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Alice Tanase: “Non so se il dolore rende più forti, ma sicuramente insegna tanto”

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Di Alessandro Garotta

Nel cammino della vita ci si piazzano davanti anche strade che non vorremmo mai incontrare. Buie, tristi, piene di insidie. Strade per cui normalmente non si prevede un’entrata e che invece, per il percorso del destino, ci tocca affrontare. Ma è proprio qui, nell’affronto, che l’individuo riesce a potenziare le già solide consapevolezze. Alice Tanase, il buio, l’ha affrontato come in campo: con grinta, determinazione e costanza. E adesso è qui. È tornata per riprendersi ciò che un grave infortunio al ginocchio le ha procrastinato nel tempo.

Ecco la nostra intervista esclusiva alla schiacciatrice della Ipag Sorelle Ramonda Montecchio.

Foto LVF

È passato ormai un anno dal suo infortunio. Come ha vissuto questo momento delicato della carriera?

Non sono stati mesi semplici, probabilmente i più complicati della mia carriera. Di solito, quando un infortunio è grave, ti dicono che sei forte e andrà tutto bene; tuttavia, secondo me, quando ti succedono queste cose non sarà mai una passeggiata. Entrano in gioco molti fattori: in particolare, quelli mentali sono i più difficili da gestire“.

Quali sono stati i suoi pensieri nel momento in cui ha capito che lo stop sarebbe stato lungo?

Sicuramente rabbia, tanta rabbia, perché puntavo fortemente sulla scorsa stagione. Ma, per fortuna, le persone a me care mi sono state vicino fin dal primo momento e mi hanno trasmesso tanto coraggio“.

Quali sono state le difficoltà più grandi al suo rientro in campo?

Durante la riabilitazione non è andato sempre tutto liscio, tanto che alla fine ho impiegato qualche mese in più del previsto per il recupero completo. Quando poi ho iniziato a lavorare con lo staff di Montecchio, siamo riusciti ad accelerare i tempi, senza però forzare o rischiare. Perciò, dopo tutte le difficoltà, il rientro in campo è stato davvero emozionante: finalmente potevo giocare ed essere parte integrante del gruppo!“.

Secondo lei, il dolore in qualche modo rende migliori, fortifica?

Non so se il dolore renda migliori o possa fortificare. Dipende. Ma sicuramente insegna tanto. Dal mio punto di vista, non bisogna dire che va sempre tutto bene e che gli infortuni rendono più forti, perché non è sempre così: c’è anche chi non ce la fa e purtroppo deve smettere di praticare lo sport che ama. Probabilmente la cosa più importante che ho imparato in questi mesi è che ognuno ha i propri tempi e deve rispettarli, quindi non serve fare paragoni con altre giocatrici o atlete. La fortuna più grande, però, è sempre quella di tornare in campo“.

Foto Roberto Muliere/Unione Volley Montecchio Maggiore

Per ripartire ha scelto la Ipag Sorelle Ramonda Montecchio. Come mai? Cosa l’ha colpita maggiormente di questo club?

È una società che punta a migliorarsi anno dopo anno e diventare una realtà sempre più importante. Quest’estate, quando ho parlato con la dirigenza, l’allenatore e lo staff tecnico ho avvertito una sensazione di grande vicinanza e fiducia. Questo aspetto ha fatto la differenza nella mia scelta e mi ha dato una spinta in più“.

Come descriverebbe la sua squadra? E come giudica il vostro rendimento finora?

Nel complesso siamo un gruppo giovane, formato da giocatrici che lavorano bene insieme. Da agosto ad oggi siamo cresciute molto, perciò penso che il nostro percorso sia stato buono e possa proseguire su questi binari“.

Dove può arrivare Montecchio quest’anno?

A inizio stagione ci siamo dati due obiettivi: raggiungere i playoff ed essere sempre ambiziosi. Una volta centrato il primo, vedremo quel che succederà… Ma per adesso è meglio fare un passo alla volta“.

Calderara, Pro Patria, Orago, Volleyrò, Soverato, Mondovì, Brescia e Montecchio: queste sono le tappe del suo percorso pallavolistico. Ma ci ha mai pensato al grande salto in Serie A1?

Innanzitutto devo dire che ogni anno della mia carriera è stato importante e tutte queste tappe mi hanno lasciato bei ricordi. Per quanto riguarda la Serie A1, penso che sia il sogno di chiunque inizi a praticare questo sport; dunque, ci vorrei arrivare pronta in modo da poter sfruttare al massimo la possibilità che mi verrà data. Sognavo di fare il grande salto in questa stagione, ma poi mi sono fatta male… Tuttavia, mi piace pensare che l’infortunio sia stato un ‘segnale’ che volesse farmi capire che devo ancora prendermi un po’ di tempo per lavorare e migliorare“.

In chiusura dell’intervista, ci racconta com’è Alice Tanase fuori del campo? Quali sono le sue passioni?

Sono una studentessa iscritta alla facoltà di Design e Discipline della Moda: al termine della mia carriera da pallavolista, vorrei intraprendere un percorso lavorativo in questo ambito. Inoltre, mi piace rilassarmi, disegnare, ascoltare musica, fare un po’ tutte quelle ‘cose da ragazza’, ma soprattutto dormire (ride, n.d.r.)!“.

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