Foto: FIVB

Giovanni Guidetti: “Mia figlia fa la regista, io devo fare il principe”

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Di Redazione

Giovanni Guidetti è uno dei tanti italiani che è rimasto all’estero dopo l’inizio della pandemia: un po’ perché ormai la sua vita professionale e familiare è esclusivamente in Turchia e un po’ perché Istanbul ha adottato il tecnico italiano e gli vuole molto bene. Un affetto corrisposto.

È uno dei personaggi sportivi più presenti su siti e magazine sportivi soprattutto quando si tratta di far prevalere il lato umano su quello agonistico… “Non è giusto dire che faccio l’uomo di casa, lo sono sempre stato – dice il tecnico, al Vakifbank dal 2008 e CT della nazionale turca dal 2017 – anche prima di questa pandemia mi davo da fare per aiutare Bahar nelle faccende domestiche o a dare un’occhiata ad Alison. Ma devo ammettere che se ho mille metodi per tenere un’atleta impegnata 24 ore al giorno, non ho la stessa capacità con una bimba di tre anni. ‘Allenare’ mia figlia, tenerla continuamente impegnata è un compito splendido ma davvero gravoso”.

Guidetti rivela un lato inedito: “La mattina comincia presto e ogni giorno mia figlia decide quale deve essere la sceneggiatura del giorno. È appassionata di cartoni, fiabe e se ha deciso che si fare Biancaneve, mi tocca fare il principe. Decide tutto lei. Si sveglia, sceglie il film e mi dà un ruolo. Se continua così posso candidarmi ai Walt Disney Studios”.

Il tecnico nel frattempo studia: “Mi sveglio molto presto per leggere fare un po’ di ginnastica e avere tempo per me prima che Alison si metta a fare la regista. Ho finito un corso di lettura veloce. È stato interessante: prima per finire un libro impiegavo anche tre mesi. Tutto tempo risparmiato per uno come me che è sempre impaziente e di fretta. Ma posso dire che il mio lavoro mi manca ogni giorno di più, è davvero difficile stare lontano da campo e palestra”.

Giovanni Guidetti, un teorico dell’attitudine positiva e della dinamica risolutiva nell’affrontare problemi e conflitti, è comunque convinto che la pandemia servirà: “Ci stiamo confrontando con qualcosa di completamente nuovo e dovremo imparare a cambiare e ad adattarci seguendo regole completamente nuove che riguardano aspetti sanitari, economici, sociali e ambientali. Dovremo fare i conti con le tante vittime, la perdita di molti posti di lavoro e questo dovrà darci spazio di riflessione e di progresso”.

La stagione che quest’anno è ridotta, l’anno prossimo sarà estenuante: “Essere protagonisti di Europeo e Olimpiadi è un risultato straordinario per la Turchia. L’abbinamento con Serbia, Cina, Stati Uniti e Italia non mi dispiace anche se è molto impegnativo: tuttavia ogni atleta sa che le Olimpiadi possono capitare anche una sola volta nella vita e sono certo che ogni persona coinvolta darà il massimo. Ma mi aspetto anche momenti di pura gioia: non dovremo mai dimenticarci di divertirci e goderci un momento unico. Il rinvio della scadenza olimpiaca ha spinto le cose un po’ più in là ma un anno vola…”

Giocare a tutti i costi, non giocare affatto. Esiste una via di mezzo? “Credo che gli sportivi, come qualsiasi altra persona sulla Terra, vogliano che la loro vita torni alla normalità quanto prima più presto possibile. Ma nessuno vuole essere un rischio per sé e per gli altri”.

(Fonte: Voleybolplus)

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