Alessandra Marzari: "Noi a Monza ci alleniamo, resistiamo. Altre scelte mi sembrano dettate dal panico"

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Di Redazione

A Monza, in quella Lombardia che sta pagando il prezzo più alto per il contagio da coronavirus, opera la Vero Volley e la sua presidente, la dottoressa Alessandra Marzari, ha fatto la scelta di proseguire negli allenamenti aspettando che la bufera si plachi e si possa tornare a giocare.

Queste le dichiarazioni della numero uno brianzola a TuttoSport:

Presidente, che danni sta producendo questa drammatica situazione?

Il danno è fortissimo e riguarda tutto lo sport. Ne esce minato il messaggio positivo dell’attività sportiva come un qualcosa di salutare per l’individuo. Soprattutto è pesante il divieto di pratica per l’attività giovanile che ne è compromessa. Detto questo è evidente che in questa situazione di emergenza ci sono scelte da fare in piena coscienza e credo che abbiano fatto bene le due Leghe nel sospendere i campionati. Aspettiamo le prossime scadenze fissate e poi ci adopereremo per mettere in opera la decisioni che saranno prese dal Coni. Di certo siamo preoccupati per il futuro di questo sport, anche di quello delle prime squadre. La forza dei campionati, e delle società, va di pari passo con il benessere del paese”.

La sua società si è allenata regolarmente la scorsa settimana, mentre le altre hanno preferito sospendere e limitare il lavoro in sala pesi con notevoli attenzioni. Perché questa scelta?

Le indicazioni del Governo ci permettono di farlo. Inoltre qui a Monza abbiamo una situazione molto favorevole. Il palazzetto è particolarmente nuovo, pulito, c’è una struttura medica molto attenta, gli atleti sono costantemente sotto controllo. Altre scelte mi sembrano dettate dal panico che scatena questo momento così difficile. Noi resistiamo, tenendo a mente i dati e le proiezioni che sono state fatte sul contagio. Penso che tra due settimane si potrà prendere decisioni sul futuro del nostro volley”.

L’esodo dei giocatori a cui stiamo assistendo quanto danneggia una società?

E’ un danno tremendo. Se un atleta decide di andarsene non si hanno strumenti per fermarlo. Comunque si parla di salute ed è evidente che bisogna rispettare le scelte delle persone. Noi abbiamo perso la statunitense Kathryn Plummer. Però io ho parlato con le giocatrici e sono stata molto chiara. Se si decide di andare via c’è la rescissione del contratto”.

Quanto conta per le società finire questa stagione?

“A mio avviso conta tantissimo. C’è una questione d’immagine, ci sono gli investimenti fatti, i contratti con i giocatori. C’è il problema degli sponsor che si sono impegnati per un certo tipo di visibilità. Non sappiamo come potrebbero reagire se dicessimo che il campionato finisce qui”.

Ma se la soluzione fosse una ripartenza a porte chiuse a maggio, come ha immaginato il Ministro Spadafora per il calcio, voi sareste d’accordo?

“lo sarei favorevole perché penso che il pubblico dei tifosi possa seguire il campionato in televisione, su internet. La cosa più importante è ripartire”.

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