Hit Parade: canzoni dedicate alla rivalità, ai ritorni in campo e ai cambiamenti

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
Foto LVM
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Stefano Benzi

Prosegue la nostra rubrica dal titolo Hit Parade: canzoni che danno un significato diverso ad alcune delle notizie di pallavolo più interessanti degli ultimi giorni. Tra rinvii, recuperi e squadre che tornano finalmente in campo – alcune dopo quasi un anno – dedichiamo un po’ di attenzione alla rete che divide il campo. O che forse lo unisce…

1) Quando il titolo di coda è un abbraccio

Settimana di recuperi con due partite diverse che hanno fornito gli stessi titoli di coda. A Casnate con Bernate la Agnelli Tipiesse Bergamo conquista la tredicesima vittoria consecutiva battendo Cantù al termine di una partita meravigliosa il cui 0-3 conclusivo non rende giustizia alla Libertas. All’Allianz Cloud la Powevolley Milano sconfigge la Leo Shoes Modena al termine di una partita rutilante e imprevedibile. A fine gara giocatori a braccetto, anche se il malumore da parte degli sconfitti c’è tutto. Ma la scena di atleti che si scambiano complimenti e pacche sulle spalle, allenatori compresi, al termine di due feroci battaglie vale quanto un trailer promozionale. Fa male pensare che non ci fosse pubblico. Due partite che avrebbero meritato una standing ovation su un titolo di coda del genere.

C’è una canzone che rispecchia più di ogni altra il senso di rivalsa che si vive quando si ha davanti un avversario che si stima, si rispetta, ma di fronte al quale non si cede di un centimetro. É  il 2000 quando Bon Jovi scrive per l’album “Crush” una delle sue canzoni più forti di sempre: sedici anni dopo “Livin’ on a Prayer”, Tommy e Gina stanno ancora combattendo la loro battaglia per una vita migliore. Non si tratta di sconfiggere o annichilire un avversario: ma di sopravvivere, e di farlo con dignità in un mondo difficile e pieno di insidie… “la mia vita è come un’autostrada sgombra e voglio vivere a pieno fino a che sono vivo e se domani sarà più dura non fare errori, perché nemmeno la fortuna è fortunata e ogni tanto si prende i suoi break…”

I Bon Jovi dal vivo durante il tour mondiale di “Crush” – durato quasi tre anni – sul palco del Letzigrund di Zurigo

2) La Serie B ritorna: dopo quasi un anno

Questo fine settimana tornano in campo le squadre di Serie B, un campionato atteso spasmodicamente per mesi. Impossibile rendere l’idea di quello che deve essere stato il sacrificio di squadre e giocatori in attesa di poter finalmente scendere in campo. Ci sono volute settimane, mesi per vedere finalmente in campo le squadre. Si giocherà con campionati in divenire e con un format tutto nuovo nel tentativo di dare un minimo di regolarità a tornei imprevedibili. C’è da annotare qualche assenza, ci sono squadre che in attesa di cominciare sono sparite e altre che si sono fuse. É un anno così strano. Ma partire è l’unico segno di normalità possibile. E lo accogliamo con grande entusiasmo dedicando a tutti i giocatori al via non “il miglior anno possibile”. Ma una beata normalità. Allenarsi, giocare, magari divertirsi. La normalità sarebbe già molto.

In questo senso, tra decine di canzoni entusiaste e inni trionfali, abbiamo scelto un brano soffuso, che pochi conoscono. Si intitola “Stepping Out” ed è di un grandissimo musicista inglese che si chiama Joe Jackson. Il brano racconta di un appuntamento tra un uomo e una donna che hanno litigato, ma decidono di vedersi ancora una volta: forse per lasciarsi, magari per fare la pace… “Siamo stanchi di tutta l’oscurità nelle nostre vite. Basta parole arrabbiate, prendiamoci la vita. Sali in macchina e guida con me, nella notte, nella luce…” Brano di un’eleganza suadente che dà un altro senso alla parola attesa. Si può anche partire lentamente, per fare la pace e non necessariamente per conquistare il mondo.

La prima (e forse più bella) versione live di “Steppin’ Out” dal tour del 1982 di Joe Jakson

https://www.youtube.com/watch?v=LT0cTFq1JlU

3) Cambiare e adattarsi: seguire il flusso

In tutta questa confusione e incertezza ci si continua a occupare di un mercato che ha pochi soldi e pochissime opzioni da offrire. La Turchia corteggia le nostre giocatrici migliori, Piacenza che rinnova con Bernardi per altre due stagioni, Firenze che firma Ogoms. Ma se volete trovare tutte le notizie di mercato le trovate qui. Esiste una canzone che parla di mercato? Forse no, ma ne esiste una che parla di cambiamenti.

Citazione d’obbligo per “Changes” di David Bowie, o per i Tears For Fears di “Change” o per “Landslide” dei Fleetwood Mac. La scelte su una canzone non banale e che pochi conoscono: “A Change Would You Do Good”, dell’americana Sheryl Crow. Cambiare per il meglio… “inseguiamo draghi con una spada di plastica”. Il senso della canzone è accettare di cambiare, ma non tanto per farlo: al limite anche fare un passo indietro, o uno di lato se la strada più corta non è quella più adatta al momento. “I pessimisti si lamentano del vento, gli ottimisti lo aspettano, quelli che sanno stare al mondo aggiustano le vele”.

Una versione live di “Change Would Do You Good” di Sheryl Crow dal tour mondiale del 2004.

Ed ecco, come di consueto, la nostra playlist completa su Spotify:

ARGOMENTI CORRELATI

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Giubileo dello Sport 2025, Papa Leone XIV: “L’incitamento ‘dai’ è un imperativo bellissimo”

Oltre il Volley

Lo scorso weekend, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025, si è celebrato a Roma il Giubileo degli Sportivi, chiuso dalle potenti parole pronunciate da Papa Prevost nella messa celebrata in Vaticano a cui erano presenti, tra i tanti, il Presidente del CIO Thomas Bach, seduto vicino al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, e a tanti campioni come l’ex ferrarista Felipe Massa, l’olimpionico del judo Pino Maddaloni, l’ex calciatore e oggi Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, il campione dell’NBA Gordon Hayward, oltre a Francesco Ricci Bitti, membro d’onore del CIO.

"Non è un caso che nella vita di molti santi del nostro tempo, lo sport abbia avuto un ruolo significativo, sia come pratica personale sia come via di evangelizzazione" sono state le parole con cui Papa Leone XIV ha aperto la messa dedicata agli sportivi, citando poi l'esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, ''patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il  prossimo 7 settembre. La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda  che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci avvicina alla vittoria definitiva e che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. Lo affermava anche San Paolo VI, vent'anni dopo la fine  della seconda guerra mondiale, ricordando ai membri di un'associazione sportiva cattolica quanto lo sport avesse contribuito a riportare pace e speranza in una società sconvolta dalle conseguenze della guerra''.

"I campioni non sono macchine infallibili, ma uomini e donne che, anche quando cadono, trovano il coraggio di rialzarsi".

"Cari sportivi - ha proseguito il Pontefice -, la Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell'amore di Dio Trinità per il bene vostro e dei vostri fratelli. Lasciatevi coinvolgere da questa missione, con entusiasmo: come atleti, come formatori, come società, come gruppi, come famiglie".

"Il binomio Trinità e sport non è esattamente di uso comune, eppure l'accostamento non è fuori luogo. Ogni buona attività umana infatti porta in sé il riflesso della bellezza di Dio e certamente lo sport è tra queste. Del resto Dio non è statico, non è chiuso in sé, è comunione, viva relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che si apre al mondo".

"Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità, richiede movimento dell'io verso l'altro, certamente esteriore, ma soprattutto interiore. Senza questo si riduce a sterile competizione di egoismi”.

“Pensiamo ad un'espressione che in lingua italiana si usa comunemente per incitare gli atleti durante le gare, gli spettatori gridano 'dai', forse non ci facciamo caso, ma è un imperativo bellissimo, quello del verbo dare. E questo può farci riflettere, non è solo un dare una prestazione fisica, ma un dare sé stessi. Si tratta di darsi per gli altri per la propria crescita, per i sostenitori, per i propri cari, per i collaboratori, per il pubblico, anche per gli avversari. Se si è veramente sportivi questo va al di là del risultato”.

Infine, citando Papa Francesco, l’augurio per tutte le atlete, gli atleti, dirigenti e volontari delle tante associazioni sportive coinvolte: “Amava sottolineare che Maria del Vangelo ci appare attiva il movimento, perfino di corsa, pronta, come sono i padri e le mamme, a soccorrere i suoi figli. Chiediamo a lei di accompagnare le nostre fatiche e i nostri slanci – ha concluso Papa Prevost -, e di orientarvi sempre al meglio, fino alla vittoria più grande: quella dell'eternità, il campo infinito, dove il gioco non avrà più fine, e la gioia sarà piena”.

Tanti gli esponenti del mondo dello sport che hanno partecipato alla messa c'era anche il Luk Lublin, squadra di pallavolo fresca di titolo maschile in Polonia, che con il suo capitano Jakub Wachnik ha omaggiato il Papa con la sua maglia.