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Campanello d’allarme per gli azzurri: in attacco la coperta è corta

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Si chiude con una folla immensa che osanna e porta in trionfo i propri beniamini la VNL 2023, che riporta sul gradino più alto del podio quella Polonia che proprio un anno fa in casa aveva vissuto il dramma sportivo di perdere la finalissima mondiale contro i nostri azzurri. Una Polonia che vince nonostante un Leon relegato presto in panchina e un Kurek ai box per infortunio, dimostrando che l’asse portante dello Zaksa JanuszKaczmarekSliwka ha una fame di vittorie incredible dopo la Champions con il club.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a sabato pomeriggio, quando l’Italia, dopo la brillante vittoria con l’Argentina, sembrava pronta a liberarsi in fretta del pericolo Stati Uniti in semifinale. E invece è proprio in questo primo match che suona il primo campanello d’allarme del 2023, perché i nostri atleti mundial steccano clamorosamente la partita, con un Romanò a dir poco irriconoscibile che chiude il primo set con zero punti e il duo di banda MichielettoLavia che non va oltre il 40%.

Fefè De Giorgi Italia
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Gli USA giocano la gara perfetta, va detto, con la correlazione muro e difesa che lavora in sincronia esaltando il muro yankee e il lavoro incredibile di Shoji in seconda linea, ma sono i nostri che sembrano spenti, incapaci di trovare soluzioni alternative, e mettono in luce una problematica spesso passata in secondo piano grazie alle vittorie: ovvero che al momento non ci sono cambi all’altezza per Romanò e le bande, il che lascia a De Giorgi una coperta molto corta cui attingere.

E mentre molti si aspettavano una pronta riscossa contro il Giappone, ecco che i ragazzi di Philippe Blain (autentico mago della panchina che ha guidato i nipponici ad un grande step di crescita), pur faticando in attacco e con un muro latitante, riescono a portare a casa un bronzo dal valore incredibile a nostre spese. Ed è proprio in questo match che vengono fuori tutte le difficoltà di una squadra che quando subisce in ricezione non riesce a trovare alternative in campo o dalla panchina, con un De Giorgi ancora una volta restio ad usare le palette dei cambi per testare Sbertoli (palleggiatore fresco di scudetto) e Rinaldi, dando un chiaro segnale che in nazionale le gerarchie sono fisse.

Gianluca Galassi Daniele Lavia Italia
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Il Giappone, per quanto squadra rivelazione del torneo, capace di giocare a livello altissimo per tutta l’estate, regala comunque un’enormità a muro essendo squadra “bassa” e mancando di un centrale di livello… Infatti anche i polacchi, dopo aver subito nel primo set della semifinale, hanno trovato le giuste misure per portare a casa agevolmente gli altri tre. E qua torniamo alle note dolenti azzurre con, i tre attaccanti laterali che non superano il 50% in attacco e sbagliano molto.

Le note positive della 4 giorni polacca arrivano invece dal centro della rete, dove Galassi e soprattutto Russo si dimostrano efficienti in attacco e letali a muro: il centrale di Perugia, lasciati alle spalle i tanti infortuni, dimostra di essere in grado di fare la differenza al centro della rete come solo i grandi campioni riescono a fare.

Roberto Russo Italia
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Tornando al volo sulla finale, gli USA provano con il loro sistema muro e difesa a limitare i polacchi, ma alla lunga calano in ricezione e in battuta e non trovano la continuità per poter impensierire una squadra che si permette il lusso di tenere in panchina schiacciatori come Semeniuk, Bednorz e Fornal. Di sicuro il nostro sestetto al top della condizione se la gioca alla pari sia con gli USA sia con la Polonia, anzi forse parte anche leggermente avvantaggiato, ma se guardiamo all’interezza del gruppo, ecco che le finaliste di oggi sembrano un gradino più su di noi. E in vista dell’anno olimpico non è una buona cosa.

di Paolo Cozzi

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