Alessandra Marzari a tutto campo tra Derby, opposizione e scudetto

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Interessante intervista rilasciata questa mattina al quotidiano La Prealpina, da parte del presidente del Consorzio Vero Volley e di Volley MilanoAlessandra Marzari. Dalle colonne dell’articolo firmato da Andrea Anzani, il nuovo vicepresidente di Lega Pallavolo Femminile, ha espresso la propria opinione, come sempre in maniera sincera e diretta, su numerose tematiche che la vedono coinvolta. A partire dal doppio derby di domenica: alla Candy Arena di Monza la sfida tra Saugella e Sab Legnano e al PalaYamamay di Busto Arsizio il confronto tra Revivre e Gi Group. Un “punto di vista” a 360°, quello di Alessandra Marzari, che si sofferma a parlare anche della sua attività politica, con particolare attenzione al caso Zaytsev, in un percorso personale, il suo, che la vede identificata anche nel ruolo di massimo esponente dell’opposizione all’attuale Governo Cattaneo. Chiosa finale: i sogni scudetto.

Questa l’intervista integrale:

Presidente Marzari, il premio partita lo mette per la vittoria di Ortolani e compagne o per la sfida dei ragazzi?
“Di sicuro con la Powervolley – sorride – Non ce l’ho con Milano, ma loro hanno caricato in una maniera esagerata questo confronto”.

Col presidente di Powervolley, Lucio Fusaro c’è una rivalità evidente…
“Evidente e strutturale. Di stile, di gestione e di condivisione di valori. Siamo agli antipodi: ho modalità di relazione che neanche lontanamente ricordano quelle del presidente di Powervolley. Io i 1200 abbonamenti comprati per evitare il malus e rimanere in Superlega non li dimentico. Se non lo avesse fatto, il suo club avrebbe raggiunto la quota di malus e sarebbe stato eliminato. In più mi dà fastidio essere citata in modo  denigratorio in ogni occasione”.

Prima candidata al consiglio federale e ora vicepresidente di Lega Femminile, lei è molto esposta: è identificata come la leader dell’opposizione all’attuale governo federale. Si sente in questo ruolo?
“È così. Credo sia un impegno onesto nei confronti di chi ha votato la lista di cui facevo parte. Non si può non guardare con un certo spirito critico a quello che viene fatto. Dire che sono all’opposizione  è la verità: chi perde deve controllare, vedere e vigilare mentre chi vince deve comandare. Se uno comanda fa delle cose ed  è fisiologico in un sistema democratico che uno si esprima anche in maniera contraria. Diciamo che questa normalità è stata disattesa prima di tutto da loro con la vicenda  del  deferimento…”.

Però è stata assolta: la volevano punire per lo scoop di un sito di informazione.
“È preoccupante che chi è al potere utilizzi la leva giuridica per sistemare in qualche modo chi non è d’accordo. La cosa non ha avuto seguito e sono stata assolta ma una  persona più mite di me avrebbe patito. Non è stato piacevole. Lo spauracchio del deferimento aleggia sempre”.

Ora che Magri s’è defilato lei pensa un giorno di candidarsi per la presidenza della Fipav?
“Magri è nel governo della Federazione, sta lavorando con loro. Aveva detto da subito che avrebbe partecipato al COL per i Mondiali: è abbastanza vicino ai nostri avversari. Il suo contributo nella gestione dei Mondiali aiuta anche loro. Candidata presidente federale? In questo momento mi risulta un po’ faticoso dirlo. Le regole del voto per delega, una modalità medievale, non agevolano chi è fuori dal giro federale e per cambiarla ci deve essere una volontà politica da parte del CONI. Con Volley Futuro stiamo pensando a come gestire la federazione in modo manageriale: tra un anno faremo il punto su quanto fatto da Cattaneo. Per ora s’è visto poco”.

Come avrebbe gestito il caso Zaytsev?
“Non ci sarebbe stato un caso. Parliamo di un’area in cui le capacità gestionali di una persona fanno la differenza. Zaytsev non ha giocato perché non è stato adeguatamente gestito in questa sua problematica. La scarpa è molto personale, non è la maglietta: l’avrei fatto giocare con una scarpa neutra piuttosto che non farlo giocare”.

Come vicepresidente di Lega dovrà dialogare con la Fipav…
“Fabris è stato coraggioso nell’appoggiare la mia candidatura prima che fossi assolta. La Lega femminile mi è stata vicina nel momento del deferimento,  la maschile molto meno. La Fipav? Il primo passo l’hanno fatto loro: devono rendersi conto che deve esistere un contraddittorio. Non hanno nessuna propensione all’ascolto di chi non la pensa come loro”.

La sua scelta di non presenziare alle manifestazioni sul  territorio non favorisce un riavvicinamento per lo meno in Lombardia…
“Sono stata deferita ingiustamente per motivi politici: ho scelto di non andare perché il comitato di  Monza Brianza e quello lombardo hanno partecipato attivamente al mio deferimento. La Lombardia non mi ha perdonato di essermi schierata con Magri: è  il mio peccato originale, partecipare mi sarebbe sembrata una cosa poco onesta. Troveranno il modo di punirmi…”.

Parlando di Lega: utopia pensare a un unico ente per uomini e donne?
“L’unico motivo per non fare una Lega unica è che le possibilità di sviluppo della  femminile sono maggiori della maschile. La Lega femminile non ha competitors, nuota in quello che gli esperti di marketing  definiscono il mare blu. In tutto il mondo è il primo sport femminile c’è  solo da giocarsela. I maschi hanno invece il calcio, il basket…”.

Tornando alle sue squadre: col budget di due potrebbe averne una da scudetto…
“Il pensiero mi sfiora, ma dipende dal contesto. Se vincere diventerà una condizione  probabilmente si dovrà anche scegliere,  ma ora è fondamentale mantenere questa particolarità del doppio team. Vincere lo scudetto non potrà mai essere motivo di chiudere una delle due”.

 

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