo esordito in campionato russo, in Champions League e che quasi certamente farà parte della squadra russa delle prossime Olimpiadi. Una predestinata che sembra essere programmata per raggiungere un unico obiettivo. Diventare la giocatrice di pallavolo più forte di tutti i tempi. Vederla in campo è quasi inquietante. Freddissima, attenta, non tradisce emozioni. È figlia di due fuoriclasse assoluti. Suo padre, Sergey, è stato uno dei canottieri più forti nella storia dello sport russo.

Arina, che ha appena compiuto 17 anni, continua crescere e fare notizia. La settimana scorsa ha firmato sette ace nel match contro la Lokomotiv Kaliningrad (su 17 punti) e conquista sempre più spazio nel team titolare della Dinamo Kazan. La sua giovane età viene tradita solo dal suo zainetto, dal quale penzola un vezzoso peluche: un orsetto. A volte questo ruolo di predestinata sembra pesarle un po’. Non può parlare con i giornalisti, vive in una sorta di accademia che sembra quasi una caserma. Pochissimo tempo libero e nessuna distrazione. Si allena e studia. Non vive come le altre ragazze della sua età.

Un diamante grezzo che ormai non si può più tenere nascosto e che dopo le Olimpiadi diventerà l’oggetto del desiderio di tutte le squadre più forti. Il che porterà altre tensioni. La cosa fa pensare alle tensioni cui sottoponiamo i nostri ragazzi che in momento molto problematico sono spesso chiamati a dimostrare tutto e subito. A lei, un talento assoluto, dedichiamo una canzone adatta anche a molti dei nostri ragazzi. Che magari non diventeranno fuoriclasse ma stanno ostinatamente cercando la loro strada.

Sara Bareilles compose “Brave” dedicandola a un’amica che era sotto pressione per via delle continue richieste da parte dei genitori che la volevano la migliore a scuola, la migliore a ginnastica artistica, la più forte ne team delle cheerleaders. “Hai una storia di innocenza e silenzio, ma non ci pensi come sarebbe meglio se un giorno le tue parole uscissero e dicessero nient’altro che la verità? Quello che sei, quello che vuoi, quello che vorresti diventare. Dì quello che vuoi dire e lascia che le parole facciano rumore. Tutto ciò che voglio per te è che tu sia coraggioso…”

Il video di “Brave” è stato diretto da Rashida Jones, la figlia del leggendario produttore di Michael Jackson, Quincy Jones.

E per finire, come di consueto, il link di Spotify per riascoltare tutta la nostra playlist!

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