ph. Giampiero Consaga

Bcc Castellana, Cazzaniga: “Una stagione complicata e sfalsata”

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Di Redazione

Domani, lunedì 4 gennaio alle ore 18.00, al via il girone di ritorno della Bcc Castellana Grotte che scenderà in campo tra le mura amiche contro la Synergy Mondovì. Dopo l’addio dell’opposto olandese Kay van Dijk, a riprendersi in mano la squadra è l’intramontabile Roberto Cazzaniga che, a 41 anni, è tornato ad essere il punto di riferimento per i propri compagni. “Virus” Cazzaniga, soprannominato affibbiatogli tanti anni fa, intervistato dalla Gazzetta di Bari si racconta a 360°, dagli inizi fino ad oggi.

Mercoledì contro Cantù è giunta la prima vittoria da tre punti in una stagione rivelatasi più difficile del previsto. «Una stagione complicata e sfalsata. Ma si sapeva. Anche Siena ha avuto grossi problemi. Ritornare a giocare in questo periodo non è facile perché non ci si allena a ranghi completi. Anche io ho una caviglia in disordine. È difficile per la squadra, per il palleggiatore che si è dovuto adattare. Sono tutte complicanze che da fuori non si vedono».

A 41 anni sembra ripetersi la storia, con Cazzaniga che deve sobbarcarsi gran peso della squadra, soprattutto con l’addio di Kay van Dijk, con il quale è stato risolto il contratto, che fa seguito a quello estivo di Banderò, a cui si aggiungono quelli di Vedovotto e, probabilmente, De Pandis. «È il mio ruolo, quindi per me non cambia molto. La mancanza, in realtà, si sente in allenamento. Siamo questi e rimarremo così fino alla fine. De Santis è un giovane che si sta allenando bene e sta seguendo i consigli. In questo modo i risultati vengono e si vedono».

La scalata è iniziata dalla Prima divisione nel Monza, nel 1996/97. Oggi le stagioni tra A1 e A2 sono diciannove, per un totale di 7100 punti. C’è un’annata o un punto particolare che riesce a isolare da tutti gli altri? «La prima stagione in A2 a Crema, con coach Monti. Era una squadra mista di giovani e meno: noi mettevamo l’entusiasmo, gli altri l’esperienza. Arrivammo secondi dietro alla corazzata Taranto, con cui vincemmo al tiebreak in casa loro. Io non avevo mai giocato titolare, fui una scommessa insieme al palleggiatore Dragan Travica, oggi a Perugia in Superlega. Si fece male la prima banda e giocò Canzanella. Si spingeva tutti dalla stessa parte e si trovarono i meccanismi giusti. Vincemmo i playoff contro Gioia, team di un’altra categoria, che per questo mi odia. Siglai due nastri-punto consecutivi sull’11-13 e vincemmo la partita».

Cosa le è mancato per sfondare anche nella massima serie? «Qualcuno che mi facesse giocare». Un allenatore? «Club. È tutta una questione politica».

Siamo finalmente nel 2021. Cosa si aspetta e si augura, senza la solita retorica. «Continuare bene e aiutare compagni, soprattutto i giovani. Non ho abbandonato alcuna ipotesi di successo, nemmeno di arrivare tra le prime sei e, dunque, in Coppa Italia». 

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