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Bulgaria, Nikolov: “Non ho perdonato Kaziyski e forse non lo farò mai”

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Di Redazione

Li chiamavano gli inseparabili: Nikolov e Kaziyski erano qualcosa di più di due semplici compagni di squadra. Nel momento migliore in assoluto per il volley bulgaro i due giocatori avevano assunto il ruolo di portabandiera, di ambasciatori del movimento nel tentativo di portare la Bulgaria a un grande risultato internazionale. L’obiettivo era ovviamente l’Olimpiade di Londra 2012: Kaziysky, reduce da una lunga permanenza a Trento era al top della sua carriera, tecnicamente e fisicamente. Stoytchev, oggi responsabile tecnico della Lube Civitanova, era il suo allenatore e per lui ha una sola definizione… “Mostruoso, aveva una foga agonistica devastante e una precisione letale, un giocatore che era capace di vivere in trance agonistica per mesi, senza accusare alcun peso”.

Vladimir Nikolov invece era il lavoratore, l’operaio: un gran fisico ma certo anche una personalità non altrettanto all’altezza. Vladi non amava parlare ai giornalisti, non sopportava l’idea di essere al centro della scena cosa che invece a Kaziyski riusciva perfettamente. E poi c’era Radostin Stoytchev a fare da cappello e da parafulmine. La federazione pallavolo bulgara era in un momento di fortissima crisi, alcuni sostengono che uno degli argomenti di discussione fossero i premi. I giocatori volevano essere pagati per ogni singola partita: e si aprì una forte spaccatura sia all’interno della federazione che dello spogliatoio. Nikolov diceva che le Olimpiadi dovevano essere onorate e che si doveva giocare a tutti i costi. Kaziyski disse che non ne voleva sapere: e lasciò il ritiro.

Dopo pochi giorni la federazione licenziò il CT Stoytchev, reo di non aver tenuto compatta la squadra, e lo sostituì con Nayden Naydenov così come Kaziyski fu sostituito dal giovane e inesperto Skrimov. La Bulgaria si squaglia ma nonostante le grandi difficoltà interne arriva alle semifinali perdendo la medaglia di bronzo dall’Italia per 3-1.

Nikolov ancora oggi non perdona a Kaziyski il tradimento: “Era un giocatore che sapeva come fare la differenza, con lui eravamo una squadra forte per la quale tutto era possibile. Potevamo davvero vincere l’oro olimpico, potevamo sentire l’angoscia degli avversari quando dovevano giocare contro di noi. Ma tutto si è frantumato per una banale questione di orgoglio personale. Mi sono sentito tradito da Matey, non l’ho perdonato e forse non lo perdonerò mai”.

La questione è tornata d’attualità in questi giorni perché Nikolov ne ha parlato in televisione: è uno dei concorrenti della versione bulgara de “La Fattoria”.

 

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