Bussolari saluta Mantova: “Credevo di restare, ma l’A2 è una grande chance”

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Di Redazione

“Il Gabbiano Top Team Volley Mantova mi avrebbe riconfermato. Quando però è arrivata questa opportunità…”.

Manuel Bussolari lascia la frase in sospeso, tanto nell’ambiente della pallavolo tutti sanno che quell’occasione ormai l’ha colta al volo. Sbarcare nuovamente in A2, più preparato ed esperto di quanto non lo fosse nell’esordio del 2018 a Macerata, reduce da un’attività giovanile che gli aveva regalato un titolo italiano Under 17 con la Lube ed un argento continentale con la Nazionale Under 19.

A 21 anni e mezzo il centrale castiglionese giocherà a Mondovì, una delle roccaforti del volley piemontese.

“Questo mi ha fatto rivedere i programmi di studio, ma i treni vanno presi ad ogni costo anche al volo – continua -. Ero convinto di rimanere a Mantova, in questi giorni mi iscriverò invece all’Università di Parma, facoltà di Chimica. Ma seguirò le lezioni online ed in sede andrò solo per sostenere gli esami”.

Anche perchè il torneo cadetto non può concedere troppe distrazioni: “A Mondovì ritroverò coach Mario Barbiero, che è stato mio allenatore nell’esperienza giovanile azzurra. Questo mi stimola ed un po’ anche mi preoccupa poiché sarà curioso trovare due diverse filosofie di lavoro nella stessa persona. Non lo scopro io, ma un conto è fare il selezionatore, un altro allenare tutti i giorni una squadra di club. Quanto a me, è una bella sfida quella che mi si pone davanti. Sono contento di quel che ho imparato e messo in pratica nell’ultima stagione di B al Gabbiano Top Team Volley Mantova, di sicuro approdo in A2 molto più maturo che non due anni fa. SO che è un campionato di livello molto alto in cui occorre lavorare sodo per avere chance di mettersi in mostra. Mi aspetta un compito difficile, visto che sulla carta non dovrei essere nel sestetto titolare. Farò il possibile per conquistarmi il posto sul campo forte dell’esperienza acquisita a Mantova”.

A proposito di pensieri sospesi, al Gabbiano Top Team Volley Mantova vorrebbe dire che… “Con loro sono stato benissimo. Ai miei ex compagni non ho molto da aggiungere visto che li ho ringraziati tutti per tempo e rimango costantemente in contatto con loro. Vorrei invece salutare l’intero staff e ringraziarne i componenti per quanto hanno fatto in una stagione che poteva regalare grosse soddisfazioni e che purtroppo è rimasta senza alcun epilogo”.

Sospesa, appunto. Come il compito del centrale, che deve arrampicarsi in cielo e restarci un istante in più di colui che si ritrova di fronte a centro rete.

(Fonte: comunicato stampa)

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Bergamo conferma lo staff di coach Parisi per ricominciare da dove è arrivata

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Bergamo blinda anche il suo staff tecnico. Dopo quella di Carlo Parisi, arriva la conferma anche dei suoi più stretti collaboratori: il vice, Marcello Cervellin, il preparatore atletico Luca Rossini e lo scoutman Alessandro Bianciardi. E, con loro, anche per lo staff medico si proseguirà il percorso nel segno della continuità con i medici Alberto Baldi e Maurizio Gelfi, la nutrizionista Marta Gamba e i fisioterapisti Matteo Gandolfi e Matteo Bonfanti. E come Team Manager ci sarà ancora Ludovico Carminati.

Così, mentre Rossini condivide l’avventura in Nazionale con Parisi e lo Staff di Velasco, Cervellin lavora in palestra per tenere in allenamento Linda Manfredini, rimasta a Bergamo per terminare l’anno scolastico.

Ed è proprio il secondo allenatore rossoblù a tirare le somme di un’annata speciale, provando a spiegarne i segreti: “Si è creato subito un buon rapporto tra i componenti dello staff, la squadra e la società. Poi abbiamo avuto l’abilità di sfruttare un inizio di campionato senza big in molte delle squadre avversarie che ci ha permesso di andare in fiducia per il resto della stagione. Forse avremmo potuto fare un po’ meglio nella parte finale dell'anno, anche se bisogna riconoscere che ci sono stati degli scontri con squadre di caratura superiore. A Bergamo ho trovato un ambiente dinamico in un campionato in cui è andato tutto bene, un contesto che ha dimostrato cultura sportiva anche nei piccoli momenti di difficoltà. Perché quando le cose vanno bene è tutto più semplice, ma nei momenti in cui i risultati non venivano, la società ci ha messo in condizione di tranquillità e organizzazione per fare il meglio possibile”.

C’è qualcosa che avrebbe voluto fare in modo diverso?

“Avrei voluto fare qualche risultato in più alla fine della stagione che ci avrebbe permesso di fare una partita di più in casa nella fase dei Play Off e di avere qualche possibilità in più per allungare il nostro percorso. Ma non si può chiedere tanto di più a questa stagione”.

E ora?

“Ora dobbiamo lavorare per ricreare situazioni simili di fiducia della squadra e di fiducia reciproca da parte di tutti noi e poi limare ogni piccolo particolare in cui tutti possiamo migliorare. E’ utopico pensare che si possano ricreare le stesse situazioni dello scorso anno, in cui siamo stati bravi ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Quella fortuna che forse non avremo, potremo aggiustarla migliorando ogni dettaglio con l’obiettivo di confermare ciò che abbiamo fatto, che sarebbe un grandissimo risultato. Se poi venisse anche qualcosa in più…”.