Foto Ufficio Stampa FIPAV Puglia

Fanizza commenta la regular di A2: “Miglior mix, Taranto. Lagonegro ha deluso le aspettative”

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Di Redazione

Una Regular Season agli sgoccioli, le retrocessioni bloccate e un campionato a singhiozzi a causa della pandemia da Covid-19. La serie A2 maschile, come del resto gli altri campionati, ha vissuto questa prima fase con diverse incertezze e parecchi rinvii.

Oggi si chiude una Regular Season che ha definito le gerarchie da alcune giornate, con Bergamo salda in cima alla lista, a +13 da Taranto, e Lagonegro come fanalino di coda. A commentare questa fase di serie A2 è Vincenzo Fanizza, coach degli azzurrini che hanno trionfato nell’Europeo Under18, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno.

Fanizza, cominciamo da Taranto. Fin qui, promossa a pieni voti?

«Hanno avuto un po’ di problemi all’inizio, quando bisogna avere le idee chiare per assestare la squadra, poi hanno chiuso il cerchio attorno a Parodi e hanno trovato costanza. Ma un giudizio definitivo è difficile, è stata una stagione anomala: una cosa è gestire un infortunio, altra cosa è gestire le assenze per il Covid. Taranto stesso ha perso in casa la gara di andata contro Ortona privo di tre titolari e ha vinto l’altro giorno a Ortona in cui mancava solo Cantagalli».

C’è un solo posto al sole, possibile spodestare Bergamo?

«I playoff sono un campionato a parte. Certo, Bergamo ha giocatori ottimi. Santangelo è opposto che sta facendo benissimo, Terpin e Pierotti sono schiacciatori perfettamente integrati col palleggiatore argentino Finoli e poi hanno trovato un libero all’altezza come il nostro Francesco D’Amico. E’ di Ostuni, l’ho allenato nella selezioni azzurre under 18 e 19, è andato alla Lube e ha giocato in A2 a Potenza Picena. È un classe 1999, un bella realtà».

Come si spiega la lunga tradizione di liberi pugliesi, da Mirko Corsano a Daniele De Pandis e a Max Colaci?

«Col fatto che sappiamo fare di necessità virtù. Non abbiamo giocatori di grandi altezze, questo ci obbliga a lavorare di più nei fondamentali di seconda linea. Da un po’ di anni cerchiamo di lavorare per una pallavolo veloce e vicina alla rete, in modo da evitare di impostare il gioco sulle altezze per non trovarci muri imbattibili e questo significa attrezzarsi bene in ricezione, dove il libero fa la differenza».

Delusione Lagonegro, soprattutto Tiurin, il più ricercato ad inizio stagione. Se lo aspettava?

«Negli ultimi anni Tiurin è stato tra i migliori, ma non conosco bene la squadra e bisogna capire effettivamente che cosa sia successo. Certo, le attese erano altre»

Questa A2 è nel segno del mix: veterani scesi dalla Superlega e giovani promesse che si fanno largo. A chi è riuscita meglio l’integrazione?

«II campione è un valore aggiunto, a patto che non giochi solo lui. II mix migliore? Beh, quello della Prisma, direi. Accanto ai Coscione, Fiore, Padura Diaz e Alletti ci sono i classe 2000 come Gironi e Hoffere i’97 come Cominetti e Di Martire tanti altri giovanissimi».

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