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Fondamentalmente Pallavolo: ricezione e zone di conflitto con Sandro Medico

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Di Redazione

Continua la nostra collaborazione con la pagina Fondamentalmente Pallavolo alla scoperta degli aspetti più tecnici del nostro sport. Il contributo che vi proponiamo oggi è uno studio di Sandro Medico, allenatore salentino protagonista fino alla Serie A2 alla guida della Pallavolo Alessano, sul tema delle zone di conflitto in fase di ricezione.

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“Ho avuto la fortuna di lavorare in questi anni con dei puristi del bagher di ricezione e con loro mi sono sempre confrontato su un tema che spesso crea confusione nel dare giusti indirizzi a come si vorrebbe far giocare la propria squadra. Negli anni un problema che si è posto è quello relativo al punto di partenza della palla, e di conseguenza su come organizzare la fase di ricezione una volta che il regolamento ci permette di battere per tutta la linea dei 9 metri.

Partendo dal presupposto che la pallavolo è sistema e non improvvisazione, mi interessa dare una linea comune, soprattutto condivisa, ai miei ricettori, e dopo attente riflessioni personali e confronti (non tanti) con loro stessi, è da un po’ di anni che propongo sempre competenze in fase di ricezione di palla addosso e a sinistra, indipendentemente da dove batte il giocatore avversario, lasciando soltanto competenza a destra per il giocatore che si trova in posto 1 con battuta da 1 avversario. Mi piace molto “rubare” da altri sport e così, dopo aver fatto mie competenze e conoscenze di ginnastica ritmica sportiva per il lancio della palla per la battuta in salto, dalla scherma mi piace parlare di invito al bersaglio.

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Chiedo ai miei atleti di occupare il campo “invitando” l’avversario a cercare la battuta in zone critiche o, se vogliamo, apparentemente scoperte, allo stesso tempo però aggiungendo difficoltà e aumentando il loro rischio di errore. Chiaramente, correlato al concerto di competenze, non si può prescindere da quello di valutazione. Occorrerà quindi valutare distanze, velocità della palla, zona di battuta, tipo di battuta. Mi è venuto in soccorso il beach tennis. Avendo avuto la fortuna di seguire dal punto di vista fisico un giocatore nazionale di beach tennis, gli chiedevo come fosse possibile ricevere una pallina a fortissima velocità in un campo praticamente uguale a quello di pallavolo senza subire il punto diretto. Mii rispondeva che al momento della battuta avversaria il suo focus attentivo era indirizzato solo e soltanto sulla pallina.

Sulla scorta di queste informazioni, durante gli allenamenti analitici di battuta e ricezione, stimolo i miei ricettori a concentrarsi e a focalizzare l’attenzione soltanto sul pallone e dai loro feedback ricevo sempre segnali più che positivi su questo approccio metodologico. Non nascondo che ci sono stati momenti di comunicazione difficile, ma alla fine del percorso tecnico anche loro convenivano che questa impostazione di ricezione era ed è efficace, non genera difficoltà di comunicazione e non necessita di troppe informazioni soprattutto durante la gara.

Statisticamente la mia squadra è passata da percentuali di distribuzione di cambio palla per zone facilmente interpretabili ad altre meno leggibili, in riferimento alla possibilità di giocare in base 1, in base 7, e in base 2 con più facilità, avendo praticamente eliminato il bagher di ricezione a destra che spesso e volentieri costringeva il palleggiatore a “chiudersi” verso 4 o 2, impedendo uno sviluppo di gioco fluido e poco scontato.

Concludo portando la mia esperienza attuale in periodo di quarantena relativamente al lavoro di ricezione in modalità ideomotoria: a seguito di riflessioni e confronti con mental coach, ho prodotto dei brevi video di ricezioni tecnicamente precise che ho fatto vedere ai miei giocatori, proponendo loro un allenamento ideomotorio che se fatto in maniera corretta consente di fare idealmente centinaia di ripetizioni, in maniera perfetta, consolidando l’apprendimento di un gesto sportivo e possibilmente perfezionarlo. Diversi studi sperimentali infatti sembrano dimostrare che ripetere mentalmente un’azione aiuti l’atleta a fissare meglio nella memoria la stessa, migliorandone l’esecuzione nella pratica.

(fonte: Fondamentalmente Pallavolo)

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