Filippo Lanza: "Orgoglioso di rappresentare questa bandiera. La spinta dei tifosi è determinante e ci trasmette sempre grande carica"

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione

L’Italia è pronta a scendere in campo questa sera per la seconda partita del Mondiale. L’avversario questa volta sarà il Belgio allenato da Andrea Anastasi. A parlare è lo schiacciatore azzurro Filippo Lanza, in un intervista rilasciata a “Tuttosport“.

A poche ore dalla sfida di stasera contro il Belgio, dentro il catino ribollente del Mandela Forum di Firenze, Pippo Lanza ha postato sul proprio profilo Instagram un’immagine e un messaggio eloquenti: c’è lui sorridente, addosso la maglia azzurra numero 10 e il tricolore sventolato sulle spalle, come fosse una vela e con quella dovesse da un momento all’altro alzarsi da terra e spiccare il volo. «Orgoglioso di rappresentare questa bandiera» il post a corredo seguito da centinaia di commenti entusiasti. C’è tutto Lanza in questa foto, l’entusiasmo, la fierezza, la voglia di dare e regalarsi grandi gioie in questo Mondiale appena all’inizio. E’ un’estate da cuori forti quella per il martello veronese che dopo 7 stagioni ha lasciato la Diatec Trentino per una nuova avventura a Perugia, nella Sir Safety Conad.

Dopo l’esordio vittorioso con il Giappone. ecco il Belgio. Pronti a riscattare la delusione degli Europei 2011? «Per prima cosa dobbiamo cancellare la partita di domenica, bisogna sempre archiviare le gare giocate, belle o brutte, e proiettarci sulla prossima A maggior ragione contro un simile avversario: nessuno di noi ha dimenticato la serataccia agli Europei. Bisogna ricominciare con una mentalità diversa e un altro approccio rispetto ad un anno fa: questa è un’altra manifestazione ma il Belgio è al solito competitivo e come si è visto può crearci non pochi problemi».

Quel ko per 3-0 brucia ancora… «Noi giocatori siamo portati a buttarci alle spalle in fretta le brutte partite. Come detto si riparte, decisi a fare tesoro degli errori e a fare risultato. Scenderemo in campo con grande determinazione consapevoli anche che andrà sfruttato al massimo il vantaggio di giocare in casa. La spinta dei tifosi è determinante e ci trasmette sempre grande carica, aiuta a mettere in campo prestazioni migliori».

Il fatto di disputare il Mondiale in Italia dà più pressioni o stimoli? «Giocarlo nel nostro Paese è come la ciliegia sulla torta. Abbiamo tante aspettative per i nostri tifosi e per noi stessi».

Il Belgio è una squadra diversa dal Giappone che avete battuto in modo netto ma non senza qualche sbavatura. State correndo ai ripari? «Se l’approccio e la partenza saranno rallentati come l’altra sera e il risultato finale sarà lo stesso a me andrà bene comunque. Battute a parte, più che mai domani (stasera ndr) non dovremo lasciare giocare gli avversari ma da subito farlo noi, con un solo obiettivo in testa: vincere. Fra l’altro lo scorso anno il Belgio sfoderava un gioco un po’ strano, fatto di “tocchetti” più che di potenza, non eravamo abituati. Ora invece forza di più. E per noi che sulle palle alte abbiamo buone capacità di difesa e muro può rivelarsi un vantaggio».

Giusto sognare in grande? «Facciamo un passo alla volta e vediamo dove ci porterà il destino. Sappiamo che incontreremo delle difficoltà perché non siamo una squadra perfetta e forse non lo saremo mai. Quindi dovremo saper reagire quando i nostri avversari fanno meglio e restare sempre dentro la partita, senza mollare: questo può differenziarci dagli altri».

Una dote che servirà più che mai in una competizione così lunga. «Dal punto di vista fisico io e i miei compagni siamo tutti pronti per affrontare questo Mondiale, il grande lavoro fatto nel ritiro di Cavalese sta dando i frutti, per il resto stiamo cercando di sfruttare questa breve sosta perché poi giocheremo ogni due giorni».

Come vi state preparando a questo autentico tour de force? «Sapendo che dovremo essere bravi ad affrontare le difficoltà e soprattutto a venirne fuori. Secondo me comunque è una fortuna giocare tante gare ravvicinate, ti concentri meglio e perdi meno…il contatto con la palla».

Servirà anche lo spirito di Rio? «Rispetto alle Olimpiadi di 2 anni fa questa è un’avventura diversa ma l’emozione che stiamo vivendo è simile. C’è la voglia di provare a salire sul gradino più alto».

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI