Foto LVF/Rubin

Caso Lugli, Assist scrive alla Fipav. Si schiera anche Carlotta Cambi

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Di Redazione

Sono passati quasi due mesi dal caso di Lara Lugli, che ha riacceso i riflettori sul problema delle tutele alle atlete in gravidanza, ma al di là del clamore mediatico nulla è davvero cambiato. Partendo da questo presupposto Assist, l’Associazione Nazionale delle Atlete, torna a farsi sentire chiedendo un intervento alla Federazione Italiana Pallavolo, con una lettera indirizzata in copia anche al presidente del Coni Giovanni Malagò, alla ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti e alla presidente del Senato Elisabetta Casellati.

A favore della “battaglia” di Assist scende in campo anche Carlotta Cambi: “Sono una giocatrice professionista – dice la palleggiatrice del Bisonte Firenze in un videomessaggio, mi piace definirmi così anche se purtroppo in Italia non siamo considerate tali. All’età di 18 anni, quando ho iniziato a giocare in Serie A, il problema maternità – se possiamo definirlo un problema – mi sembrava ancora lontano. Ma adesso che di anni ne ho 24 e che pian piano mi avvicino all’idea di voler diventare mamma, penso a tutti gli ostacoli a cui andrò incontro. Già, ostacoli: perché dal momento in cui dirò alla mia società di essere incinta, il mio contratto verrà stracciato“.

Per me è inconcepibile – conclude Cambi – che ancora nel 2021 non abbiamo le tutele e i diritti che ci spettano. Perciò è arrivato il momento di iniziare la nostra battaglia: il movimento della pallavolo maschile e femminile ha già dimostrato di essere coeso e noi abbiamo solo iniziato a far sentire la nostra voce. #IoLoSo, e voi?

Nella lettera al presidente federale Giuseppe Manfredi, l’associazione scrive: “Ad oggi non ci risulta sia stato assunto alcun provvedimento disciplinare nei confronti della società sportiva di Pordenone presso la quale l’atleta Lara Lugli era ingaggiata, e che le ha consapevolmente fatto sottoscrivere un contratto contenente una clausola inaccettabile (prima ancora che nulla, in quanto contraria all’ordine pubblico). (…) Nonostante le tante parole di sdegno che sono state spese, siamo basite di dover constatare che a oggi né la sua Federazione né il CONI siano in alcun modo intervenuti a risoluzione della vicenda, e che, anzi, neppure finalità dimostrative abbiano fatto sì che si procedesse con un doveroso provvedimento disciplinare nei confronti dell’associazione sportiva, che ha palesemente violato obblighi vincolanti per le istituzioni italiane e per gli enti, sia pubblici che privati“.

Ci chiediamo – prosegue la lettera – come sia possibile che all’atleta Lugli sia stato chiesto, da più parti, inclusa la presidenza che lei ricopre, di trovare una transazione amichevole e non piuttosto di proseguire, come doveroso, nell’ottenimento di quanto all’atleta spetta di diritto. Ci chiediamo come non le siano state presentate delle scuse pubbliche per quanto ha dovuto subire e, soprattutto, ci chiediamo come sia possibile che nessuno sia stato in grado di portare ad un’azione di doveroso buon senso l’associazione sportiva, inducendola a ritirare volontariamente la citazione in giudizio“.

Ci troviamo di fronte a una situazione non solo di gravità inaudita, ma di reiterata indifferenza verso l’atleta, verso tutte le donne italiane e nei confronti di quel rispetto che si deve a una donna che scelga di avere un figlio. La maternità è un bene prezioso, patrimonio collettivo per il futuro di ogni paese, la maternità è un diritto inviolabile di ogni donna. È per questo, presidente Manfredi, che la esortiamo a far sì che la Federazione Italiana Pallavolo intervenga in misura immediata, esemplare, chiara e pubblica contro la società sportiva” continua il testo, che si conclude così: “Nella denegata ipotesi in cui questa richiesta d’intervento restasse inascoltata, riteniamo che inevitabilmente il segnale che le istituzioni sportive darebbero al paese sarebbe quello di loro connivenza e condivisione, con conseguente grave ed irrimediabile pregiudizio per la giustizia e le pari opportunità nello sport italiano“.

La prima udienza per il caso di Lara Lugli, citata in giudizio per danni dal Volley Pordenone, è fissata per martedì 18 maggio.

(fonte: Assist)

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