ph. Giampiero Consaga

Cazzaniga: “La svolta nella mia carriera è arrivata con Massimo Eccheli”

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Di Redazione

Il suo classico soprannome (“Virus”) oggi non va più molto di moda, per i motivi facilmente immaginabili. Ma a 41 anni suonati Roberto Cazzaniga resta una presenza fissa nei palasport italiani, e ha dimostrato di meritarlo anche quest’anno, riconquistandosi il posto da titolare nella BCC Castellana Grotte. In un’intervista al Giornale di Monza l’opposto lombardo ha ripercorso la sua lunga carriera, partita quasi per caso: “Ero stato selezionato come portiere dal Milan, ma mi facevano giocare poco, perché l’altro portiere era il figlio di un allenatore… Così a 12 anni, stanco della situazione, ho iniziato con la pallavolo alla Pro Victoria Monza“.

Nel passato di Cazzaniga c’è un legame importante con Massimo Eccheli, l’attuale tecnico della Vero Volley Monza in Superlega: “La svolta è arrivata quando avevo 17 anni e sono stato aggregato alla squadra che guidava in B2. Lui per me è stato molto importante, mi ha sempre sostenuto ma anche bastonato. Mi ha fatto crescere tanto e mi ha fatto capire che la pallavolo poteva essere il mio futuro. Mi ha insegnato tanto anche fuori dal campo: per esempio non eccellevo nello studio, perché avevo in testa solo l’allenamento, e lui senza batter ciglio disse che se non avessi fatto i compiti non mi sarei allenato“.

Proprio attraverso Eccheli l’opposto approdò all’Asystel Milano, debuttando a sorpresa in serie A1: “Fu una stagione pazzesca, noi da neopromossi arrivammo quasi a sorpresa in finale e fummo sconfitti da Treviso, che in quelle stagioni dominava la pallavolo in Italia. Ho un solo rimpianto per quella finale, il fatto di essere stato poco utilizzato nonostante che il titolare nel mio ruolo, Marcos Milinkovic, non fosse al meglio della condizione e giocasse sotto le sue possibilità“.

Poi le esperienze a Parma, Montichiari, Crema, Segrate e Castellana, dove gioca ormai dal 2011. E il futuro? “Molti mi dicono che dovrei fare l’allenatore – conclude Cazzaniga – perché so parlare con le persone e riesco a dare gli insegnamenti giusti. Non credo che prenderò questa strada, perché per diventare allenatore il percorso è lungo, e in questo momento non mi sento di farlo. Sinceramente non ho ancora pensato a come sarà la mia vita fuori dal campo. Per il momento mi diverto ancora molto a giocare e mi trovo benissimo a Castellana Grotte: diciamo che mi vedo ancora in campo per qualche stagione…“.

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