Bruno, una richiesta importante e il rispetto dell’atleta. Il confine tra la vita da giocatore e quella di tutti i giorni

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Di Redazione

Ci sono richieste e richieste. Diventano fragorose se a farle, pubblicamente attraverso i social media, è un campione del calibro di Bruno Rezende, in arte “Bruninho”. Esiste uno sport, come la pallavolo, che non si ferma neanche il giorno di Natale. Ecco allora aprirsi il dibattito: giusto giocare in nome dello spettacolo?

Il regista della Lube Civitanova e della selezione verdeoro ha espresso così il proprio pensiero:

“Domenica giocheremo l’ultima partita dell’anno. Ringrazio Dio per avermi dato la salute per fare ciò che amo e ancora ricevere per questo. Mi sento fortunato. Ma non posso mancare di fare una critica costruttiva alle entità che controllano il nostro mondo della pallavolo. Un anno estremamente stressante, con innumerevoli viaggi, partite e campionati. Dal club alle Nazionali e viceversa. Date speciali, come Natale, abbiamo trascorso viaggi e allenamenti. Gli infortuni aumentano e lo spettacolo non è sempre il migliore per tutti. @fivbvolleyball @cevolleyball@legavolley @cbvolei e tutti dovrebbero capire che siamo umani e abbiamo bisogno di un calendario che veda anche il lato salute dell’atleta e non solo le questioni di Business o soldi. I atleti sono i veri protagonisti dello spettacolo. E che noi atleti possiamo unirci per cambiare un po ‘di questo sistema”.

https://www.instagram.com/p/Br5UnTeBgw5/

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