Andrea Leccis Sarlux Sarroch
Foto Lega Pallavolo Serie A

Andrea Leccis, rivelazione di Sarroch: “Pensavo di giocare meno, invece…”

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Gli spettatori della Sardegna del volley si sono un po’ innamorati del suo modo di fare in primis, e subito dopo di lui. Di quello che esprime, di ciò che è in grado di fare e saper fare. Andrea Leccis è una delle sorprese di questo campionato di Serie A3 ed è forse la reale scommessa vinta di quel laboratorio di bella pallavolo che è diventata la Sarlux Sarroch. Fino a qualche anno fa era in Serie C a Carbonia, nel Sulcis Iglesiente; lo scorso anno il ds Leila Lai lo ha portato con sé per una stagione unica in Serie B. E quest’anno prima coach Franchi e poi Leondino Giombini hanno puntato su di lui, sulla sua voglia di apprendere e imparare. Sul suo elegante modo di mettersi a disposizione e di dare di più in posto tre, e in generale ad un ruolo che ormai sembra calzargli a pennello:

Sicuramente mi aspettavo di giocare meno. Vivo pur sempre in un reparto della Sarlux nel quale condivido il campo con Fortes, e con due sardi come Gabriele Cristiano e Gabriele Pisu. Quando il nostro direttore sportivo ci ha detto che sarebbe arrivato un forte centrale come Ciccio, ero felice e allo stesso tempo impaurito di non trovare uno spazio. Invece ho trovato un compagno, un amico e uno stimolo forte, tanto che tra noi c’è sempre una sfida positiva sui muri e sul fare meglio partita dopo partita. Con i compagni di sempre c’è un bellissimo affiatamento e da persone come Pisu e Cristiano ho sempre tanto da imparare“.

Leccis uguale impegno. La formula matematica è corretta?

So che impegnandomi posso giocare e trovare spazio, quindi sì. Sono un giocatore che tende sempre a mettersi a disposizione”.

L’arrivo di Giombini ha portato i successi sperati. In lei sembra avere parecchia fiducia.

La sento e certamente mi fa molto piacere. È un allenatore che mi segue tanto, e so che per fare bene devo ascoltare sempre ciò che mi dice. Ha una grande esperienza ed è un allenatore che pretende moltissimo da coloro con cui lavora. Il suo arrivo ha sicuramente aumentato la pressione sul lavoro ed è sempre pronto a focalizzarsi su aspetti che certe volte magari io non consideravo così fondamentali“.

Andrea Leccis Sarlux Sarroch
Foto Lega Pallavolo Serie A

Con Giombini abbiamo capito che Leccis è uno che mura. Macina statistiche non da poco.

Mi ha detto che devo essere un muratore dinamico. Devo cercare ossessivamente la palla e io lo faccio. I risultati dimostrano che sono diventato certamente uno che a muro non cerca la passività“.

Diamo anche un po’ di merito a Fabroni per quel suo gioco così diverso?

Con Fabbro mi sono trovato subito. Mi piace tanto attaccare sia alcune palle staccate e alla velocità del suo gioco. La varietà delle mie giocate è cresciuta. Ma se mi lascia dire, la squadra è cresciuta tutta negli ultimi mesi. Sono contento del gioco che stiamo offrendo ogni sabato“.

Usciti dalla zona pericolosa? La classifica dice nono posto.

Il coach ci dice che non è ancora finita e che dobbiamo metterci sotto. Sono sicuro che continuando così, riusciremo a centrare l’obiettivo salvezza“.

Il settimo posto oggi dista 6 punti.

Abbiamo vinto contro Acqui Terme e ora proveremo a ridurre il distacco. Mancano solo pochi punti e possiamo agganciarli. So che non è facile, ma è nostro dovere provarci“.

So che ci sono dei riti scaramantici nel gruppo Sarlux.

Lei intende la pizza da Mino del venerdì? Ci sono compagni che prendono la stessa pizza da dieci anni come da tradizione. Ma abbiamo anche il poker di squadra e la colazione assieme del sabato“.

Il gruppo sembra affiatato.

Mi trovo molto bene, spero di poter ancora contribuire a scrivere delle pagine di questa società“.

Primo anno in A3. Ha capito di esserci in questo campionato?

Sicuramente sto realizzando il fatto che la pallavolo vorrei diventasse qualcosa di importante per la vita. Per ora diversifico e quest’estate lavorerò come bagnino perché ho acquisito il brevetto. In futuro non mi dispiacerebbe vivere solo di questo lavoro“.

Si capisce che per lei questo non sia tutto. Questione di consapevolezza o di non voler avere illusioni?

Entrambi. A me piacerebbe giocare e farne un lavoro a tempo pieno. Ma non vivo con quell’ossessione. Sono felice di ciò che ho e di ciò che sono riuscito a creare“.

di Roberto Zucca

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