Fipav Sicilia, Bitto: "Non mi sento parte di questa Federazione: chi denuncia viene penalizzato"

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Di Redazione

Dopo la pesante sospensione di 15 mesi da ogni attività Federale, Paolo Bitto, ex Revisore dei Conti della Fipav Sicilia, ha rilasciato alla nostra redazione importanti dichiarazioni in merito alla vicenda, iniziando con una importante precisazione:

“In merito a quanto uscito su altre testate Nazionali, ci tenevo a dire che io non ho mai parlato di un ammanco di 160.000 euro, ma di debiti per 160.000 euro. La mia denuncia alla Procura non nasce inoltre dalle ricevute della moglie di Anzalone, in quanto questi aspetti sono stati messi in evidenza dal quotidiano La Repubblica. Non da me, ci tengo a dirlo. Anzalone ha poi parlato di questo fatto come se ne avessi parlato io per primo, e invece avrebbe dovuto leggere le carte”.

Quale strategia pensate di attuare in seguito alla sua sospensione?
Stiamo valutando con il nostro legale la possibilità di ricorrere alla Giustizia Ordinaria e non solo a quella Sportiva. Questo per un fatto di natura tecnica: il mio ruolo di Revisore è legato all’iscrizione ad un Albo Professionale, e non alla mia ex attività di Dirigente Fipav. Non è infatti un requisito obbligatorio quello di essere tesserati alla Fipav per candidarsi ad una carica Federale, ma l’appartenenza a quell’Albo. Sicuramente seguiremo il percorso della giustizia Domestica”.

Quali sono le sue prime sensazioni?
“Noi abbiamo smontato tutto l’atto di denuncia, mettendo in evidenza nuovamente il fatto che io rispondo, in quanto Revisore dei Conti, ad obblighi professionali imposti dal Codice Civile. Anzalone, a differenza del novembre 2016, è ora Consigliere Nazionale, una funzione che lo vede più protetto. Ora chiede il mio deferimento solo per avere riportato dei fatti, senza alcuna considerazione personale. Ovviamente c’è tanta amarezza per la squalifica di 15 mesi”.

Vede ancora un suo futuro in questa Federazione?
Nel mio intervento ho detto che in qualunque caso, la mia avventura nei quadri Fipav la ritengo conclusa in quanto non mi sento di fare parte di una Federazione dove chi denuncia dei fatti, avendone un ruolo come Revisore, viene deferito. Tutto questo senza essere andati a verificare quello che è successo“.

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