Giulio Pinali è tornato: prima la promozione in Superlega con Cuneo, ora la nazionale

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Siamo testimoni del tempo che cambia e del mondo che si trasforma, direbbe Ghemon, soprattutto pensando a quello che è stata la caduta agli inferi di Giulio Pinali e la sua stupenda risalita, l’ultimo punto della quale si è toccato solo qualche giorno fa con la promozione storica della MA Acqua S.Bernardo Cuneo, città eterna del volley, che riabbraccia la massima serie dopo un digiuno durato undici anni, soprattutto per noi nostalgici che ricordiamo quel palasport riempito in ogni ordine di posto e quella pallavolo spettacolare.

Siamo testimoni della classe di Pinali, giocatore a cui questo mondo dovrebbe alle volte chiedere scusa per averlo fatto salire e scendere da una ruota panoramica in diversi punti. Giulio ha toccato il cielo con un dito, perché solo tre anni fa era campione del mondo, la grande speranza della nostra pallavolo, la stella dell’Emilia del volley e tante belle e sante parole con cui noi pennivendoli ci riempiamo la bocca talvolta. Il tempo di vincere i mondiali e come tutti voi consumatori di video acchiappapubblico sapete, l’infortunio arcinoto di Siena ha fatto fermare la giostra.

Ho sperato, perché ho scritto pubblicamente che noi giornalisti vogliamo bene alle storie come quelle di Giulio e agli atleti come Pinali che non si arrendesse. Sono stato talmente orgoglioso di vedere quel suo stringere i denti, quel suo essere contro tutto e tutti, quella cattiveria con cui ha messo in campo 33 punti nelle due gare della finalissima playoff, che quando è avvenuta la conversazione che leggerete nelle righe sottostanti, la voce si è rotta e sono rimasto giornalisticamente nudo di fronte all’emozione per il ritorno di un ragazzo che ho sempre tifato e mai ho pensato di abbandonare. Sono infine felicissimo per il ritorno di Giulio in nazionale, visto che è notizia di martedì la sua convocazione per la VNL 2025.

“Raccontare questa stagione è molto difficile. Forse ripensare questi ultimi anni è un compito complicato perché mi è sembrato davvero di vivere una montagna russa di emozioni. Partiamo col dire che il risultato di quest’anno è stata una sorpresa per me, sia per quello che abbiamo ottenuto con Cuneo, sia per la stagione che è stata a livello personale. Abbiamo lavorato molto durante l’anno con l’obiettivo di fare il meglio possibile senza però vivere con l’ossessione della promozione, dei playoff o il retropensiero della Superlega. Questo ci ha permesso di giocare più tranquilli e di arrivare a giocare una finalissima con Brescia in maniera serena perché consapevoli che ciò che la società ci aveva chiesto fosse stato fatto. Vincere è stata una grande soddisfazione per tutti noi”

Per lei una stagione in salita.

“Sì, perché ci sono stati dei periodi in cui non sono stato al massimo della condizione e per cui dovevo recuperare ancora la continuità dopo la scorsa stagione a Modena. Il pensiero del pieno recupero mi ha accompagnato in tutti questi anni, perciò già da quando sono entrato in punta di piedi in squadra, ho capito di dover rientrare in meccanismi che rispetto agli anni della Superlega erano cambiati. La serie A2 è stata per me un mondo sconosciuto in cui mi sono ritrovato dopo tutte le vicissitudini e oggi analizzandolo a freddo, dico che è stata una bella avventura”

Il momento clou?

“Quando abbiamo giocato e vinto contro Aversa ho capito che avevamo tutte le carte in regola per arrivare in fondo. Il mio è stato poi un crescendo personale. I playoff sono stati un’occasione per ritrovare un pochino di fiducia e per finire di prendere consapevolezza di tante cose”

Cuneo ritorna in Superlega dopo undici anni.

“Ero molto piccolo e ricordo un playoff o una Coppa vista a Bologna e un Cuneo-Trento in cui feci da raccattapalle. Ho visto il palazzetto con 4700 spettatori in finalissima e sono certo che anche il prossimo anno si potrà fare molto bene e far ritrovare alla città ancora più entusiasmo”

Troppo presto per parlare di futuro?

“Decisamente (ride n.d.r.)”

Parliamo ancora di presente. Una squadra infarcita di tanti volti con cui aveva già giocato contro.

“Persone davvero in gamba. Ho legato tanto con Felice Sette con cui ho condiviso la stanza per tutto l’anno e con Tommaso Chiaramello, che non conoscevo e con cui ho condiviso subito la passione per i videogames”

Chi gli è stato più vicino in questo percorso che negli ultimi anni l’ha portata a vincere la A2 a Cuneo?

“Direi che se c’è qualcuno a cui dire grazie, esclusa la mia famiglia ed Eleonora, la mia ragazza, dico tutto lo staff di Modena dello scorso anno, dal preparatore ai fisioterapisti, che mi hanno permesso di risolvere una serie di problematiche non semplici durante i mesi di ripresa post-intervento e lo staff di Cuneo, dal primo all’ultimo, che mi ha consentito di riprendermi e poter disputare questa ultima parte di stagione così bella”

Possiamo dire che il Pinali del 2022 è tornato?

“Possiamo dire che sono passati tre anni e che tutto ciò che ho fatto è un grosso motivo per cercare di dare il massimo soprattutto nel prossimo futuro”

Cosa è rimasto di quel ragazzo che è salito sul tetto del mondo?

“La stessa umiltà e i valori con cui affronto tutto. La passione per questo sport poi è intatta, anche perché altrimenti avrei scelto di fare altro. Quando penso al futuro, penso di ripartire semplicemente da questo”

Di Roberto Zucca

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