Alina Popova, talento russo in Francia: “Al Volero ho imparato tanto”

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Foto Christian Besson/Volero Le Cannet
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Quante volte ci è capitato di sentire la frase “Dobbiamo dare spazio alle giovani“? Invito, richiesta o consiglio, questo concetto è vissuto sotto due prospettive: o come una verità di fondamentale importanza o al contrario come una possibilità da non prendere in considerazione. Nonostante possano esserci opinioni discordanti, non esiste un parere giusto o sbagliato: l’esperienza è tanto importante quanto la sfrontatezza giovanile. Allo stesso tempo, però, bisogna evidenziare come in questi anni stia crescendo il numero dei club capaci di lanciare giovani promesse e abili nel dare loro spazio.

Da questo punto di vista, il Volero Le Cannet è sempre stato visionario, e in una stagione importante per ambizioni e traguardi da conquistare coach Danilo Pejovic continuerà a seguire la “filosofia verde” della società. In particolare, uno dei germogli pronti a sbocciare definitivamente potrebbe essere la schiacciatrice russa classe 2005 Alina Popova, che si è raccontata in esclusiva ai nostri microfoni.

Alina Popova Volero Le Cannet
Foto Instagram Alina Popova

Per iniziare, parlaci un po’ di te: le tue origini, il tuo carattere, i tuoi interessi.

Sono originaria di Rostov sul Don, una città della Russia meridionale. Fin da piccola, sono sempre stata una persona molto attiva e sportiva. Potrebbe suonare strano, ma il primo sport che ho praticato a livello professionistico è il karate: sono cintura nera in questa disciplina! Inoltre, posso dire che mi è sempre piaciuto studiare. Ero una bambina che andava a scuola con piacere, e ancora adesso l’interesse per lo studio è forte, tanto che cerco costantemente di apprendere cose nuove e sviluppare nuove competenze“.

Da dove nasce la tua passione per la pallavolo?

Quando facevo karate, capitava spesso che le squadre di volley della città si allenassero nella nostra stessa palestra. Sono stata subito attratta da questo sport, che considero uno dei più belli e pieni di armonia. All’inizio mi divertivo solo a guardare gli allenamenti, ma dopo un po’ di tempo ho deciso di provarlo e me ne sono innamorata definitivamente. Oggi posso dire convintamente che la pallavolo è lo sport che amo di più in assoluto“.

Com’è stata la tua carriera prima del trasferimento all’estero?

La mia carriera da professionista è iniziata a tutti gli effetti con la chiamata dalla nazionale russa per un torneo giovanile di preparazione ai Campionati Europei Under 17: in quell’occasione sono riuscita a mettere in mostra le mie qualità e i club hanno iniziato a interessarsi a me. In Russia ho giocato solo per una squadra, il Severyanka: lì ho vissuto due stagioni in cui sono cresciuta, ho approcciato il mondo della pallavolo di alto livello e ho avuto la possibilità di giocare tante partite. Successivamente, insieme ai miei agenti, ho preso una decisione molto importante: trasferirmi al Volero Le Cannet in Francia“.

Qual è stato il momento più bello della tua carriera finora?

Sono convinta che il meglio debba ancora arrivare: questo modo di pensare mi motiva a lavorare sempre di più. Tuttavia, non posso fare a meno di evidenziare la vittoria ai Campionati Mondiali Under 19 in Messico e il mio primo scudetto con il Volero“.

Alina Popova Volero Le Cannet
Foto Instagram Alina Popova

Sei considerata uno dei prospetti più interessanti al mondo. Quanto è difficile per te rimanere con i piedi per terra?

Innanzitutto, il fatto di avere una buona considerazione è una grande responsabilità. Non solo per me, ma anche per i professionisti che cercano di contribuire alla mia crescita. È una consapevolezza mi aiuta a non perdere le motivazioni anche nei momenti più difficili. Pertanto, questa considerazione mi spinge a fare sempre di più, e io non ho certamente intenzione di smettere di migliorare perché voglio diventare una top player“.

Come mai l’anno scorso hai deciso di trasferirti in Francia?

Vedevo grandi prospettive di crescita in questa opportunità ed era il modo migliore per uscire dalla mia comfort zone: sapevo che in alcuni momenti non sarebbe stato facile, ma che allo stesso tempo avrei avuto la possibilità di fare grandi passi in avanti. L’anno scorso grazie al Volero e al campionato francese ho imparato cose nuove. So che devo crescere ancora molto, ma è proprio per questo che ho deciso di venire qui“.

Com’è stata la tua prima stagione al Volero Le Cannet?

Per una giovane giocatrice una stagione è un concentrato di tante cose e, come ho detto, il primo anno al Volero è stato formativo e interessante. Ho la sensazione di essere cresciuta moltissimo grazie al lavoro con un club organizzato, i migliori allenatori e il migliore staff medico. Non posso fare a meno di notare che il Volero ha un ottimo programma di crescita e sviluppo per le giovani; non è da tutti i club avere fiducia e puntare su elementi giovani e inesperti, dando loro l’opportunità di giocare così tanto. Sono molto grata per tutto questo e continuerò a lavorare con dedizione per giustificare la loro fiducia nei miei confronti“.

Quali sono state le sfide e gli ostacoli che hai dovuto affrontare appena arrivata in Francia? Mi riferisco, in particolare, alla barriera linguistica, alla vita in un nuovo paese e a uno stile di gioco inedito per te.

Non le chiamerei difficoltà. È solo qualcosa di nuovo e diverso, ma molto stimolante. Qualcosa che mi aiuta in termini di esperienza e crescita personale. Certo, all’inizio c’è stata una piccola barriera linguistica, anche se le mie compagne di squadra mi hanno aiutato ad adattarmi rapidamente. Per quanto riguarda la cultura e lo stile di gioco, è stato semplice perché ero fortemente interessata a imparare qualcosa di nuovo“.

Alina Popova Volero Le Cannet
Foto Instagram Alina Popova

Quali sono le tue aspettative per quest’anno?

Al Volero le aspettative sono le più alte possibili e ci si pone sempre grandi obiettivi. Tutti i componenti della squadra e del club vogliono fortemente che la stagione sia positiva; pertanto, lavoreremo affinché i risultati soddisfino le aspettative“.

I tuoi sogni e obiettivi come giocatrice?

Prima di tutto, vorrei realizzare pienamente me stessa e fare la storia della pallavolo russa e mondiale. Non è facile fissare un obiettivo specifico in termini di trofei; quindi, posso dire semplicemente che darò il massimo ad ogni torneo a cui parteciperò“.

Hai vinto la medaglia d’oro agli Europei Under 17 nel 2020 e ai Mondiali Under 19 nel 2021. Ti manca giocare i tornei internazionali? Cosa pensi della scelta di FIVB e CEV di escludere le nazionali russe?

Sicuramente è un duro colpo per lo sport russo. È un po’ spiacevole per i giovani che stanno raggiungendo il livello dei ‘grandi’ e vorrebbero mettersi in mostra sulla scena mondiale. Ma al di là di questa situazione, noi dobbiamo pensare solo a farci trovare pronti: in Russia ogni giocatore è focalizzato sul momento in cui potrà tornare a competere“.

di Alessandro Garotta

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Paolo Falabella affiancherà Morato come vice-allenatore a Cisterna

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Il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley sarà coach Paolo Falabella, che andrà ad affiancare il nuovo head coach Daniele Morato alla guida della squadra per la stagione 2025/2026. Nonostante la giovane età, Falabella porta con sé una consolidata esperienza internazionale: nell’ultima annata in Svizzera, alla guida del Volley Amriswil, ha conquistato la Coppa di Svizzera, la Swiss League e la Supercoppa, centrando inoltre un prestigioso piazzamento per il club elvetico in Coppa CEV. Nel 2023 ha inoltre fatto parte dello staff tecnico della nazionale del Marocco.

Nato a Lagonegro nel 1986, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Scienza e Tecnica dello Sport, Paolo Falabella è anche docente nazionale Fipav. Dopo aver guidato da primo allenatore realtà importanti della Serie A come Lagonegro, Aversa e Bari, e aver ricoperto il ruolo di vice allenatore a Siena nella stagione 2021/2022, culminata con la promozione in Superlega, Falabella è ora pronto a mettere il suo bagaglio tecnico e umano al servizio del Cisterna Volley.

"Sono davvero felicissimo di poter iniziare questa esperienza a Cisterna – le prime parole di coach Falabella –. Per me sarà il primo anno in Superlega: ci sono andato vicino più volte, ma per una serie di circostanze non ero mai riuscito ad approdarvi. Per questo motivo oggi sono ancora più contento di poterlo fare, e in particolare di farlo proprio con Cisterna Volley".

Falabella guarda con entusiasmo al gruppo che affronterà la prossima stagione: "Dal punto di vista tecnico, siamo una squadra molto giovane, così come giovane è lo staff. Questo è un aspetto che considero estremamente stimolante: ci sarà da lavorare tanto, trascorreremo molte ore in palestra. Mi aspetto una stagione impegnativa, fatta di lavoro intenso e risultati da conquistare con fatica, ma anche con grande entusiasmo".

L’esperienza in Svizzera ha lasciato un’impronta profonda nel metodo di lavoro del tecnico lucano: "Dalla Svizzera porto con me un’impostazione organizzativa davvero impressionante. Quando si dice che gli svizzeri sono precisi, non è solo un modo di dire: lo sono davvero. È qualcosa che mi ha colpito profondamente e che spero di poter applicare anche nella mia vita professionale, in termini di metodo e attenzione ai dettagli".

Racconta, infine, il nuovo vice allenatore del Cisterna Volley: "Ovviamente amo molto il lavoro in palestra, come tutti gli allenatori. Tuttavia, la parte che sento più mia, quella che mi dà maggiore soddisfazione e nella quale mi sento più preparato, è quella di studio e analisi. Mi appassiona tantissimo tutto ciò che si svolge al di fuori delle ore di allenamento: il lavoro d’ufficio, la preparazione, il confronto sull’organizzazione delle sedute, l’analisi degli avversari. È probabilmente l’aspetto che preferisco del mio mestiere: studiare i modelli di prestazione, capire cosa serve davvero per raggiungere un obiettivo, ragionare su come ottimizzare ogni dettaglio. Non essendo un ex giocatore, non ho quella naturale inclinazione verso la dimensione più fisica del lavoro quotidiano in campo, quindi, ho sviluppato una particolare attenzione verso la parte metodologica e analitica, che trovo stimolante e utile per il lavoro complessivo dello staff".